Missioni Consolata - Febbraio 2008

Cari Missionario del cuore Carissimi missionari, ho 30 anni e da 7 conosce- vo padre Alex Signorelli at- traverso la corrispondenza. Sapevo che non stava bene, ma la sua morte mi addolo- ra molto: ho perso il mio missionario del cuore, colui che sapeva far frutta re al meglio l'offert a che gli in- viavo; sono rimasta orfana. All'epoca del primo con- tatto epistolare volevo solo aiutare un missionario, ma attraverso lui ho conosciu- to il mondo della Consola- ta e sono stata catapultata nelle vostre missioni: una finestra aperta su una par- te del mondo che troppo spesso f ingiamo non esi- sta. Non ringrazierò mai abbastanza la Provvidenza per questo incontro, fortui- to quanto fortunato. Ma ora cosa debbo fare? Vorrei continuare a soste- nere i suoi progetti in Kenya, ma voglio un nome: quello di chi si occupa di quelle missioni oggi o, in alternativa il nome del missionario più disagiato e in difficoltà. Voglio un no- me, una storia, un volto, perché sostenere le missio- ni non è solo inviare dena- ro; quasi che attraverso un'offerta si possa lavarci la coscienza, sentirci a po- sto. Non potremo mai sen- tirci con la coscienza a po- sto. Voglio partecipare a quel la missione, conoscere le difficoltà, essere parte attiva anche e soprattutto con la preghiera. Mi rendo conto che la vi- ta mi ha dato molto, e non parlo di denaro; sarei la più grande egoista e ingrata se non condividessi con gli al- tri ciò che il Signore, gene- rosamente, mi ha donato. Vi prego, quindi di segna- larmi quel nome. Anche se non potrà sostituire padre Alex, per me impresso nel cuore, sarò lieta di aiutarlo come e quanto più posso. Patrizia De Angelis via e-mai l Graz ie per il suo a f fet to ver so padre A l ex e i mi s- s ionari del la Conso l a t a. Ho inv iato il suo mes sag- gio al super iore del Kenya e spero che le s ia s tato comun i ca to il nome di un nuovo «mi s s i ona r io del cuore». À Buona o mala... fede? Spett. Redazione, ho letto sul numero di di- cembre 2007 l'intervist a a don Capovilla e mi ha col- pito la totale noncuranza verso i problemi dei bambi- ni palestinesi: non una pa- rola sul fatto che nelle scuole venga loro insegna- to a combattere e siano in- dottrinati sul bello del farsi esplodere; non una parola sui miliardi destinati alla gente, ma che la vedova di Arafat si gode all'estero. La sempl ificazione dei problemi è una bella cosa, ma tacere sugli attentati e guerre subite da Israele (che è sempre stato attac- cato dagli arabi, mai vice- versa) e sul fatto che la spianata delle moschee non sia uno dei tre luoghi sacri del l ' islam, ma «sem- pl icemente» la spianata del tempio, quindi sacro per tutti i «popoli del li- bro», ma da molti anni fre- quentabi le solo dai musul- mani, fa sospettare una mancanza di buona fede. Mi risulta che il papa Giovanni Paolo n sia potuto andare a pregare al Muro del pianto, ma non sulla spianata; sono stati i pale- stinesi a entrare in armi nelle chiese di Bet lemme, non i soldati israel iani. Quindi sembra che non ci sia quel l 'enorme tol leranza verso i cristiani. Mi sarei quindi aspettato un riassunto storico della situazione, o comunque un'altra voce, oltre alla pubbl icità, neppure velata, dei libri del l ' intervistato. Certa che la parzialità sia stata casuale e non final iz- zata al la suddetta pubbli- ci tà, cordiali salut i. Luisa Pellegrino via e-mai l L' intervist a in ques t io- ne vuo le solo f ar cono- scere una ini z iat i va a so- s tegno degli arabo-cr i- s t i ani ancora presenti in I sraele-Palest ina, ugua l- men te ma l soppor tati da ebrei e mu s u lman i . Ad o- nor del vero, più di una persona ha t e l e fona to in redaz ione per conoscere megl io t a le ini z i at i va. Li- na r i sposta di don Capo- villa sarà pubbl i cata su MC il pross imo mese. La coca non è un affare... privato Cari missionari, vedo con piacere che il dot- tor Sandro Calvani conti- nua a collaborare attiva- mente con la vostra reda- zione. Ho molta st ima di quest 'uomo: per me era già un personaggio specia- le all'inizio degli ann i ' 80, quando, invitato dai diret- tori dei centri missionari diocesani di Fano e Urbino, veniva a parlarci delle sue esperienze in Etiopia e far conoscere il mondo del vo- lontariato internazionale. La scorsa estate l'ho rivi- sto, dopo tanto tempo, in televisione (Superquark Rai Uno 23/8/07) e spero che tante altre persone abbia- no ascoltato il messaggio che, dal la martoriata Co- lombia, ha rivolto a tutti gli i tal iani: siamo il paese do- ve il consumo di cocaina sta aumentando più velo- cemente; tale consumo, ol- tre a devastare i cervelli e arrecare danni incalcolabili alla nostra salute ed eco- nomia (pensiamo a ciò che accade quando un cocaino- mane si mette alla guida di un automezzo. . .), sta por- tando la Colombia al col- lasso ecologico: per coltiva- re la coca, vengono spazza- te via decine di migl iaia di chi lometri quadrati di fore- sta equatoriale e, per raffi- narla, si usano sostanze chimiche che inquinano f iumi, laghi e falde con conseguenze irreparabili per tut to l'ecosistema. Alla voce di Calvani si è u- nita quel la di un capo in- dio: anche lui ha ribadito il concetto che chi si droga, in Europa e altri paesi cosid- detti svi luppati, contribui- sce al degrado dell'Amazzo- nia colombiana, bol iviana, peruviana, brasiliana e de- ve smetter la; deve smette- re di pensare al consumo di stupefacenti come a un fat- to privato! Mi auguro che le parole di Calvani, del capo indio e di coloro che li hanno inter- vistati siano prese in atten- ta considerazione anche 6 • MC FEBBRAIO 2008

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