Missioni Consolata - Febbraio 2008
STATI UNITI 50 MC FEBBRAIO 2008 M anhattan,NewYork city, quartiere generale del Pea- ce corps , letteralmente «cor- pi di pace». Le misure di sicurezza per entrare nell’edificio sono rigidis- sime. Mi accorgo subito che sto per entrare in un palazzo dove hanno sede gli uffici federali più svariati, la polizia sorveglia tutte le entrate e per i visitors , come me, il controllo è ancora più severo. Finalmente mi fanno accedere all’ufficio del Peace corps .Ad acco- gliermi un’enorme bandiera ameri- cana e la faccia ben immortalata del presidente Bush.Mi presento, spie- go che credo nei valori della pace e della democrazia e dico che voglio prestare servizio all’estero come vo- lontaria. Mi chiedono se sono citta- dina americana e non appena ri- spondo no, l’interesse della persona con cui stavo parlando svanisce. Solo i cittadini americani possono partecipare. L’unica eccezione è se hai già presentato domanda per la cittadinanza e se sei in attesa di rice- vere la green card ( documento che permette di lavorare negli Usa ,ndr) . Mi offrono depliant e materiale informativo in abbondanza. L’orga- nizzazione deve investire molto nel- la promozione del programma a ve- dere dagli opuscoli che producono. Slogan attraenti come «Ti sei mai chiesto cosa c’è dopo?» , «Un viag- gio di speranza» o «La vita sta chia- mando. Quanto lontano andrai?» ri- coprono i muri e riempiono le pagi- ne degli opuscoli.Continuo a chiedermi, (la stessa domanda la pongo all’impiegato che ho di fron- te), perché se i Peace corps promuo- vono valori quali la pace e lo svilup- po, non può ammettere tutti coloro che vogliono contribuire a questa missione? Perché unmovimento dallo scopo universale deve avere delle barriere nazionali nella propria struttura? VOLUTI DA J.F.KENNEDY Bisogna risalire la storia di 45 anni: è il 1 marzo del 1961 quando un ordi- ne esecutivo istituì il Peace corps co- me agenzia federale indipendente degli Stati Uniti d’America. L’atto di fondazione fu approvato dal Con- gresso il 22 settembre 1961 con il « Peace Corps Act » che dichiarò la missione dell’ente. Il Peace corps promuove la pace e le relazioni amichevoli tra gli stati mettendo al servizio di paesi e aree interessate uomini e donne degli Stati Uniti d’America. Persone quali- ficate e desiderose di prestare servi- zio, anche in condizioni di vita diffi- cili, al fine di aiutare i popoli di tali paesi a soddisfare i loro bisogni e a crescere. Amonte dell’istituzione del movi- mento sono gli anni ‘50, il secondo dopo guerra e il delinearsi del bipo- larismo. Vari senatori americani già in quel periodo avevano proposto la formazione di un esercito di giovani americani «missionari della demo- crazia». Alcuni tentativi portarono alla luce organizzazioni private non religiose che iniziarono a mandare volontari nei paesi in via di sviluppo. Ma solo nel 1959 l’idea di creare un programma nazionale divenne reali- stica e soprattutto trovò l’appoggio di John F. Kennedy il quale fece stan- ziare dei fondi e coinvolse rinomati accademici per studiarne la fattibi- lità e delinearne gli obbiettivi.Nixon si oppose apertamente così come altri, che dubitarono dell’adeguatez- za di far intervenire in contesti così rischiosi giovani collegiali, imprepa- rati e spessomossi solo dalla curio- sità dell’esotico e ricerca dell’avven- tura. Secondo Kennedy invece, il movi- mento dei Peace corps sarebbe ser- vito a promuovere l’immagine posi- tiva degli Stati Uniti nel «Terzo Mon- do», così come veniva definito all’epoca l’insieme disomogeneo dei paesi in via di sviluppo.Gli ame- ricani non dovevano solo essere vi- sti come i cattivi o come gli yankee imperialisti, in particolare nelle neo- nate nazioni dell’Africa o dell’Asia post coloniale. La macchina organizzativa iniziò rapidamente a crescere, le selezioni avvenivano su tutto il continente a- mericano e prevedevano un test at- titudinale e uno linguistico (da capi- re quali lingue straniere potevano essere richieste considerando la va- rietà dei contesti geografici in cui i volontari avrebbero prestato servi- zio). In due anni dalla sua fondazio- ne il movimento aveva raggiunto 7.300 volontari che servivano in 44 paesi.Nel 1966 il numero toccò i 15.000 volontari, il più elevato nella storia dei Peace corps .Con un pizzico di malizia viene da pensare che for- se non è una coincidenza che tra il 1952 e il 1966, con lo sviluppo deci- sivo del movimento di decolonizza- zione, la maggior parte dei paesi nel Sud del mondo raggiunse l’indipen- denza e si delineò un nuovo assetto delle relazioni internazionali. PROPAGANDAO FACCIATA? Mentre il movimento cresceva si prefiguravano nuove prospettive di intervento. Se all’inizio i progetti si focalizzavano unicamente sul setto- re educativo e quello agricolo, a par- tire dagli anni ‘80, sotto la presiden- za di Reagan, vennero sviluppati in- terventi nell’ambito della creazione P RESENZA VOLONTARI NEL MONDO (2006) C ARAIBI : 5%, in 3 paesi A MERICA L ATINA : 23%, in 14 paesi A FRICA : 37% in 25 paesi N ORD A FRICA E M EDIO O RIENTE : 3% in 2 paesi E ST E UROPA - A SIA C ENTRALE : 20% in 13 paesi A SIA : 6% in 4 paesi I SOLE DEL P ACIFICO : 5% in 6 paesi
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