Missioni Consolata - Febbraio 2008

46 MC FEBBRAIO 2008 ALGERIA ziz Bouteflika, vero obiettivo di un at- tacco, rivolto direttamente contro la più alta carica dello stato. Uno stato che fa sempre più fatica a gestire non solo questo rigurgito di terrorismo islamico,ma che non ha ancora fatto pienamente i conti con il suo passato: prima la guerra di libe- razione contro i colonizzatori france- si, una delle più lunghe e cruente, con una stima di oltre unmilione e mezzo di morti algerini, quei mujahiddin (combattenti), che anco- ra oggi sono celebrati come eroi na- zionali; e poi il decennio funesto del terrorismo, quegli anni Novanta, se- gnati da una follia sanguinaria im- pregnata di estremismo islamico, che ha spazzato via più di 200 mila vite u- mane. E oggi, un presente in bilico tra pressioni e spinte spesso opposte e contraddittorie. «L’avvenire dei paesi arabi e musulmani - continua il pro- fessor Cherif - si gioca sulla definizio- ne di un progetto di società adatto ai nostri tempi.Anche in Algeria.Noi siamo vicini all’Europa e all’Occiden- te, e allo stesso tempo gelosi delle nostre radici. È qui che questa con- giunzione e questo rapporto devono realizzarsi. La maggioranza del popo- lo algerino desidera il progresso, ha sete di giustizia sociale e di sviluppo e, contemporaneamente, è fiera di essere musulmana. È questa combi- nazione che dobbiamo costruire e non possiamo permettere agli estre- misti, di qualsiasi tipo, di impedirci di realizzarla, perché separarci dalle no- stre radici da un lato, o dal resto del mondo dall’altro, sarebbe come fini- re in un’ impasse senza vie d’uscita». E ppure, quella che si presenta come una sfida ineludibile per l’Algeria, sembra oggi disattesa da più parti.A cominciare dai vertici dello stato, dove è in corso una lotta acerrima per il potere.All’orizzonte, le elezioni presidenziali del 2009, cru- ciali per il futuro del paese. Lo sa be- Suonatori in un ritrovo di Algeri. Giovani algerini in attesa di un futuro migliore. Donna velata «a braccetto» per le vie di Algeri: emblema di un paese in bilico tra «modernità» e tradizione.

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