Missioni Consolata - Febbraio 2008

DOSSIER 40 MC FEBBRAIO 2008 lo» fa esplodere i prezzi (soprat- tutto con il futuro incerto della produzione petrolifera) della pro- duzione di cereali, che costitui- scono la base della sicurezza ali- mentare. Gli sbalzi del costo del petrolio si irradiano nel sistema dei costi dell’alimentazione (principal- mente nei prodotti cerealicoli, più debolmente nel costo della carne e del pollame) e si deposi- tano schiacciando l’insicurezza alimentare. Lo stesso che l’ef- fetto etanolo, tenendo così in scacco il paese e il suo futuro. La gamma di risorse naturali di cui dispone il paese per lo svilup- po agricolo è la più abbondante tra i paesi centro americani, dove però la produzione si ottiene me- diante tecnologie molto rudimen- tali e dove predominano i piccoli produttori rurali. Il deputato Edwin Castro, capo- gruppo al parlamento per l’Fsln, assicura che il governo di unità e riconciliazione nazionale ha pro- grammato come priorità la ri- composizione del settore agrico- lo: «Il nostro sviluppo deve esse- re vincolato all’agricoltura e all’allevamento, eliminando il fla- una riforma costituzionale. L’attuale costituzione di nascita ri- voluzionaria è stata continua- mente rattoppata dai tre ultimi governi con l’unico obiettivo di privatizzare il Nicaragua. Nel Nicaragua rurale è il pro- gramma «hambre cero» a creare il consenso e allo stesso tempo a cercare di risolvere il problema dell’estrema povertà. Dicevamo che Daniel Ortega è stato fortemente criticato per il clima di distensione tra il suo go- verno, l’Fmi e il Cosep. Questa di- stensione, però, è quella che man- tiene divisa la destra in Nicara- gua, anche dopo le elezioni. Se Daniel intaccasse i privilegi del- l’impresa privata, i deputati di de- stra nell’assemblea, da neoliberi- sti, rappresentando l’impresa pri- vata nazionale e straniera, si unirebbero al loro alleato statuni- tense che rimane in attesa nel- l’ombra dell’ambasciata. Wa- shington sta aspettando il mo- mento propizio per destabilizzare il Nicaragua e far traballare il go- verno sandinista, legittimamente scelto dalla maggioranza dei ni- caraguensi. Con gli impoveriti (che - è meglio precisarlo - sono diversi dai poveri) che nuovamen- te pagherebbero il costo sociale della giocata. Quella del governo Ortega è, quindi, una convivenza forzata. Le tortillas e le sfide di «fame zero» L’altro prezzo delle tortillas è un altro dei capricci dell’ordine in- ternazionale che mette a nudo l’interconnessione degli eccessi della globalizzazione. L’insicurezza alimentare (la fa- me), una delle conseguenze più drammatiche del neoliberismo, continua ad essere il collettore de- gli effetti negativi della globaliz- zazione. Il Centro America oggi si trova tra l’incudine ed il martello. Da una parte, la povertà si molti- plica allo stesso ritmo degli sbal- zi del prezzo internazionale del petrolio, dove - giorno dopo gior- no - il contadino mangia di meno e lavora di più («el campesino co- me menos y tiene que trabajar mas»). Dall’altra, l’«effetto etano- Managua: un accampamento di braccianti agricoli che protestano contro i pesticidi utilizzati nelle pian- tagioni di banane.

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