Missioni Consolata - Febbraio 2008
MISSIONI CONSOLATA MC FEBBRAIO 2008 37 mando il «Partito dell’alleanza li- berale nicaraguense» (Aln), che però viene sconfitto nelle ultime elezioni (novembre 2006). A conti fatti, tutti e tre i gover- ni neoliberisti - di Violeta Chamorro, Arnoldo Alemán ed Enrique Bolaños - hanno perse- guito la privatizzazione dello sta- to nazionale, includendo i servizi base tra cui l’energia, la salute, l’e- ducazione, l’acqua, il trasporto, le infrastrutture e il sistema pensio- nistico. Questi governi hanno procedu- to sottraendo al bilancio dello sta- to fondi destinati ai servizi pub- blici, rendendoli così sempre più deficitari. L’intento era di arrivare ad una privatizzazione senza re- sistenze popolari e offrendo, a prezzi di bancarotta, alle società transnazionali 200 anni di con- quiste sociali. Una politica siffatta ha facilitato lo smantellamento del sistema produttivo nazionale, affossato anche dalla privatizzazione della Banca nazionale e di conseguen- za del credito (colpendo con ciò i piccoli produttori, sia contadini che microimprenditori, che sono la maggioranza in Nicaragua). In un secondo momento, viene distrutto il commercio interno, tra- sformando il Nicaragua in un gran- de importatore di beni e servizi esteri, che costituiscono il grande business della globalizzazione. Globalizzazione che in realtà, nei paesi poveri, altro non è se non una neocolonizzazione. ■ minima rappresentanza parla- mentare, che lo obbliga ad allear- si con l’Fsnl. Alleanza con cui rie- sce a togliere l’immunità parla- mentare ad Alemán e a portarlo davanti alla giutizia. Una giudice sandinista lo condanna a 20 anni di prigione. L’ex presidente entra ed esce dal carcere più volte, in re- lazione al momento politico con- tingente, fino al dicembre 2007, quando viene deciso il suo incar- ceramento. Il governo Bolaños continua a sviluppare la politica neoliberista, privatizzando i servizi pubblici che ancora restano come l’educazione pubblica (sotto la finzione della «autonomia scolastica») e l’acqua (sotto il travestimento di «contrat- ti privati di industrializzazione ed ampliamento del servizio»). Il governo è però minato dall’in- stabilità. Il presidente tenta di uti- lizzare l’esercito per controllare le proteste popolari e lo scontento per il moltiplicarsi della povertà e gli intenti di privatizzazione. Bo- laños spacca infine la destra, for- zionale dei rappresentanti degli or- ganismi statali e giudiziali, insie- me alla riforma della costituzione. Questo accordo politico ha profonde ripercussioni nell’auto- rità morale del leader sandinista, generando sfiducia e alimentando le proposte dell’Mrs, proposte che consistevano nel cambio di dire- zione del sandinismo verso una democratizzazione della sua strut- tura centralista, derivata dalla guerra, ma più che altro al rinno- vamento della sua dirigenza, con- siderata logorata dai suoi errori. Al governo di Alemán succede quello del suo vicepresidente, il conservatore Enrique Bolaños, un latifondista, che per uno stretto margine vince le elezioni del 2001 su Ortega. Il nuovo presidente si proclama nemico della corruzione che aveva caratterizzato il prede- cessore. Era stato infatti scoperto un saccheggio milionario dei fon- di dello stato, insieme a tutti gli aiuti internazionali arrivati per la ri- costruzione a seguito dell’«uraga- no Mich» del 1998, che aveva di- strutto la struttura produttiva del Nicaragua. Alemán viene scaricato anche dal governo statunitense. La divisione della destra lascia Bolaños con una I nove membri della Direzione nazio- nale dell’Fsln; il terzo da sinistra è Daniel Ortega. Sotto: l’entrata trionfale dei sandini- sti a Managua, il 20 luglio 1979. Sotto, a destra: Violeta Barrios de Chamorro, eletta presidente nel 1990; Ortega e i sandinisti lasciano il potere.
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