Missioni Consolata - Febbraio 2008

MISSIONI CONSOLATA MC FEBBRAIO 2008 35 sione dell’entusiasmo rivoluziona- rio al Salvador e al Guatemala, che alla fine lascerà sul terreno ben 50.000 vittime. Dopo un decennio di guerra, di scandali internazionali (come quel- lo dell’Iran-Contras: vendita illega- le di armi al paese mediorientale per finanziare i mercenari antisan- dinisti all’insaputa del Congresso statunitense) e di insuccessi belli- ci dei Contras, il governo norda- mericano democratico di Jimmy Carter decide di intavolare conver- sazioni di pace con il governo di Daniel Ortega. Al tempo stesso, anche i sandinisti, senza l’appog- gio del blocco sovietico (ormai tra- ballante) e per evitare una sconfit- ta militare, propongono la fine del- la guerra e le trattative di pace con presenza internazionale (Esquipu- las II). so decennio, Washington decreta l’embargo alle esportazioni e mina i porti nicaraguensi. Nel contempo, i reduci della Guardia nazionale somozista, gui- dati dal colonnello Enrique Bermu- dez, vengono riuniti, assessorati e finanziati dalla Cia e dai militari ar- gentini della dittatura militare. La Guardia, ribattezzata «la Contra», partendo dall’Honduras e dal Co- sta Rica, intraprende una guerra (non dichiarata) di guerriglia, che il presidente Usa Ronald Reagan chiama «guerra a bassa intensità» (sull’esperienza dei vietcong in Vietnam). Una guerra, fatta con l’o- biettivo di impedire il successo del- la rivoluzione e bloccare la diffu- I l Nicaragua si fa conoscere nel mondo tra gli anni Settanta ed Ottanta per la rivoluzione sandi- nista, che trionfa sulla tirannia del- la dinastia dei Somoza, famiglia imposta e sostenuta dagli Stati Uniti, poco prima dell’assassinio di Sandino nel lontano 1934. Dopo quasi 45 anni di governo dittato- riale, la famiglia Somoza aveva spinto contadini, studenti e sinda- cati alla clandestinità e all’opposi- zione in forma di guerriglia. Nel 1978 la guerriglia si amplia e diventa insurrezione popolare, in cui si coalizzano 3 tendenze: la tendenza proletaria, quella della guerra popolare prolungata e quel- la insurrezionale. Quest’ultima, che fa capo a Daniel Ortega, nel 1979 trionfa. Negli anni Ottanta, dopo 4 anni di rivoluzione, si pro- pongono elezioni che vedono la schiacciante vittoria del «Frente sandinista de liberacion nacional» (Fsln) di Ortega, a capo di una di- rezione nazionale formata da 9 co- mandanti. Il Nicaragua sviluppa un proces- so rivoluzionario molto simile a quello cubano, ma con alcune fon- damentali differenze: il pluralismo politico, il suffragio universale, un sistema economico misto (stato e privati) e la scelta del non-allinea- mento sul piano internazionale. Si comincia ad installare gigan- teschi complessi agroindustriali statali (con l’aiuto di Cuba e dell’U- nione Sovietica) per l’agroesporta- zione. Il governo statunitense, per frustrare l’industrializzazione e de- stabilizzare il paese, comincia al- lora una guerra di aggressione, ob- bligando il Nicaragua a destinare la maggior parte delle sue risorse al- la difesa nazionale. In questo stes- Da Somoza al ritorno di Ortega IL SANDINISMO RIVIVE ( NONOSTANTE TUTTO ) Un piccolo paese «strangolato» più volte nel corso della sua storia: prima dalla dittatura della famiglia Somoza, poi dalle decisioni del presidente Usa Ronal Reagan ed infine dalle devastanti politiche neoliberiste. Oggi il Nicaragua torna a guardare al proprio passato rivoluzionario. Anche se i tempi sono cambiati. Anastasio Somoza: in campagna elettorale con la bandiera degli Stati Uniti (è il 1936).

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