Missioni Consolata - Febbraio 2008

MISSIONI CONSOLATA praticare la nostra fede senza proble- mi - continua mons.Meram -.Quattro anni fa ho ricostruito la chiesa e un rappresentante del governo è venu- to alla consacrazione; adesso stiamo costruendo una nuova sede arcive- scovile». Le sue parole si stavano facendo sempre più accalorate. «Penso che dobbiamo ringraziare Dio di vivere in un paese musulmano, in questomo- do teniamo salda la nostra fede. E sì, perché l’Europa si sta scristianizzan- do. Guardi la Spagna. Zapatero non è un agnostico,ma uno che ha dichia- rato guerra al cristianesimo.Tutto è lecito, ogni tipo di comportamento sessuale, ogni forma di manipolazio- ne della vita. Per unmusulmano questa è la di- mostrazione della superiorità della loro fede, e sa perché? Perché per lo- ro l’Europa è una terra tutta cristiana, così come nei paesi islamici tutti so- nomusulmani. Per loro vale l’equa- zione: Europa = cristianesimo.Quin- di, nella loro testa tutto ciò che acca- de in Europa è opera di cristiani.Così, quando è scoppiato il caso delle bar- zellette su Maometto, l’impressione che se ne è avuta qui è che siano stati dei cristiani a pubblicarle. Quando il governatore della nostra provincia è venuto ad assistere a una messa in occasione dei 27 anni della rivoluzione islamica, giorno che coin- cideva con la presentazione di Cristo al tempio, ne ho approfittato per af- frontare l’argomento.Gli ho spiegato che non bisogna mettere in conto quelle barzellette alla cristianità, per- ché in Europa, come nel resto del mondo, non esistono governi cristia- ni, semmai il contrario». Le parole di mons.Meramnon am- mettevano repliche, né,d’altronde, io avrei avuto alcunché da replicare. L’arcivescovo di Urmia, che parlava un ottimo inglese,dimostrava di es- sere bene informato sulla situazione europea: era venuto diverse volte in Occidente e in quel momento davan- ti a lui, sul tavolo, c’era una nota rivi- sta italiana d’attualità e politica. A lla luce dei fatti recenti, qual- cosa, però, si potrebbe ag- giungere al suo discorso. Se è vero che i cristiani assiri e caldei non hannomotivi seri per abbandonare l’Iran, ciò non vale, purtroppo, per un altro paese musulmano. I loro confra- telli che vivono al di là degli Zagros, in territorio iracheno, stanno attra- versando uno dei peggiori periodi della loro storia millenaria: sono per- seguitati per la loro fede e oggetto di continue minacce e violenze da par- te di gruppi ed elementi che mirano alla totale islamizzazione del paese. La cronaca riporta una serie conti- nua di intimidazioni, attacchi a chie- se e uccisioni di fedeli e religiosi.Nes- suno è in grado di garantire la loro incolumità.Dal 2003 il numero dei cristiani in Iraq si è dimezzato e conti- nua a diminuire. E come non fuggire, se per il solo fatto di portare al petto una croce si può essere impunemen- te ammazzati, come sotto i «Giovani turchi», che all’inizio del Novecento svuotarono il proprio paese della presenza cristiana? Allora gli eccidi furono organizzati dal governo, adesso le violenze tro- vano terreno favorevole grazie al caos e alla mancanza di istituzioni credibili,ma il risultato potrebbe es- sere lo stesso. ■ MC FEBBRAIO 2008 21 Chiesa caldea cattolica di Urmia. Mons. Dinkha IV , patriarca della chiesa orientale assira inaugura una scuola a Tarzana, in California (Usa).

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