Missioni Consolata - Febbraio 2008

MISSIONI CONSOLATA chiesa d’Oriente, o siriaco orientale, con cui furono indicate le comunità cristiane costituitesi nell’impero per- siano. La circostanza di trovarsi nel territorio dei persiani, nemici di Ro- ma, fu determinante per la chiesa d’Oriente, perché non poté parteci- pare ai concili della cristianità occi- dentale e seguì un percorso suo. Essa adottò la dottrina cristologica antio- chena, un rappresentante della qua- le, Nestorio, fu sconfessato al concilio di Efeso del 431. Per questomotivo spesso si parla, impropriamente, di chiesa nestoriana. In realtà, i cristiani d’Oriente non si riconoscono in que- sto termine e Nestorio rimane per lo- ro una figura secondaria. In quantominoranza, in Oriente i cristiani sperimentarono forme diver- se di ostilità e subirono la persecuzio- ne sotto i re sassanidi.Essendo loro preclusa la via dell’Occidente, essi ri- volsero il proprio slanciomissionario a est e portarono il cristianesimo in India,Cina eMongolia. I loromonaci erano tenuti in grande considerazio- ne alla corte del Gran Khan. Quando gli eserciti mongoli di Hu- lagu distrussero Baghdad, nel 1258, e stabilirono il proprio dominio sulla Persia, i cristiani non solo furono ri- sparmiati, ma godettero del favore dei conquistatori.Nuove chiese furo- no costruite in diversi centri dell’A- zerbaigian: oltre che a Urmia, dove la presenza degli assiri è attestata dall’i- nizio del XII secolo, a Tabriz, Salmas, Mar ā ghe. I cristiani non sfuggirono, invece, alla ferocia di Tamerlano, che alla fine del XIV secolo percorse a più riprese la Persia e la Mesopotamia, distruggendo e uccidendo. I secoli successivi furono più tranquilli,ma con l’inizio della prima guerra mon- diale una nuova tragedia si abbatté su queste comunità. FUGA DAL GENOCIDIO Si calcola che all’inizio del Novecento nella regione di Urmia i cristiani, tra assiri, caldei e armeni, fossero circa il 40% della popolazione. Essi abitava- no prevalentemente nei villaggi. Nell’Ottocento avevano cominciato ad arrivare in Persia i missionari occi- dentali, primi tra tutti i protestanti a- mericani, che nel 1834 aprirono una missione a Urmia, subito seguiti dai lazzaristi francesi, poi dagli inglesi e, infine, dai russi. A quei tempi la Russia si contende- va con l’impero britannico il dominio sulla Persia che, rimanendo formal- mente uno stato indipendente, era stata divisa nel 1907 in due zone di influenza: quella inglese a sud e quel- la russa a nord.Quando la Russia en- trò in guerra contro l’impero ottoma- no, benché la Persia fosse neutrale, le sue province settentrionali furono ben presto interessate dal conflitto. Alla fine del 1914 gli ottomani at- taccarono le posizioni russe nel Cau- caso e cominciarono ad avanzare versoTabriz e Urmia.Questo fatto non lasciava presagire niente di buo- no per i cristiani.Nella regione si sa- peva dei massacri contro gli armeni avvenuti inTurchia negli anni 1894- 96 e della politica dei «Giovani tur- chi», sfociata nel genocidio di unmi- lione e mezzo di armeni e 275 mila cristiani assiri e siro-caldei. Alla notizia dell’arrivo dei turchi molti cristiani fuggirono verso il Cau- caso russo,quelli rimasti cercarono ri- fugio presso lemissioni occidentali, mentre le truppe irregolari curde al seguito degli ottomani razziavano e distruggevano i villaggi.Si calcola che lemissioni americane siano arrivate a ospitare fino a 15mila rifugiati,quella francese 10mila.Sebbene gli ottoma- ni rispettassero la loro neutralità, le condizioni al loro interno erano così terribili chemoltissimi morirono per malattie e stenti.Alla fine della guer- ra, dopo una seconda occupazione ottomana nel 1918, ai cristiani fu per- messo di tornare,ma la loro presenza nella regione non tornòmai più ai li- velli di prima. L’ESODO CONTINUA Molte di queste cose mi erano anco- ra ignote quella mattina,mentre, se- duta nel cortile della chiesa di Santa Maria, aspettavo di parlare con un rappresentante della comunità assi- ra. Secondo una tradizione locale, questa chiesa fu eretta sulla tomba di uno dei magi che seguirono la stella di Gesù,ma nulla rimane dell’e- dificio originale e neppure di quello ricostruito dai russi a fine Ottocento, raso al suolo durante l’occupazione ottomana.Al suo posto è sorta una spartana cappella, accanto alla quale, in anni recenti, è stata costruita una chiesa molto più grande. Era un venerdì, giorno di festa e di riposo in Iran; il cortile era pieno di giovani, venuti a fare lezione di ara- maico. Sebbene lo parlino in fami- glia, i ragazzi che frequentano le scuole statali non sempre imparano anche a scriverlo e a leggerlo. Mentre osservavo i crocchi in atte- sa della lezione e meditavo su quale lingua avremmo utilizzato per comu- nicare, mi sono sentita salutare in perfetto italiano.No, non era uno sperduto connazionale capitato per caso in quel luogo, era padre Bengia- MC FEBBRAIO 2008 17 Il lago di Urmia, con la riva e gli scogli di sale.

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