Missioni Consolata - Febbraio 2008
MISSIONI CONSOLATA vamo percorsi diversi nella casa. Però, non smettemmomai di cooperare lealmente, alla ricerca di ciò che era meglio per la gente e la diocesi.Non lo adulavomai;ma quandomorì, piansi e piansi molto! E poi, il denaro necessario arrivava sempre». ZAPPE SÌ,CATERPILLARNO Uscito dall’ospedale, nel 1969, fra- tel Argese ebbe una bella notizia: Mi- sereor , l’organizzazione della Confe- renza episcopale tedesca, aveva ap- provato la prima fase del progetto idrico: 700 mila marchi. E si mise subi- to all’opera per allestire il campo ba- se a Mukululu, vicino a una cappella fatta di pali, fango e tetto di paglia. Dalla Germania, i sostenitori del progetto volevano che si comprasse un caterpillar per accelerare lo spo- stamento della terra e completare l’opera in pochi mesi.Ma fratel Arge- se non ne volle sapere.Un caterpillar avrebbe distrutto le piccole shambas (campi coltivati) dove doveva passa- re la conduttura principale. Inoltre, con il costo di una tale macchina a- vrebbe potuto pagare per più di tre anni il salario di 100 lavoratori, armati di zappe, pale e carriole. Il progetto ri- sultò essere una gran benedizione per la popolazione locale: lavoro e acqua, oltre alla riduzione al minimo dell’impatto ambientale. Nel gennaio del 1970 si iniziò a scavare. Il tempo non costituiva un problema. Per gente abituata da se- coli a disporre di poca acqua, un gior- no o un anno in più non avrebbero fatto tanta differenza. Il fattore tem- po, però, una differenza l’ha fatta, e grossa pure: il fatto che nell’arco di quasi 40 anni siano state impegnate centinaia, anzi,migliaia di persone, ha fatto sì che il progetto arrivasse nel profondo del cuore della popola- zione locale: non era un’opera calata dall’alto da un’efficiente Ong stranie- ra, che arriva e se ne va;ma un pro- getto fatto con la gente, dalla gente e per la gente. GOCCIAAGOCCIA Nonostante i timori di monsignore, il denaro arrivò fin dall’inizio del Tuu- ruWater Scheme (Progetto acquedot- to di Tuuru) da donatori stranieri e harambee locali. Sono stati investiti milioni di dollari provenienti da vari paesi. Fratel Argese rimane sbalordi- to quando pensa al sostegno straor- dinario proveniente da ogni parte. Come avviene nella foresta, dove l’acqua è raccolta goccia a goccia, formandomilioni di litri per rispon- dere al fabbisogno quotidiano della gente, allo stessomodo, il danaro ne- cessario è stillato goccia a goccia: un marco sull’altro, una peseta sull’altra, una lira sull’altra, un fiorino sull’altro, un euro sull’altro, un dollaro sull’al- tro... e persino uno scellino sull’altro! Ed ecco i risultati.Un progetto nato su scala ridotta, è diventato una rete di oltre 250 kmdi condutture, decine di cisterne e migliaia di punti di di- stribuzione: ogni giorno vengono di- stribuiti quasi 4 milioni di litri d’ac- qua a oltre 250 mila persone, più di 40 mila capi di bestiame, 20 mila pe- core e capre. E il progetto continua, per rispondere alle necessità della gente nelle zone più remote. L’acqua ha cambiato la vita alla re- gione: la poliomielite è quasi scom- parsa, villaggi e commerci sono spuntati come funghi intorno ai pun- ti di erogazione, le scuole sono pro- gredite, la popolazione è cresciuta, le donne sono state liberate dalla schia- MC FEBBRAIO 2008 13 L’acquedotto di Tuuru provvede anche al bestiame.
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