Missioni Consolata - Febbraio 2008
MISSIONI CONSOLATA P orto di Mombasa, 27 settem- bre 1957.Un uomo scruta i vol- ti di tutti i passeggeri che sbar- cano dalla nave appena attraccata. «Tre preti e una suora» grida. Li trova finalmente: due preti, un fratello laico e una suora. « Haraka! » (sbrigatevi). Non c’è tempo per il benvenuto; il treno sta aspettando. Il tempo di arri- vare alla stazione, prendere il bigliet- to del treno notturno per Nairobi e... benvenuti in Kenya! Il giorno dopo, unmissionario vete- rano li attende alla stazione di Nairo- bi. Rapidi saluti, una sbrigativa sosta all’ufficio immigrazione per le forma- lità, un cambio di macchina alla pro- cura a Muthaiga, un «arrivederci» ai tre compagni di viaggio inmare e il giovane fratello, appena 25enne, co- mincia a prendere confidenza con le polverose strade verso il nord,desti- nazione: la città di Meru.Ci arriva il 29 settembre,dopo una nottata a Kyeni e un interminabile viaggio, serpeg- giando su e giù per le colline nella ro- vente calura della stagione secca. Giuseppe Argese, nato nel 1932, missionario della Consolata, è arriva- to nella diocesi che segnerà per sem- pre la sua vita. Il vescovomons. Lo- renzo Bessone è in Italia; a dargli il benvenuto è fratel Francesco Costar- di, non ancora 33enne, arrivato in Kenya all’inizio dello stesso anno, con l’incarico di costruire la cattedrale di Meru, che spunta appena dalle fon- damenta. Per dicembre è previsto l’arrivo di altri tre fratelli:Giovanni Comaron,Dino Bottaro e Bruno Bes- sani; ma saranno destinati a costruire un santuario dedicato alla Consolata a Karatina, per ringraziarla del ritorno in Kenya dei missionari che, durante la seconda guerra mondiale, erano stati portati in campo di concentra- mento in Sudafrica. Progettomai de- collato e poi costruito a Nairobi. Il giorno dopo, 30 settembre, fratel Costardi si ammala ed è portato all’o- spedale. Fratel Argese si trova solo a dirigere la costruzione della catte- drale: 80 lavoratori aspettano pazien- temente le sue direttive. È troppo! Due settimane prima era ancora in Italia e, all’improvviso, ecco- lo là, con una cattedrale tutta da co- struire. Si rifugia nella sua camera e si siede sconsolato sul baule.Dopo pranzo prende la decisione: se una cosa va fatta, è meglio affrontarla su- bito. Esce e comincia a lavorare con gli 80 uomini. La cattedrale cresce; artigiani e muratori si abituano al nuovo capo che non sa una parola della loro lin- gua (il kemeru ),ma migliora di giorno in giorno nella comunicazione non verbale. Tre anni dopo, il 10 settem- bre 1960, la cattedrale viene ufficial- mente inaugurata. COSTRUTTORE DI CHIESE Quandomons. Bessone si stabilì a Meru, gli unici edifici in pietra nella diocesi erano l’abitazione dei missio- nari e la chiesa a Kyeni. La casa era stata costruita in pietra per motivi di sicurezza durante il periodo dell’e- mergenza mau-mau ;ma la chiesa era in condizioni tali che poteva crollare da unmomento all’altro. A quei tempi, i fratelli abitavano a Meru, insieme al vescovo,ma opera- vano su tutto l’immenso territorio della diocesi, oggi suddiviso nelle diocesi di Meru, Embu,Garissa, parte di Malindi e vicariato di Isiolo. La cattedrale di Meru è una delle tante chiese costruite dal gruppo dei missionari fratelli.Ma quasi tutte le chiese della diocesi di Meru portano l’impronta di fratel Argese: quella di Chuka, costruita nello stesso periodo MC FEBBRAIO 2008 11 Mujwa, una delle numerose chiese costruite da fratel Argese. Vasca di ossigenizzazione dell’acquedotto di Tuuru.
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