Missioni Consolata - Gennaio 2008

MC GENNAIO 2008 67 Malgrado tutto questo ostruzionismo, l’avvenimento ha avuto eco nazionale e internazionale tale che lo scon- tento era ben visibile tra i partigiani di Blaise Compaoré (attuale presidente, salito al potere il giorno dell’assassi- nio di Sankara, ndr ). Non dimenticheranno mai il colpo di grazia che ha costituito la venuta in Burkina di Mariam Sankara, la vedova del presidente defunto. Erano quasi 20 anni che aveva lasciato il paese in seguito all’assassinio di suo marito, senza più rimetterci piede. È stata accolta all’aeroporto di Ouagadougou da una popolazione numerosa, in un clima quasi d’isteria collettiva. Il giorno seguente, il 15 ottobre, un cimitero nero di gente ha assi- stito alla cerimonia per il deposito di corone di fiori sulla tomba. Tutto questo non è piaciuto a Blaise Compaoré e i suoi uomini che avevano messo tutti i mezzi dalla loro parte sperando di marginalizzare le attività dei sankaristi. LE CONTRO - MANIFESTAZIONI Le manifestazioni del potere erano state organizzate nelle 45 province del paese con comita- ti provinciali. Parola d’ordine «festeggiare la rinascita demo- cratica del Burkina», che Blaise vuole inizi proprio quel 15 otto- bre. A Ouagadougou una confe- renza internazionale sulla buo- na governance è stata convoca- ta, invitando personalità africa- ne (e non) ad alti livelli. Di pas- saggio in Africa, è venuto anche il presidente del Brasile: Lula. Le star africane della musica hanno fatto l’animazione. Le organizzazioni dei giovani lega- te al potere sono state mobilitate dal ministero di com- petenza e portate a Pô, la città da dove partì la rivoluzio- ne, per un meeting che si voleva storico. Si trattava di spiegare a questi giovani che la rivoluzione è stata fatta da Blaise Compaoré e che Sankara l’ha diretta per procura. Per l’occasione hanno portato delle persone a testimo- niare e il tutto si è fatto in un’atmosfera di malafede e di finta amnesia. A festa finita ognuno fa il suo bilancio. Ci si può domandare a che cosa ha portato questo confronto sulla data del 15 ottobre. Il 30 marzo 2001, una giornata detta di riconciliazione nazionale era stata organizzata sotto la guida di Blaise Compaoré stesso. In quell’occasione, Thomas Sankara, era stato elevato al rango di eroe nazionale. Strano eroe nazionale se il ventesimo anniversario della morte resta oggetto, dal lato ufficiale di un ostracismo incallito! C’è un altro mondo che osserva, riflette, agisce VOCI DALLA STRADA 1987-2007. Una ricorrenza preparata da tempo da chi sostie- ne, ancora oggi, lo spirito che aveva animato il breve periodo di governo Sankara e sentita anche dalla gente comune. L a signora Fanta fa la sarta e all’epoca aveva vent’anni. Nel suo piccolo atelier ricorda quegli anni con un po’ di nostal- gia: «Grazie a Tom Sank, il mio Capitano – dice, facendo l’oc- chiolino – le donne hanno avuto molto, la nostra condizione è migliorata». Chi ha vissuto gli anni della rivoluzione non può dimentica- re le campagne di vaccinazioni per i bambini, la lotta contro l’analfabetismo, le battaglie contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili e molto altro ancora. Non solo nostalgia: «Sankara ha fatto sicuramente delle cose buone ma un gover- no militare non è mai buono per un paese, se fosse durato più a lungo non sarebbe stato positivo» racconta Mamadou, taxi- sta cinquantenne a Ouagadougou. «Non si parla mai abbastanza di queste cose, ma non dob- biamo smettere di ricordare, per fare conoscere. Noi che ab- biamo conosciuto Thomas abbiamo il dovere storico di parla- re di lui. Oggi ci sono giovani di vent’anni che non hanno visto quel periodo. Noi che l’abbiamo vissuto dobbiamo raccontar- lo». Sono le parole di Fidel Toé, ministro del lavoro durante il governo Sankara, suo amico d’infanzia, amico fedele anche do- po la sua morte. Non ha ceduto alle pressioni di chi voleva far- gli dichiarare che Sankara stesse organizzando un complotto contro Compaoré. Ricordare il 15 ottobre significa ricordare che Sankara è stato ucciso da uomini facenti parte di quello stesso paese per lo sviluppo del quale lui si era battuto. J ean Hubert Bazie, giornalista, che oggi si occupa di forma- zione, è membro del comitato organizzativo della comme- morazione per Sankara, con cui aveva lavorato. Con passione racconta: «L’anniversario è stato preparato tranquillamente da noi, con discrezione, prenotando in anticipo la Maison du Peuple (centro per manifestazioni, ndr ), ma può essere che gli uomini del presidente abbiano capito che c’è molto interesse per questo avvenimento, e abbiano avuto paura. Dunque, han- no reagito inventando la festa per i vent’anni della rinascita de- mocratica. Trovo questa decisione una scelta stolta. Se è vero che il presidente ha portato la democrazia è strano voler fe- steggiare il giorno in cui il potere è stato preso uccidendo Sankara, dovrebbero piuttosto celebrare il giorno dell’elezione del presidente. È fondamentalmente un errore festeggiare il giorno in cui un uomo è stato ucciso». Alla marcia popolare del 15 ottobre, alla tomba di Sankara lui è presente, insieme alla moglie di Sankara, rientrata dalla Francia per l’occasione, e a migliaia di persone che, con forza, hanno manifestato. Per te- stimoniare che la morte del leader non ha cancellato le sue idee. Contemporaneamente, a place de la Nation (ex place de la Révolution , negli anni di Sankara), si è svolta la kermesse per festeggiare la democrazia. Tiziana Mussano, da Ouagadougou

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