Missioni Consolata - Gennaio 2008
MISSIONI CONSOLATA dai nomi che ricordano, talvolta, quelli delle grandi metropoli norda- mericane. Sono giovani ed adole- scenti spesso succubi di droghe a basso costo, fatte circolare ad arte da personaggi senza scrupoli che li sfruttano, per mantenere Haiti sotto l’incubo costante della violenza e del caos. La prossima generazione, nata alla fine del millennio, non sarà molto diversa da questa: la violenza è aumentata, il consumo di droga è cresciuto e soprattutto tra i giova- nissimi, migliaia sono quelli che cre- scono per strada, senza alcun riferi- mento familiare. Le ultime generazioni sono state duramente provate.Molti adole- scenti nascondono la loro angoscia dietro il sorriso e la seduzione.Un sorriso che nasconde però, la paura dello straniero e del prossimo in ge- nerale. Una paura che si trasforma rapidamente nella violenza più fero- ce, senza nessun rispetto per l’altro. Impotenti, davanti all’angoscia che li distrugge, arrivano a commettere e a giustificare con un semplice «non è colpa mia» i delitti più orribili. SENZA CAPOFAMIGLIA Numerosi capifamiglia nella prima metà degli anni Ottanta furono uc- cisi dalle milizie paramilitari e dall’e- sercito, sia in campagna sia in città. Il clima di violenza e la povertà di quel periodo, favorì un forte aumento della migrazione verso la capitale e verso l’estero e gli Stati Uniti diven- tarono sempre più la meta più am- bita del movimentomigratorio le- gale e illegale ( boat people ). Moltissimi nuclei familiari si sfal- darono a causa della partenza del padre e dei figli maggiori. «Moltissi- mi bambini - mi dice ancora Mireille - sono cresciuti e crescono oggi in famiglie senza padri, in un clima di grave disordine e di paura. Le madri, costrette dalla necessità, passano molte ore fuori di casa a racimolare i mezzi di sopravvivenza. I figli vengo- no affidati a terzi o ad altri fratelli o sorelle di pocomaggiori. Il sistema d’allattamento irregolare e disordi- nato, l’abitudine di trascurare il bim- bo durante la fase delicata dello svezzamento, il quasi abbandono nel quale vive sin dai primi anni, il duro lavoro a partire dall’età di sei - sette anni procurano delle ferite al bambino che difficilmente, da adul- to, riuscirà a rimarginare». Le conseguenze di questa dram- matica situazione del mondo infan- tile si possono osservare tra i piccoli pazienti che frequentano il centro sanitario di Sainton. Spesso si pre- sentano bambini con forti ritardi nella crescita e disturbati psicologi- camente perché mal accuditi dalla madre che, a causa delle difficoltà e- conomiche, vive con i propri figli un’esistenza disordinata, inquieta, schiacciata dalle preoccupazioni quotidiane. Il bambino cresce in un ambiente caotico, senza una corret- ta cognizione del tempo e dello spazio e diviene il catalizzatore di tutte le tensioni accumulate dal ge- nitore. ■ MC GENNAIO 2008 65 Di fianco: le montagne della costa sud, luoghi in cui Miraglio ha svolto l’indagine presentata nel suo libro. Sotto: sguardo di bimbo haitiano.
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