Missioni Consolata - Gennaio 2008
MISSIONI CONSOLATA porta avanti con la sua grande ope- rosità. MANCANZA DI RIFERIMENTI «Il ruolo di genitore e marito, oggi in Haiti costituisce una grossa questio- ne - è l’opinione di mons. Louis Ke- breaux, vescovo di Hinche, fine pe- dagogo e profondo conoscitore del- la realtà familiare haïtiana - se da una parte la donna-madre rimane in una situazione fortemente subalter- na ed assume un ruolo sociale che è quasi esclusivamente quello ripro- duttivo, dall’altra parte il padre, a cui spetterebbe nella famiglia il ruolo di colui che apre il bambino alla realtà circostante, è spesso assente.Ci tro- viamo in una“società senza padri” con tutte le conseguenze che ciò comporta. La debolezza, che talvolta è totale assenza, della figura paterna influisce drammaticamente sulla crescita dei figli. Spesso, accade che al bimbomanchino persone di rife- rimento significative in grado di ac- compagnarlo nelle fasi più delicate della sua vita.Questa condizione d’insicurezza genera in lui stati di angoscia, di paura e di ripiegamento su se stesso. Il bambino riceve una formazione egocentrica che lo porta a sviluppare con il passare del tem- po alcune situazioni patologiche: frustrazioni, nevrosi, ansie e paure. Queste si manifestano anche nel permanere di atteggiamenti infanti- li in individui ormai adulti». A sei-sette anni, quando cioè rag- giunge l’età scolare, avviene un cambiamento brutale nella vita del bambino. È l’età infatti in cui comin- cia a svolgere numerose attività nel- la casa e l’atteggiamento dei genito- ri nei suoi confronti muta: da tolle- rante ed accondiscendente, essi passano ad un comportamento esi- gente ed in alcune occasioni violen- to. Molto interessante la testimo- nianza di una donna,Yaya, che di- scute con un altro genitore, a proposito dell’educazione dei figli: «Allora quando tu hai dei bambini, se ti rispondonomale quando gli parli, bisogna frustarli perché gli en- tri nella memoria, perché se lo ricor- dino. Mia cara, dal momento in cui un bambino comincia a capire, tu hai il diritto di dirgli di togliere quel- MC GENNAIO 2008 63 ai figli, non c’è un vero e proprio dia- logo ed i più piccoli a colpi di basto- ne apprendono le regole dell’edu- cazione. «Non bisogna permettere che i bambini abbiano troppa fami- liarità con gli adulti.Diventanoma- leducati! Un bambino non deve guardare negli occhi un adulto che gli rivolge la parola, non va bene!» mi dice una donna durante una con- versazione nel centro sanitario di Sainton.Quando un adulto si rivolge ad un bambino quest’ultimo deve rispondere con lo sguardo rivolto a terra e con un tono di voce acuto e sottomesso, detto appunto «voce da bambino». Molte donne hanno più figli con differenti conviventi. L’uomo in que- sta situazione tende a privilegiare quelli che considera come i suoi figli, trascurando e maltrattando, inmolti casi, i bambini che la donna ha avu- to nelle precedenti unioni. Ho potuto osservare anche alcuni casi di uomini abbandonati dalla donna che si prendono cura dei figli ma si tratta di un fenomenomargi- nale, molto più frequenti sono le si- tuazioni di donne che vivono sole con i figli oppure i casi di mariti che vivono «sulle spalle» delle mogli. È la donna infatti, che inmolte famiglie procura il redditomaggiore attra- verso le mille piccole attività che Sopra: una tipica famiglia di campa- gna, con lamadre (sinistra) e le figlie. Di fianco: suonatori di una banda Rarà , gruppi pre-carnevaleschi in competizione per musiche e costumi.
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