Missioni Consolata - Gennaio 2008
50 MC GENNAIO 2008 GEORGIA Carlo, della missione stimmatina di Kutaisi, così spiega l’indolenza degli uomini: «Nel passato il loro compito era difendere la famiglia e la terra da- gli aggressori, la casa non interessava perché poteva andare distrutta.An- che oggi l’uomo presidia il territorio, lo tiene sotto controllo, ed è pronto a prendere le armi in qualsiasi mo- mento per difenderlo. Partirebbero tutti quanti alla riconquista del- l’Abkhazia, che considerano terra lo- ro, se il governo non lo impedisse». È vero, i georgiani erano famosi e apprezzati per le loro doti guerre- sche, sviluppate in secoli di lotte con- tro invasori e razziatori d’ogni sorta. Nel XIII secolo i mongoli li utilizzarono addirittura nelle campagne contro Baghdad e l’Egitto, con ottimi risulta- ti. Oggi, però, l’abilità nel guerreggia- re purtroppo non è sufficiente a fare andare avanti il paese. TRA RUSSIA E OCCIDENTE La Georgia era il frutteto dell’Urss. Le condizioni climatiche vi permetto- no la coltivazione di una gran varietà di colture, non solo frutticole.Nella piana del Rioni, che ha unmicroclima subtropicale, crescono grano, riso, ta- bacco, cotone, tè; la Kakhetia, a ovest, è il regno della vite. Sono scarse, inve- ce, le risorse del sottosuolo, se si e- sclude il manganese. Per questo, mentre l’industria vi era relativamen- te poco sviluppata, sulle tavole di tut- ta l’Urss si gustavano i prodotti della terra georgiana: vino, acque minerali, agrumi, tè. Il fatto d’avere la sua maggiore ric- chezza nell’agricoltura è stata una fortuna per il paese.Con la fine del- l’Urss,mentre molte fabbriche, qui come in altre repubbliche ex sovieti- che, erano costrette a chiudere per l’interrompersi di un ciclo economi- co atto a funzionare solo all’interno del gran corpo dell’Unione, la Russia ha continuato a consumare i prodot- ti georgiani, di cui è rimasta il mag- gior importatore.Ora, però, la politica apertamente russofoba del nuovo governo ha compromesso rapporti commerciali consolidati, causando ingenti perdite al settore agricolo. Questo nuovo corso si è inaugura- to all’inizio del 2004 con l’elezione al- la presidenza di Mikhail Saakashvili, un giovane avvocato di 35 anni. Egli ha fatto una scelta decisamente filo- occidentale, rivolta in primo luogo a- gli Stati Uniti.Non ha, però, abbando- nato gli slogan nazionalisti.Oltre a guardare a ovest, oltre alla lotta alla corruzione, il suo Movimento nazio- nale ha come obiettivo quello di ri- pristinare il controllo centrale sulle regioni secessioniste.Un programma ampiamente condiviso, se gli ha per- messo di conquistare il 97% dei voti. Questo governo dei «ragazzini» - come qualche georgiano lo definisce con condiscendenza, riferendosi alla squadra di trentenni e quarantenni di cui il presidente si è circondato - qualche risultato l’ha ottenuto.Tbilisi è riuscita a spodestare dall’Agiaria il governatore Aslan Abashidze, che dagli anni ‘90 l’aveva retta come un feudo personale, e sta ora cercando di riprendersi l’Ossezia con una poli- tica di divide et impera e di alletta- menti economici. Anche la lotta alla corruzione ha dato qualche esito, per lomeno tra le forze dell’ordine.Da un giorno all’al- tro sono stati licenziati tutti i poliziot- ti. «Per tre mesi non se ne è visto uno in giro - ricorda padre Carlo -; poi, al posto dei vecchi agenti, tronfi e pan- ciuti, ne sono comparsi di nuovi: tutti in perfetta tenuta,magri, puliti, rasati, educati e, soprattutto, che non chie- dono soldi. Bisogna dire che adesso la polizia funziona». Dopo l’arrivo al potere di Saakash- vili gli aiuti occidentali sono più che raddoppiati: si calcola che, in rappor- to alla popolazione, la Georgia sia la maggiore beneficiaria delle elargi- zioni americane, dopo Israele. Il presi- dente, e con lui la maggioranza dei Kutaisi, ex chiesa cattolica.
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