Missioni Consolata - Gennaio 2008

DOSSIER N ella colletta della domenica 26a del tempo ordinario, del ciclo liturgico dell’anno A, la chiesa espone l’intenzione uni- versale della celebrazione eucari- stica con queste parole: «O Dio che riveli la tua onnipotenza so- prattutto con la misericordia e il perdono, continua ad effondere su di noi la tua grazia…». Il testo italiano non traduce esat- tamente quello latino che è più espressivo e dirompente: «Deus qui omnipotentiam tuam parcen- do maxime et miserando manife- stas, multiplica super nos mise- ricordiam tuam». La traduzione letterale è: «O Dio, che manifesti la tua onnipotenza in sommo gra- do perdonando e avendo com- passione, moltiplica su di noi la tua misericordia». In questa preghiera, che esprime la dimensione della celebrazione eucaristica, l’assemblea dei fede- li non solo riconosce che il per- dono e la compassione sono il se- gno dell’onnipotenza divina al sommo grado, ma chiede anche di moltiplicare la misericordia co- me se il sommo grado avesse bi- sogno di un supplemento di pietà. Questa straordinaria preghiera ci induce a modificare il nostro con- cetto di Dio e, di conseguenza, anche quello dell’uomo. In un tempo dove la violenza e la ven- detta sono pane quotidiano, ali- mentate da un perverso sistema mediatico che aumenta esponen- zialmente il degrado che descrive e di cui molto spesso si compia- ce, parlare di «misericordia e di perdono» può sembrare anacro- nistico. Noi lo ammettiamo: è ana- cronistico, perché la logica della fede non è sottomessa alla logica 30 MC GENNAIO 2008 Perdono e misericordia: il volto nuovo della «civiltà cristiana» IL MESTIERE DI DIO Un perdono che non si coniughi con lamisericordia e la giustizia non appartiene alle scelte del Dio di Gesù Cristo, che dall’amore «illogico» e viscerale per la sua creatura è capace di generare costantemente vita nuova. Di Paolo Farinella

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