Missioni Consolata - Gennaio 2008
20 MC GENNAIO 2008 ARGENTINA del gruppo, non frena il consumo di droghe». Al Santa il turno della notte è,più omeno, strutturato come quello del giorno: dopo l’entrata, i bambini si lavano, fanno cena,qualche attività di svago (lezioni di arti marziali o d’arte) e versomezzanotte vanno a letto; al mattino, alle 8, viene servita la colazione e poi sono liberi. Ci fermiamo a parlare con le bam- bine e i bambini che attendono la le- zione. Le femmine, giovanissimema già segnate dalla vita (anche fisica- mente, qualche occhio pesto,qual- che livido sul corpo), si atteggiano a «donne» con il rossetto sulle labbra e lemovenze adulte. I maschi sono più bambini, anche se si comporta- no da bulli senza paura. Mario, l’inse- gnante di arti marziali, chiama alla lezione e tutti corrono via. Finalmente èmezzanotte È passata la mezzanotte.Nelle due stanze - una per le femmine, un’altra per i maschi - la luce è stata spenta. Qualcuno già dorme,qualche altro ancora bisbiglia con il vicino di ma- terasso. Adrian, Eduardo,Mario e il cuoco possono finalmente sedersi attorno ad un tavolo. ■ (*) F OTO : P AOLO M OIOLA E D AMIÁN T ETELBAUM . Abbiamo scelto di coprire gli occhi dei ragazzi fotografati - tra l’altro, tutti mi- norenni - per un doveroso rispetto della loro privacy e per proteggerli da ulteriori rischi. Nella seconda puntata di questo re- portage racconteremo una notte tra- scorsa sulle stradedi Buenos Aires,per capiremeglio come vivono las chicas y los chicos de la calle . Si ringrazia per la collaborazione in loco J ACOPO P ALUMBO . Sulla problematica dei bambini di strada, dello stesso autore si legga Costa Rica. Parassiti e criminali , MC, gennaio 1996. protettive.Ma non tutti possono ol- trepassare quel confine.Questa sera al varco c’è Adrian.Gentilema fermo, Adrian si erge sulla soglia ed interro- ga i ragazzi che,da fuori, spingono per entrare: deve accertarsi del loro stato. «Non possiamo far entrare i bam- bini che sono sotto l’effetto del paco . Troppo alterati, troppo violenti.Pur- troppo, non siamo attrezzati per af- frontare quest’emergenza».Un’e- mergenza crescente, se si considera che il paco costa meno della ma- rijuana e «sballa» di più. Adrian è paziente. Ha studiato in una scuola pubblica,ma si conside- ra un alunno salesiano. Conosce i bambini di strada e le loro proble- matiche. Conosce le dinamiche in- terne alle ranchadas . «È il leader della ranchada - spiega - che deci- de cosa il gruppo deve fare. Può es- sere un capo positivo o negativo. Questo secondo abusa del suo po- tere, fa violenza sugli stessi membri B uenos Aires. In Calle Don Bosco tutto ha il marchio dei sa- lesiani. Abbiamo appuntamento con padre Francisco De Rito, salesiano di origini calabresi, che dopo 10 anni in Pata- gonia da tempo ha iniziato a seguire il progetto degli Hoga- res Don Bosco . Padre, come descriverebbe in poche parole il progetto degli Hogares? «Delicato e di grande emergenza. A Buenos Aires ci sono al- meno4.000bambineebambini chevivononellestrade.Mol- ti di essi hanno famiglia,ma preferiscono la strada.Attraver- so gli educatori noi li contattiamo offrendo case di acco- glienza, scolarizzazione,recuperodel rapportocon lefamiglie d’origine. In una parola,un altro progetto di vita». Dopo la spaventosa crisi del 2001, inquesti anni l’Argentina guidata dai coniugi Kirchner ha fatto dei passi in avanti, alme- no a livello economico.Èmigliorato il problema dei bambini di strada? «In questi anni la situazione è peggiorata.Molte famiglie so- no arrivate dall’interno del paese, credendo di trovare qui la soluzione ai loro problemi economici.Ma non è andata così. Oltre a ciò,sono aumentate le situazioni di violenza all’inter- nodelle famigliedove,tra l’altro,spessoci sonopatrigni oma- trigne». Perché tanta violenza? «La causa prima è la società diseguale,con troppe differenze trachi accumulaechi nonhanulla.Lascelta liberistaedimer- cato ha prodotto questa frattura. Stiamo migliorando, ma l’Argentina rimane un paese diseguale». Secondo lei, quali sarebbero le prime contromisure da adot- tare? «Migliorare il mondo del lavoro.Offrire a tutti un’occupazio- nedignitosaconcui si possaaffrontare lavita,provvedereal- lasaluteeall’educazionedei figli.Sì,il peccatopeggioreènon dare alla gente un lavoro degno. Senza di esso si genera de- linquenza e passività sociale». (pa.mo .) H OGARES D ON B OSCO ( E I GUASTI DI UNA SOCIETÀ DISEGUALE ) Intervista - Padre Francisco De Rito, salesiano
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