Missioni Consolata - Dicembre 2007

GALATINA (LECCE) SO ANNI DOPO C inquant'anni non sono molti (( J>e!' lastoria di una _ pa �c- chla, ma sono stati ann• densi, gli anni dellosviluppoe dell'or­ ganizzazione•.Mentreguida spedito per le strade di Galatina, padre France­ sco sembra quasi volersi giustificare per aver «SSOt.antDtquestecinque decadi da raccontare e nulla di più. Eppure, a pensarci bene, cin­ quant'anni rappresentano un arco di tempo condiviso da ben tre ge­ nerazioni e, facendo bene il calcolo di quanti giovani, menogiovani e anziani sono passati attraverso il portone della chiesa, le storie da raccontare non dovrebbero esau­ rirsi tanto rapidamente. Padre Francesco in fondo questo lo sa, tanto che sulla sua parrocchia ha addirittura scritto un libro, che si in­ titola proprio così: «Cinquant'anni dopo: Parrocchia Cuore Immacolato di Maria». Padre Francesco D'Acquarica, mis­ sionario della Consolata, è parroco soltanto dal 2002, ma la storia della parrocchia, che è poi parte della storia di Galatina, la racconta perché ce l'ha nel sangue, essendo nato a Noha, a pochi chilometri dal quartiere dove adesso svolge il suo servizio pastorale. Insieme a due confratelli, Pedro Cagliani e Lorenzo Lamberti, anima questa comunità, continuando una tradizione che vede i missionari della Consolata presenti nel Salento, seppur a fasi alterne, dal 1928. Il rione Italia, dove la parrocchia sorge, è un borgo periferico, pro­ teso a est, sulla strada che, uscendo da Galatina, si perde per i campi fino a Soleto. Gli archivi ci raccon­ tano che proprio da Soleto, per quella stessa strada, giunse in città la Vergine pellegrina, segnando di fatto l'inizio della storia di questa comunità. Era il 1949. Soltanto pochi anni prima, nel 1942, Pio xn aveva con­ sacrato al Cuore Immacolato di Maria l'umanità sconvolta dal se­ condo conflitto mondiale. Ora, alla Vergine si affidava la ricostruzione di una nazione che voleva darsi pos­ sibilità nuove dopo tanta soffe­ renza; si moltiplicavano i convegni mariani e le peregrinatioMariae: a Maria si volevano mostrare i drammi e le speranze di un paeseche voleva lentamente rinascere. Nel suo piccolo, il rione Italia di Galatina rappresentava un simbolo di questo fermento. Un numero sempre maggiore di case iniziava a sorgere in questa zona, le cui strade richiamavano immediatamente il nome del quartiere: via Alessandria, via Como, via Foggia, via Venezia: Italia, appunto. Ad attendere il «passaggio» di Maria, quel giorno del 1949, vi era un'im­ mensa folla festante. Fu in quell'oc­ casione che l'allora parroco di Galatina, mons. Gabriele Podo, ebbe l'idea di costruire una chiesa che potesse dare a questo quartiere, ol­ tre a una grande espansione edilizia, anche i solidi fondamenti della fede. l soldi per l'opera che mons. Podo voleva costruire erano pochi, ma l'intraprendente arciprete si fece, come soleva dire lui stesso, «pez­ zente per la Madonna» e l'opera poté iniziare. Oggi, cinquant'anni dopo, gli «eredi» di mons. Podo potranno fare i loro bilanci e calcolare quant'ac­ qua è passata sotto quei ponti; tanta acqua missionaria, per la ve­ rità. Dal 1962 a1 1972, infatti, la parrocchia «Cuore Immacolato di Maria• venne retta dai missionari del Pime di Milano e, in questi ultimi anni, è stata servita dai missionari della Consolata. Fu padre Pietro Moretti che, nel 1998, iniziò a collaborare con l'anziano parroco della parrocchia, don Antonio Terlizzi. Questi rimase parroco per ben 29 anni, guidando la comunità, da dopo l'abbandono dei missionari del Pime, fino al 2001 , anno in cui i missionari della Consolata ne accettarono la cura pastorale. Tanti auguri, dunque, a questa co­ munità in festa; non soltanto al par­ roco attuale e ai suoi collaboratori, ma anche a tutte le associazioni e gruppi che rendono il Cuore Immacolato di Maria un centro di fede vivo e che, speriamo, sapranno Facciatadella chiesaparrocchiale di Galatina e processionecon la statuadellaMadonnapellegrina. continuare quella tradizione missio­ naria che per via di una Madonna «itinerante• e dei missionari che l'hanno animata nel passato e con­ tinuano a farlo nel presente, appar­ tiene al Dna di questa parrocchia. Uco Pozzou ----_______________________ ..._____________________________ ---- --- MC DICEMBRE 2007 • 69

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