Missioni Consolata - Dicembre 2007

Tutto Mondo i l ! MAJUNE (MOZAMBICO) l �------ .. -1..31!1Bl:___ l SE L'ISLAM E ••• . « PROFUMATO » 1 A Majune la vita continua come i al solito. Nella missione sia- l mo in tre: il kenyano padre felixOdongo è parroco, il brasiliano fratel Ayres Osmarin e il sottoscrit­ to, laico missionario. Il fratello si sta occupando del pozzo parrocchiale, perché la fonte che rifornisce la 1 missione si è seccata e dobbiamo : andare a prendere l'acqua al fiume. Nel fine settimana seguo padre felix 1 nei servizi religiosi allecomunità; • negli altri giorni visito i villaggi per seguire i nostri progetti della caritas l e della sanità. Nel mese di luglio abbiamo avuto la visita del dottor Lincoln, medico pe­ diatra della parrocchia Santa lsabel di Lisbona, gemellata con la nostra missione, anch'essa dedicata a san- l ta lsabel. Durante la sua breve per­ l manenza il dottore ha visitato 313 : bambini, colpiti da congiuntivite, o­ tite e altre malattie dovute a malnu­ trizione e mancanza di igiene. Data la situazione sanitaria della gente, l abbiamo preparato un progetto che : comprende la vaccinazione contro Ì la varicella, due corsi di formazione, • uno su igiene e nutrizione per le mamme, l'altro per operatori sanita­ ri su come trattare i neonati. 1 Benché la regione del Niassa in ge: nerale non soffra per le carestie, la 1 dieta che lemamme danno ai loro piccoli consiste soprattutto di po­ lenta e foglie di patata, trascurando ortaggi, frutta, legumi, pesce. Da parte nostra raccomandiamo di va- � riare la dieta; in alcuni villaggi siamo r riusciti a recuperare vari bambini af- flitti da grave malnutrizione; ma c'è l ancora molto da fare. • Con il dottor Lincoln abbiamo an- ' che scoperto casi che richiedono un intervento chirurgico complesso: una ragazza di 20 anni, caduta nel 61 • MC DICEMBRE 2007 fuoco quando era piccola, è rimasta con il calcagno incollato alla coscia, con la pianta del piede rivolta verso l'esterno; un bambino di 9 anni è nato quasi privo di mandibola e ha grandi difficoltà a deglutire. Il dottor Lincoln ha fatto alcune foto per sot­ toporre i due casi ai suoi colleghi in Portogallo e studiare le possibili so­ luzioni. l nostri amici portoghesi hanno promesso di tornare insieme a un o­ culista, alcuni infermieri con stru­ menti medici appropriati per even­ tuali operazioni. Naturalmente tutto si svolge in coordinazione con la sa­ nità statale, ossia la direzione pro­ vinciale sanitaria del Niassa. P er quanto riguarda la caritas, stiamo insistendo sull'impe­ gno dellecomunità cristiane nel prendersi cura dei propri vicini più bisognosi. In alcuni villaggi tale idea si sta facendo strada: i cristiani visitano i malati e le vedove, offren­ do loro piccoli aiuti e servizi: farina, legna, secchi d'acqua, piccole som­ me di denaro. Ma vogliamo che tale impegno sia regolare e permanente, e non frutto di entusiasmo passeg­ gero. Come missionari, cerchiamo di dare l'esempio, occupandoci dei malati più gravi e aiutando i più po- FILO DIRETIO tra l missionari dello Consolata e l loro amici nel quattro continenti veri con coperte e pesce secco, qui molto apprezzato. Non tutte le comunità procedono con lo stesso passo nella formazio­ ne cristiana, soprattutto là dove i catechisti, il sabato pomeriggio, be­ vono un po' troppo e lasciano i bambini senza catechesi. Ma non mancano le consolazioni. A natale e a pasqua abbiamo avuto ri­ spettivamente due e quattro batte­ simi di adolescenti provenienti dal­ l'islam. Qualcuno di essi ha manife­ stato il desiderio di diventare mis­ sionario, come prete, fratello o sem­ plice laico. Non è facile vedere se si tratta di vera vocazione o semplice opportunismo: la prudenza non è mai troppa. Le famiglie musulmane non si fanno problemi se un loro membro si fa cristiano. Alcuni musulmani, quando si trovano in difficoltà, non esitano a invocare Gesù Cristo piuttosto che Allah, facendo anche il segno di croce. Abbiamo avuto la visita di alcuni missionari islamici provenienti dal Pakistan: otto uomini, tutti con tur­ bante e barba lunga; facevano una certa impressione; sembravano pa­ renti di Bin Laden, ma si sono rivela­ ti amichevoli e ospitali. Ci hanno in­ vitati in una moschea, offrendoci ci­ bo portato dal loro paese; poi han­ no ricambiato la visita venendo a trovarci nella missione. Hanno per­ corso a piedi i 130 km che separano Majune da Lichinga, fermandosi due o tre giorni nelle moschee incontra­ te nel viaggio. .Ogni passo è stato un sacrificio per Allah» hanno detto. Ci hanno raccontato che avevano chiesto un visto per andare negli U­ sa, esattamente a Hollywood; ma il permesso è stato negato, per cui hanno ripiegato sul Mozambico. Si sono congedati profumandoci le mani; hanno chiesto di pregare per loro, perché Dio li aiuti a scoprire la verità, e hanno promesso di pregare per noi. PAOLO DERIU

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=