Missioni Consolata - Dicembre 2007

diverse parti: una dovevi sono icasida isolare, una dove il personale si veste con le tute che lo isolano e si sveste dopo il contatto con i malati, e una per la disinfestazione. PRIMI CASI AD APRILE La conferma ufficiale dell'epidemia di febbre emorragica da Ebola nel pae­ se africano è arrivata solo il lO settem­ bre ma, come riporta Medici senza frontiere, già dalla fine di aprile erano stati segnalati casi di una malattia sospetta. La conferma di laboratorio della presenza del virus Ebola è arriva- SGUARDO SUL PASSATO N el 1976 , è stato p ro p rio dopo epi­ demie nella Repubblica Democra­ tica del Congo (Zaire) e in Sudan che il virus Ebola è stato identificato per la prima volta: vi furono 318 casi e 280 m orti nell'allora Zaire; 284 casi, 151 mortali in Sudan. La storia nota del virus, q ui nd i è lunga una trentina d'anni, in cu i è stato segnalato anche in Gabon, Uganda e Repubblica del Congo. Ma il ricordo p i ù recente del paese che q ue s t' a nno si è nuov am e n ­ te confrontato co n ilvirusva al 1995, quando vi furono 250 morti su 315 casi di infezione. In Uganda, cinque anni d op o , fra settembre del 2000 e gennaio del 2001, la malattia fu mor­ tale per 224 persone su 425 c as i . Complessivamente, dal momento del­ la sua scoperta, l 'O m s ri p orta 1.850 c a si di Ebola con più di 1.200 morti. Di dieci anni maggiore la storia del virus d i M a r bu r g, identificato nel 1967 i n Germania, a Marburg appun­ to, da cui prese il nome. Il caso ini­ ziale fu proprio in personale di labo­ ratorio, infettatosi lavorando su una scimmia malata proveniente dall'U­ ganda. Contemporaneamente vi furo­ no casi sempre in Germania, a Fran­ coforte, e n ell' a llora Yug os lavia, a Bel­ gra do . Da allora sono stati segnalati diversi casi di febbre emorragica di M arburg : nel1975 in Sudafrica (forse proveniente d a ll o Z i m b a b w e ) , nel 1980 e 1987 in Kenya, fino alla prima grandeepidemia proprio nella R.D. del Congo, fra il 1998 e il 2000. Vi furono a l lo ra 158 casi, di cui 128 c on morte dei pazienti. Ripercorrendo la storia, si arriva infine all'epidemia in Angola de l 2004-2005 e agli ultimi casi segnalati questa estate in Uganda. ta dai laboratori di Atlanta negli Stati Uniti e di Fancesville in Gabon. Oltre all'identificazione dei casi sospetti e delle persone venute in contatto con possibili malati, alle misure di isolamento e all'utilizzo di pratiche sicure nel seppellire i morti, è stato portato avanti un lavoro di infor­ mazione sulla popolazione rispetto alla malattia, l'epidemia e come si diffonde il contagio, come riconosce­ re i primi sintomi e chi avvisare. Gruppi di persone addette alla comunicazione, giornalisti, utilizzo di trasmissioni radio: grazie a queste ulti­ me, I'Oms stima di avere raggiunto oltre il 60 per cento della popolazione locale. Sono stati svolti anche lavori di informazione con gruppi della società civile, non solo per mettere sull'avviso rispetto ai possibili rischi di trasmissio­ ne dell'infezione, ma anche per tran­ quillizzare, ridurre la paura e il panico nei confronti di questa malattia. CAUTOOTTIMISMO Con i primi di ottobre sia I'Oms sia Msf, che ha seguito l'epidemia sul posto, hanno riportato segnali positi­ vi sull'andamento dell'epidemia, come una riduzione nel numero di persone nel centro di isolamento di Kampun­ gu, dove nel mese di settembre vi era­ no stati 32 ricoveri. Nonostante le prove quanto meno di un rallentamento dell'epidemia di Ebola, viene sottolineata l'importanza di mantenere alta l'attenzione, con l'identificazionee l'isolamento dei casi sospetti. In questo senso, Medici sen­ za frontiere ha segnalato come ci sia­ no nel paese villaggi isolati edifficili da raggiungere, con casi sospetti di que- Nellapagina afronte , ilvirus Ebola almicroscopio ereparto diisolamento permalatidiEbola in unospedale delCongo (exZaire). A sinistra, personaleaddetto aimalat i di Ebola, con letuteprotettive e isolanti . sta febbre emorragica. E perdichiarare di avere sotto controllo l'epidemia devono passare 42 giorni dall'isola­ mento dell'ultimo paziente cui è stata confermata la diagnosi di Ebola, pari a due volte l'intervallo di tempo di pos­ sibile incubazione della malattia, prima della comparsa dei sintomi. MARBURG IN ANGOLA I n Italia il ricordo delfepidemia di febbre di Marburg in Angola por­ ta alla memoria la morte della pediatra Maria Sonino: nel paese con l'Ong Medici con l'Africa-Cuamm di Padova, perse la vita per il virus di Marburg il 24 marzo del 2005. Della stessa famiglia del virus Ebo la , anche la febbre e m orra g i ca causata da questo virus è grave, con un numero alto di morti fra le persone infettate; e le duemalattie sono dif­ ficili da distinguere sulla base della clinica. !:inizio dell'ultima epidemia in Angola viene fatto risalire a otto­ bre del 2004, nella provincia di U ig e . Una epidemia proseguita fino all'e­ state del 2005, con oltre 370 perso­ ne infettate e quasi 330 m o rti , e dichiarata conclusa dal Ministero della salute del paese il 7 novembre 2005. Questa estate, il virus di Marburg è stato nuovamente responsabile di alcuni casi di infezione fra m i na t o ri in Uganda, uno dei q ua li mortale. foHn • Meda senza frontiere: http://www.msf .� • ()rgalimlzionemondialedelosmilà: hnP://www.who.int/ e n • PecnReporter. http://www.peocerepoftatnel MC DICEMBRE2007 • 67

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=