Missioni Consolata - Dicembre 2007

,, .��· � • • MISSIONI _, l prodotti cinesi esportati in Africa sono di pessima qualità , ma anche di basso prezzo. Per il potere di acquisto degli africani rappresentano un ' opportunità. ra - Golelchia. «Pochi sono i rap­ porti con la popolazione locale. Vi­ vono in campi isolati e si vedono solo uomini» continua. «A livello popolare non sono molto accetta­ ti dalla popolazione, mentre han­ no una grande protezione da par­ te del governo». Gli etiopici che la­ vorano per loro raccontanoche nei cantieri, una volta passato il con­ trollore, il cemento armato viene smantellato e iltondino di ferro so­ stituito con quello di diametro in­ feriore... Nella regione deii'Oga­ den stanno cercando il petrolio. Qui sono stati recentemente ucci­ si otto cinesi. AFRICA, ENORME MERCATO Il continente africano è anche un immenso mercatodi 850 milioni di persone. Non solo per le grosse imprese (statali), ma anche per l'import - exporte le piccole medie imprese. Si valutanotra 600 e 800 le aziende cinesi (delle quali un quarto private) installate in Africa, mentre sono circa l 50.000 i cine­ si che vivono sul continente (tre volte tanto quelli naturalizzati, so­ prattutto in Africa australe). Oltre ai grandi cantieri (strade, ferrovie, aeroporti, stadi, scuole, ecc.) in mano ai costruttori statali, che tengono i prezzi bassi grazie ai «contratti globali», i prodotti rea­ lizzati in Cina, senza alcun con­ trollodi qualità, e di marchio (mol­ ti sono contraffatti) hanno invaso il continente. l prezzi ridotti di un terzo o un quarto delle stesse mer­ ci di fabbricazione locale o di im· portazione, hanno permesso alla massa di africani a basso reddito di accedere a beni fino a pochi an­ ni fa a loro proibiti. Come il ciclo· motore. Questo fenomeno ha creato an­ che problemi legati al dumping, in particolare nell'industria tessile, dove oltre 75.000 lavoratori han­ no perso il lavoro dal 2002 (Sud Africa, Marocco, Mauritius). Ma anche a quella dei motorini in Burkina. D'altro lato molte multinaziona- li cinesi danno ormai lavoro anche agli africani. In Mozambico, ad esempio la più grossa impresa ci­ nese di costruzioni, che realizza opere pubbliche, ha chiesto che il codice del lavoro sia tradotto in mandarino. Il ministro ha dichia­ rato che una traduzione ufficiale sarà presto disponibile. l cinesi di­ cono di voler avere una migliore comprensione della legge (attual­ mente tradotta solo in inglese) per migliorare i rapporti con i lavora­ tori locali ed evitare così i frequenti scioperi. Gli scambi commerciali nei due sensi sono saliti da 40 miliardi di dollari nel 2005 a 55,46 nel 2006 (statistiche cinesi), mentre il primo ministroWenJiabao ha propostodi portarli a l 00 entro il 201 O. L'Africa fornisce l'l l% delle im­ portazioni della Cina. Molti iniziano a vedere gli inte­ ressi del gigante asiatico nel con­ tinente come un'«invasione» o una «nuovacolonizzazione».Altri pen­ sano che l'Africa ha tutto da gua­ dagnare. Certo è che Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna vedono con apprensione l'intensificarsi di questi rapporti «tra eguali». • MC DICEMBRE 2007 • 3J

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