Missioni Consolata - Dicembre 2007

ra da imprese cinesi (costruzione di l O ospedali, 53 scuole, riabili­ tazionedi strade, ponti e di tre fer­ rovie, la costruzione di un aero· porto, oltre alla fornitura di centi­ naia di camion e trattori). Intanto i cinesi sono sempre più presenti, anche fisicamente. «Ho constatato che la quasi totalità dei bugigattoli chefannofotocopie so­ no gestiti da cinesi (anche in pro­ vincia) e molti cantieri edili (ce ne sono tanti, il paese è in forte cre­ scita) a Luanda hanno personale ci· nese. l più sono occupati nei can­ tieri di ricostruzione della rete stra­ dale. Questo business è finito per la quasi totalità nelle mani dei ci­ nesi». Racconta un cooperante di recente rientrato dal paese. «Ci so­ no molti cinesi in Angola, anche donne. Sono ben visibili, mentre l O anni fa non si notavano». In An­ gola i cinesi sono scherzosamente chiamati «cama quente», owero «letto caldo», perché dormirebbe­ ro in tre, a turno, nello stesso let­ to: owero uno dorme e due lavo­ rano. Anche la Nigeria, con le sue ri­ serve nel delta del Niger fagola al gigante asiatico che ha firmato un contratto di 800 milioni di dollari per una fornitura a PertroChina di 30 mila barili di greggio al giorno, l'acquisto di un blocco da parte della Cnooc e la ristrutturazione della raffineria di Kaduna. l miliar­ di di dollari promessi sono in tut­ to cinque. In cambio la Cina spin­ ge sul piano diplomatico affinché la Nigeria abbia un posto perma­ nente al Consiglio di sicurezza. Con lo Zimbabwe, altro regime «scomodo» come il Sudan, la Cina ha firmato peroltre un miliardo di dollari: costruzione di centrali ter­ miche in cambio di diritti di estra­ zione mineraria. Ma secondo Howard W. French del New York Times3, Pechino sta recentemente prendendo le di­ stanze da regimi del Sudan e dello Zimbabwe, giudicati a lungo ter­ mine controproducenti. LE MINIERE DEL PIANETA Il più recente contratto globale è quello firmato con la Repubblica democratica del Congo e presen­ tato al pubblico lo scorso l 7 set­ tembre. Cinque miliardi di dollari, di cui due subito, per il settore mi­ nerario. Con questi soldi in presti­ to la Cinafinanzia una serie di can­ tieri (3.200 Km di ferrovia, 3.400 km di strada, 450 km di strade cit­ tadine, 31 ospedali e 1 45 dispen­ sari ...) e la ristrutturazione e ri­ modernamento di alcune compa­ gnie congolesi di estrazione mineraria, nonché la prospezione di nuovi siti. Ad esempio la Miba (impresa pubblica di Mbuji-Mayi), possiede giacimenti di diamanti, rame, ferro, nickel, oro e cromo. Se da un lato il presidente Kabila ha così ottenuto i mezzi per la rico­ struzionedel paese, dall'altra laCi­ na entra prepotentemente nel set­ tore minerario di unodei paesi più dotati, a livello mondiale, da que­ sto punto di vista. Il braccio operativo finanziario dellaCina inAfrica è la China Exim Bank. È lei che presta alle multina­ zionali (pubbliche) cinesi i soldi per gli investimenti in terra africana. Si stima che la Cina abbia 1 .300 mi­ liardi di dollari di riserva moneta­ ria e per questo non ha problemi a pagare, oltre che a promettere. In effetti ha soppiantato la Banca Mondiale e il Fondo Monetario In­ ternazionale in materia di prestiti. Le condizioni poste sono talmente vantaggiose, da non essere reddi­ tizi per chi presta, se non a lungo termine. «Alla televisione etiopica, quan­ do viene presentata la firma di un contratto, c'è sempre un cinese di mezzo» racconta padre Rasera, missionario della Consolata che da 25 anni vive nel paese. l cinesi so­ no presenti a livello industriale e stanno rifacendo la strada Mecha- GLI USA {NON) STANNO A GUARDARE A nche gli Usa capiscono l'importanza strategica del continente e si apprestano a lanciare un'ope­ razione sul piano a loropiù consono:quello mili­ tare. Cosl Bush ha annunciato già a fine 2006 1'idea di «Africom», un comando militare statunitense per l'Africa.Si affianca agli altri cinque (Eucom,Northcom, Southcom,Centcom e Pacom) che si dividono il pia­ neta. Finora il continente africano era «coperto» da tre di questi. Costruzione di nuove basi (attualmente gli Usa hanno solo una base ufficiale a Djibuti e una stazione radara SaoTomé per controllare il «petrolifero»Golfo di Guinea),addestramento truppe africane, coordina­ mento attivitàanti-terrorismo. Ma anche «condurre operazioni militari alloscopodi respingere aggres­ sioni odi rispondere a crisi» si legge sulla memoria del vice segretario alla difesa, TeresaWhelan.Ovviamente, «,Africom» avrà una forte componente civile e umani­ taria. L ascusa ècontrastare più efficacemente la pene­ trazione dei terroristi islamici (Somalia,Sahara, Sahel). ll veromotivo è essere più vicini e proteg­ gere le riserveenergetiche degli Usa. Circa il 20o/o delle importazioni di greggio degli Stati Uniti proven­ gono infatti dal Golfo di Guinea,e la quota è prevista salire al 35o/o. A fricom » ,che dovrebbe (il condizionale è // d'obbligo) diventare operativa perfine anno, '-'- ha già un capo: il generale afro - americano WilliamWard (58 anni), che si è occupatodi addestra­ mento truppe in Algeria,Mali e Mauritania. Non ha in­ vece un paese di accoglienza per il suoquartiergene­ rale, che dovrebbe supportare una serie di altre basi sul continente. Trattative sono in corso con diversi paesi (Nigeria,Etiopia, Kenya,Ghana,Senegal),ma nulla di fatto.Anzi.ll Sud Africa si opponefermamente a un «comando su territorio africano»,ed è seguito da­ gli altri 16 paesi dell'Africa australe, ma anche l'Algeria. Solo la Liberia di Ellen Jonson-Sirleafsi è detta favore­ vole a ospitare «Africom». A livello internazionale il progettodel Pentagono può creare tensioni. LaCina potrebbe vederlo come una volontà di contro­ battere la propria penetrazione del continente. Il mondosta diventando troppo piccolo e le riserve dell'Africa allettanti e accessibili. Ma.B. --------------------------------------------------------------------- 38 • MC DICEMBRE 2007

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