Missioni Consolata - Dicembre 2007
KENVA immediate vicinanze,affinché nes suno si accostasse ad origliare du rante le sedute dei componenti del tribunale.Chi veniva scoperto su quello spiazzo rischiavaquanto me no unaferoce bastonatura. li segre to era ciò che rendevaunito, forte e temuto il «consiglio degli anziani» che nella kagita si riuniva.Un mem bro che ne avesse svelato le decisio ni importanti era condannato lui stesso amorte. La kagita era il culmine di unapira mide formata da una società detta njori, allaquale dovevano apparte nere praticamente tutti gli uomini a dulti poiché erauna condizione in dispensabile perfruire dei diritti del la tribù. Questi njoriformavano il primo gra- 12 • MC DICEMBRE 2007 dino,o base, di questa piramide.Un secondo gradino eraformato dagli njori ncheke (letteralmente:njorì ri stretti o"magri�nel senso che que sto gruppo aveva unnumeromino re di appartenenti). Il terzo gradino a cui si poteva acce dere eraquellofinale degli njori-m pingiri (o"chiusi�cioè una classe su periore, esclusa a chi, nella società, non avesse un grado elevato):questi ultimi costituivano il tribunale tradi zionale della zona. Sopra tutti quanti c'era la kagita, l'autorità suprema nel territorio. Mio padre,ad esempio,erauno njo r i- mpi n g iri e uno dei pochissimi che appartennero nel passato alla kagita deii'Egembe.Se io ti dico queste co se èperché lui stessome le ha confi- date,quando sperava difare anche di me un suo successore.Jo,però,a vevoormai scelto di diventaremae stro e cristiano». Battista presefiato e si accinse a continuare il suo racconto che,alle mie orecchie,stava diventando sem pre più interessante. «Le autorità inglesi hanno osteggia to la kagita pur avendone ricevuto a volte benefici molto utili alla loro politica di governo. In quella capan na diroccata che vedi lassù son suc cesse tante cose. . . non tutte belle, per la verità». Battista continuò,abbassando quasi istintivamente il tono della voce. «Mio padre un giorno mi raccontò che ricevette il messaggio segreto per un urgente raduno della kagita. Occorreva sistemare una grave que stione interna alla comunità,senza che il governo inglese ne venisse a conoscenza.Un giovane della nostra tribù nella regione deii'Egembe ne aveva combinata una dawero trop po grossa.Secondo le nostre leggi tradizionali,la pena per certi delitti eraquella capitale.Ma l'indiziato,se condo la tradizione doveva compa rire di personadavanti a tutti i mem bri della kagita. Bisogna dire che, in queste occasio ni, le nostre donne si prodigavano nel rendere la capanna più acco gliente possibile.Nel centro,in un in cavo del terreno, trovava posto una grande zucca alla quale era stata ta gliata laparte superiore,quasi fosse una grossa pentola.Le donne si in caricavano di portare anche un buon quantitativo di vino di canna da zucchero. In quell'occasione i preparativi se guirono la solita procedura.Da tutti i clan arrivarono gli njori-mpingiri a ventidiritto di partecipazione alla kagita». «Mio padre- prosegul Battista- mi raccontòdi comeciascunconvenu- to dovette sottoporsi al rito della "mascheradello njorr e,cioè,essere dipinto infaccia con ocra e burro, con i precisi disegni ricevuti quando furono eletti njori.Ognuno con il proprio sgabello a tre gambe, i man- , ti tradizionali, il copricapo tradiz.io nale, lo scopino-scacciamosche e il Uno Njori conil suo abbigliamento tipico e lo sgabelloa tregambe .
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