Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007

no i loro resti. Ea chi furono affidati i bambini strappati alle loro famiglie o quelli nati durante la prigionia delle loro mamme» 2 • Coraggio, dignità,volontà, lungimiranza eumanità so– no lestraordinariequalità di queste donne indomite,che hanno fatto scuola. Da Buenos Aires andiamo idealmente migliaia di chilo– metri più anord,aCiudad Juarez, città di maquilas enar– cotraffico nello statomessicano di Chihuauha,al confine con gli Stati Uniti. Ni una mds (non una di più) In questi anni, la città sul Rio Bravoèdiventata famosa, tristemente famosa,come «la capitale dei crimini contro ledonne».Dal 1993aoggi,aCiudad Juarez sonostate as– sassinate almeno (le cifre sono discordanti) 460 donnee altre centinaia sono scomparse. Le vittime hannocaratte– ristiche abbastanza simili:sonogiovani,carineedi mode– sta estrazione sociale.Nellamaggior parte dei casi, i cada– veri ritrovati portano i segni della violenza sofferta: stu– pro, morsi e bruciature ai seni,pugnalate,visi deturpati, segni di strangolamento,crani fracassati,asportazioni di parti del corpo. Le autorità messicane hannosvolto indagini completa– mente inadeguate,per inettitudine, indifferenza o corru– zione.Oconnivenza. Da anni si parla di un legame tra gli omicidi e la mafia del narcotraffico,cheda sempre trova appoggi tra polizia e militari.Proprio per rompere questo murodi omertà e impunità,familiari eamici delle vittime si sono raccolti in un'associazione denominata «Le nostre figlie di ritorno acasa» (Nuestrashijasde regresoa casa). Fondatricee presidente dell'associazione non poteva che essere una donna. Si chiama Marisela Ortiz.«Mass media eautorità - ha dettoaSelvas - tendonoa rassicura– re i cittadini,criminalizzando levittime, per far credere che le persone per bene non hanno di che preoccuparsi» 3 • Anche per merito dell'associazione guidata da Marisela Ortiz, lavicenda di CiudadJuarez ha assunto da tempo una visibilità internazionale,ma il mistero non è stato scalfito e la realtà continua aparlaredi donne che scom– paiono. Per questo il grido dell'associazioneèoggi uno solo: «Niuna mas», non una di più 4 • Abbiamo voluto ricordare lemamme di Piazza di Mag– gioe le vittime di CittàJuarez,duesituazioni diverse,ma accomunatedall'averedelledonne come protagoniste. Com'è la condizione delledonne nel continente lati– noamericano? I successi di alcune (invero ancora poche) non possono far dimenticareche le problematicheesi– stono e resistono.Ad esempio, i dati sulla violenza contro le personedi sesso femminile sono impressionanti.Gli o– micidi di donnesonomigliaia.Guidano questa triste clas– sifica Guatemala,Colombia, El Salvador. Povere enere, povere e indigene In America Latina (ma anche in molti «altri Sud»del mondo), la povertà èdirettamente collegata all'apparte– nenza etnica (afrodiscendenti eamerindi) eall'apparte– nenza di genere (donne).Per dare una dimensione alla questione,va dettoche nel continente ci sono circa 150 milioni di afrodiscendenti e 40 milioni di indigeni.Alcuni CiudadJudrez, confine tra Messico eStati Uniti: la croce sulpalo della luce indica che un'altra donna («una mds») èstata assassinata. esempi di correlazione tra povertà eappartenenza: in Co– lombia, I'800/odegli afrodiscendenti vive in povertà estre– ma; in Brasile, il 71 % delle donne nere lavorano nel setto– re informale. Discriminazione,xenofobia, diseguaglianza, inequità sono la norma.In America Latina, su 75 milioni di donne nere meno di 50 ricoprono cariche alte nella politica e nell'amministrazione pubblica. «Essere neri - ha dettoa lps DoroteaWilson,coordinatricedella Retedidonne afro– /atinoamericane 5 - èmoltodifficile nel nostro continente e lo èancora di più se sei donna.Lo so perché io stessa in molti momenti ho dovutoaffrontare vessazioni degra– danti». Lepresidenti (del passato): deludenti come uomini In America Latina già ci sono state presidenti (o presi– dentesse, che dir si voglia): Isabelita Per6n in Argentina, , Violeta Chamorro in Nicaragua,Mireya Moscoso aPa– nama. Tutte si sono ritagliate unospazio sui libri di storia, ma nessuna di loro in realtà ha brillato, in parte anche a causa del difficile contesto in cui si trovarono ad agire. Marra Estela Martlnez, detta lsabellta, è la terza moglie di Juan Per6n.Quando il 1°luglio 1974 il presidente ar– gentino muore, lei gli succede nella carica.Ma èdebole. A governare è il suoministroe segretario personale,José L6pezRega,conosciutocome e/brujo (lo stregone).Rega, tra l'altro, èfinanziatore della famigerata «Tripla A» (Triple A, AlianzaAnticomunistaArgentina), una formazione para– militare responsabile di attentati, sequestri,torturee as– sassinii nei confronti di chi sia ritenuto di sinistra. Il 24marzo 1976 lsabelita vienedeposta da un golpe militare guidatodal generaleVidela. Inizia la dittatura.At- -------------------------------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 19

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