Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007

soprusi prevalessero sentimenti di vendetta o desiderio di darealla lotta di liberazione e indipendenza una prospettiva violenta. Gli insegnamenti del buddismo,da cui Aung San Suu Kyi trae quotidiana– mente ispirazione le fanno da guida sulla via della resistenza non violenta. Un cammino, questo, intrapresodu– rante il periodo trascorso in India in cui venne acontatto con il pensiero e l'esperienza politica di Gandhi:un e– sempio, quello del Mahatma, ripreso successivamente,fatto oggettodi studi accademici e,soprattutto,tra– sformato in uno dei pilastri su cui si sostengono il pensiero e l'azione po– liticadell'attivista birmana. Oltre aGandhi, un altro punto di ri– ferimento costantedella riflessione e dell'azione politica di Aung San Suu Kyi è rappresentato dal padre. La fi– gura del genitore viene scoperta tar– divamente, ma diventa fondamenta– le nello sviluppo intellettuale e politi– co della figlia.Attraverso il suo pensiero e quello del Mahatma, con– cetti come compassione, perdono, verità,amore entranoafar parte del linguaggio politico, in opposizione a unavisione machiavellica del potere, rappresentato dai militari e dalle for– ze che li sostengono. Aung San Suu Kyi lotta per ottenere il potere della virtù su quellodella sopraffazione. N on bisogna dimenticareche la lotta non violenta per un cambio democratico in Bir– mania, portata avanti da Aung San Suu Kyi e dai suoi compagni èdi ca– rattere essenzialmente spirituale. La rivoluzione teorizzata daAung San Suu Kyi è la «rivoluzione dello spiri– to»: ad esso si riconducono tutti gli o– biettivi della lotta politica da lei por– tata avanti. Nel pensiero della leader birmana risulta chiaro che il conseguimento di tali obiettivi dipende solamente dalla responsabilità umana;dalla ca– pacità della persona, cioè,di prende– re coscienza della realtà in cui vive e delle infinite potenzialità che ha di poterla cambiare.Intelligenza evo– lontà sono gli strumenti che l'uomo ha adisposizione per intraprendere quello che Aung San Suu Kyi chiama il «cammino della perfezione».Un cammino che permette all'uomodi superare i suoi limiti e raggiungere, con uno sforzo di volontà e attraver- SENZA SOSTE O COMPROMESSI chi è Aung San Suu Kyi? A ung San Suu Kyi nasce a Rangoon (Birmania) nel 1945. All'età di due anni per– de il padre, Aung San, eroe della lotta d'indipendenza birmana. Di lui non con– serverà nessuna memoria diretta,ma la sua vita e personalità ne ispireranno la fu– wra azione politica.Grazie all'attività diplomatica della madre, la futura leader spen– de vari anni di vita all'estero. In India entra in contatto con la figura e l'opera del Mahatma Gandhi: un incontro spirituale destinato a indirizzarla spiritualmente ver– so i valori della resistenza non violenta nella lotta di liberazione e indipendenza. Nel 1967, presso l'Università di Oxford, consegue la laurea in Studi politici, filosofi– ci ed economici. Per due anni, a partire dal 1969, lavora a New York presso le Na– zioni Unite.Nel 19n sposa MichealAris,studioso britannico ed esperto in studi ti– betani. Dopo un breve periodo trascorso in Buthan, San Suu Kyi rientra in Inghil– terra dove,pur occupandosi dellemansioni familiari (sono nati nel frattempo i figli A– lexandre e Kim) prosegue l'impegno acca– demico dedicandosi allo studio della sto– ria e letteratura birmane presso la presti– giosa «Scuola di studi orientali e africani» di Londra. Nel 1988, la svolta della sua vita. li peggio– rarsi delle condizioni di salute della madre ne causano il ritorno in patria. La Birmania vive in quel periodo un momento di parti– colare crisi politica, dovuta alle proteste della popolazione nei confronti dell'irrigi– dirsi della dittawra militare, che da più di 20 anni governava indisturbata il paese. Di fronte alle proteste, il partito di governo, lo Slorc (State Law and Order Restoration CDunciQ, risponde con norme più severe e l'introduzione della legge marziale. Una settimana dopo, Aung San Suu Kyi e altri esponenti dell'opposizione fondano la Na– tional League (or Democracy (Nld). Questo passo rappresenta l'inizio della sua attività politica diretta, impegno che la porta a candidarsi per le elezioni del 1990, indette dallo Slorc,sicuro di vincere e intenzionato a dare legittimità internazionale al pro– prio potere. Ad ogni buon conto, per difendersi dal crescente prestigio personale di San Suu Kyi,la giunta militare la condanna per la prima volta agli arresti domicilia– ri. Sarà solo l'inizio di una lunga serie di periodi detentivi inflitti all'attivista birmana. Questo fatto non impedisce al Nld di ottenere comunque una vittoria schiacciante alle elezioni, vittoria che non verrà però riconosciuta e sarà dunque annullata dalla dittawra al governo che riaffiderà allo Slorc le redini del comando del paese. Nel frattempo al marito e ai figli verrà negato il visto di ingresso in Birmania; nep– pure la grave malattia di Micheal (che lo condurrà alla tomba nel 1999) sarà motivo perché le autorità permettano una qualsiasi forma di ricongiungimento familiare. Nel 1991 viene conferito adAung San Suu Kyi il premio Nobel per la pace e, in se– guito alle forti pressioni internazionali,nel 1995 le vengono revocati gli arresti do– miciliari. La situazione di libertà non è però destinata a durare a lungo. In seguito a scontri che vedono coinvolti esercito e membri dell'opposizione,alla leader po– litica è stato nuovamente decretato il domicilio coatto,con un provvedimento che viene rinnovato anno dopo anno e persiste tuttora. A maggio di quest'anno, la giunta militare ha ancora confermato alla pur malata leader birmana gli arresti do– miciliari. Per saperne di più. La casa editrice Sperling & Kupfer ha finalmente ristampato LJberi dalla paura, ricca antologia di scritti di e su Aung San Suu Kyi, curata dal mari– to Micheal Aris. Sempre per gli stessi tipi, è disponibile da quest'anno il bellissimo Lettere dalla Binnania, una serie di brevi capitoli che illustrano con semplicità e pas– sione la bellezza del paese, la sua tragedia politica e sociale, la lotta per liberarlo dal• l'oppressione e, soprattutto, la spiritualità che anima tale impegno. Su Missioni Consolata si può leggere l'articolo diAlfredo Garzino Demo, «Liberi dal– la paura», luglio-agosto 2005. 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