Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007

Una scena di vita indiana. femminile non le impedisce di creare personaggi-protagonisti maschili co– meDeven,un povero professore di provincia alle prese con l'intervista al grande poeta Nur che costituirà per lui un'occasionedi riscatto («In cu– stodia», In custody, 1984) o quella di HugoBaumgartner,ebreo berlinese mandatodai genitori in India per sot– trarloalle persecuzioni naziste («Not– te enebbia aBombay», Baumgart– ner'sBombay, 1987) o di Eric,giovane ricercatore in sociologia che parte per il Messico in cerca di ispirazione per il suo lavoroo forse per ritrovare se stesso («Il percorso azig-zag», The zigzagway, 2004). Una delle peculiarità dei personag– gi di Anita Desai è che nelle sue sto– rie non ci sono né eroine né eroi.Ciò che interessa alla scrittrice non è la vittoria su qualcosa o qualcuno,ma vivere e superare leesperienze,i di– lemmi, le traversiequotidiane attra– verso il confronto con persone eco– se, attraverso l'ascolto e il rispetto di se stessi. Non acaso il concetto del viaggio inteso come metafora dell'esistenza, ma anche come strumento di so– prawivenza pervadegli scritti della Desai come una sorta di trasposizio– nedella sua stessa vita trascorsa tra India,Messicoe Stati Uniti.Un'espe– rienza che,maturandola,l'affina nel– l'analisi delle «diverse diversità». Cosl il rapporto tra Oriente eOcci– dente, che fa da sfondoalla dibattuta tesi dello «scontro di civiltà» e che re– centemente trova molti sostenitori, nei libri della scrittrice indiana viene presentato come un'occasione, uno spunto per le persone dawero impe– gnate nella difesa della libertà politi– ca edella tolleranza religiosa. Infatti anche nelle situazioni più crude l'approccio di Anita Desai è sempre improntato auna ricercata delicatezza.Anche quando narra la storia («Notte enebbia aBombay») di Hugo Baumgartner, ebreo tedesco, cheda SO anni vive in India.In nessun altro luogoal mondoegli potrebbe sentirsi più acasa;eppure, nonostan– te il tempo trascorso,continua a sen– tirsi straniero ed estraneo nel luogo in cui vive.Sarà infatti la lingua di un ragazzo tedesco, incontrato percaso, a incantarlo,a segnarne il destino. In questa prospettiva emergeal- tresl nei romanzi della scrittrice il va– lore del rapporto Oriente-Occidente non come contrapposizione,ma co– mecontinuità e senso delleesisten– ze, una proposta di liberazionema anchedi ricongiungimento con le proprie appartenenze.Cosl,ad esem– pio, è per Sophie eMatteo («Viaggio a ltaca»,Journeyto lthaca, 1995) due giovani europei che maturano la loro esistenzamateriale e spirituale come individui,ma anchecome coppia,at– traverso un viaggio inOriente e l'in– contro con l'amore divino: la Madre e Sri Aurobindo. Mondi lontani (ma neanchetanto} Altri temi quali le disuguaglianze tradizionali,la disparità di trattamen– to nei confronti delledonne nelle so– cietà sessiste (o addirittura la violen– za nei loro confronti) o la discrimina– zionecontro i membri di altri gruppi razziali rappresentano per la Desai unostimolo per incoraggiare il «dia– logo tra civiltà».«Digiunare,divorare» (Fasting, Feasting, 1999) è «uno sguar– do sulla vita in famiglia nella provin– cia indiana e nella periferia america– na per svelare sintomi di malessere paralleli:dai roghi delle spose alla bu– limia, mentre i padri sonoovunque carnivori e le madri si ostinano a rim– pinzare figli vegetariani efiglie isteri– che», awerte il quotidiano inglese TheGuardian. Ma non è soltanto questo.Nel ro– manzo duemondi distanti migliaia di chilometri si specchiano in un ro- vesciamento, per molti aspetti solo apparente. Idue protagonisti Urna e Arun hannocaratteri molto simili: l'indolenza che li accomuna affiora dietro i loro diversissimi destini.Co– memaschio,Arun ha ottenuto il pri– vilegiodi un'istruzione americana; come femmina,Urna ha fallito due matrimoni combinati, «sperperando» la doteduevolte,come non manca di rimproverarle il padre.Dal mondo che li circonda,che li costringe alla ri– nuncia o all'eccesso, adigiunare o a divorare, non vogliono altro che es– sere lasciati in pace.Uscendo dalla porta di servizio,senza alzare la voce, con una silenziosa dignità. Naturalmente, la scrittura acuta ed elegante di una delle più importanti scrittrici indiane fa sl che i suoi perso– naggi riescano a essere,come Urna e Arun,ogni volta universali,quasi ari– badire che «le persone sono più o meno le stesse in tutto il mondo», rappresentando cosl l'importante concezionedi un'umanità diversa in mondi diversi, in cui le differenze non devonoessere tradotte in lotta e tan– to meno possono giustificare la pro– fusione di atrocità acui assistiamo in molte parti della nostra terra. È per la dimensione dei temi af– frontati che i libri di Anita Desai,nel racconto e nei personaggi, riescono a essere universali rispondendo ad esi– genzedi lettori sparsi sul territorio globale.Dopotutto come dice la scrit– trice: «Checos'è la scrittura se non un modo per aiutarsi atrovareun signifi– cato nella realtà che stiamoviven– do?».Come non essered'accordo? ■ -------------------------------------------~------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 81

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