Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
INDIA di Cinzia Maddaloni Arundhati Roy LAVOCE DELLA DENUNCIA EDEL DISSENSO Figlia di una cattolica e di un indù,Arundhati Roy è diventata mondialmente famosa con un romanzo. Con la fama e la scrittura ha poi alimentato il suo impegno civile contro le ingiustizie e le storture della globalizzazione. Fedele all'insegnamento di Gandhi, sostiene che, per non soccombere davanti alla retorica e alle bugie dei potenti del mondo, è necessario coinvolgere le masse. E, assieme a queste, occorre «reimmaginare la resistenza non violenta». C ome liberacittadina india– na ho il diritto di partecipa– ( ( re aqualsiasi dimostrazio– neo marciadi protesta pacifiche.Co– mescrittrice ho il pienodiritto di usare il mio punto di vista,tutte le mie competenzee i miei talenti,oltre atutte le cifreedati di cui dispongo per convincere le personead adotta– re il miopunto di vista».Cosl A– rundhati Roy (1961) si descrive: pri– ma cittadina epoi scrittrice. Nota atutti per il suo romanzo d'e– sordio «Il diodelle piccole cose» (The GodofSmal/Things, 1997),che in 10 anni ha venduto più di 6 milioni di copie,Arundhati Roy anticipa già nel librogli elementi con cui leggerà la realtà indiana eglobale.Infatti attra– verso gli occhi di Estha eRahel e levi– cende di Ammu, ella affronta eana– lizza il tema del rapporto tra giustizia e convenzioni, libertà etradizione, u– guaglianza ediversità. Figlia di madrecattolica eun pian– tatore di té indù,Arundhati Roy cre– sce nel Kerala degli anni Sessanta, dove dal 1957 il comunismo, demo- craticamenteeletto,convive serena– mente con l'induismo e con il cristia– nesimo introdotto nel 52 d.C.dall'a-· postoloTommaso.Come per la mag– gioranza delle genti indiane,anche per Arundhati Roy l'immagine di rife– rimento della sua infanzia edella sua formazione èquella di Gandhi.Spie– ga: «Lo vedevoovunque.Allora per meGandhi era soltanto una presen– za,fin troppo insistente.Ma ora ho compreso il suoenorme contributo alla crescita del mio paesee hocapi– to quanto tutto sarebbe statodiver– so se l'India moderna non fosse nata da una rivoluzione non violenta». Con l'arma dellascrittura È in questa prospettiva che va col– ta la vocazionedella scrittriceall'im– pegno politico.Ha vinto il BookerPri– ze (1997), uno dei più prestigiosi pre– mi letterari riservati agli scrittori di lingua inglese, quando in India,il go– vernodel Partito nazionalista indù BharatiyaJanata (Bjp) vince leelezio– ni sul Partito del Congresso, dandoav- vioauna gestione della politica in– terna ed esteramanifestatamente conservatrice (1998-2004). Sono gli anni in cui l'India,in segui– toalle politichedi liberalizzazione i– niziate negli anni Ottanta,si interro– ga sulla globalizzazione e sulle pro– spettive di sviluppo.Naturalmente Arundhati Roy non vi si sottrae.«Co– s'è la globalizzazione? Achi serve? Quali traumi provocherà in un paese in cui la disuguaglianza socialeè sta– ta istituzionalizzata per secoli nel si– stema delle caste?». Infatti in India 700 milioni di perso– ne, di cui 300milioni analfabete,vi– vono in zone rurali,dove 1'80%delle proprietà terriere è costituitoda pic– cole fattorie. Edunque s'interroga la scrittrice:«La " corporatizzazione" e la globalizzazione dell'agricoltura,dei rifornimenti idrici, elettricità e beni essenziali,riusciranno atirare fuori l'India dalla paludestagnante della povertà,dell'analfabetismo edel bi– gottismo religioso?».Eancora:«La globalizzazione colmerà il divario tra privilegiati ediseredati,tra lecaste -------------------------------------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ n
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