Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
la conservazione dei semi». Nel 1982fonda edirige il Centro perla scienza, tecnologia epoliticadel– le risorsenaturali di Dehra Dun,la sua città natale. t un istituto indipenden– te di ricerca cheaffronta i più signifi– cativi problemi ecologici dei nostri tempi, in strettacollaborazione con le comunità locali e i movimenti so– ciali. Infatti,da sempreVandana Shi– va ispira e sostiene i molti movimenti di protesta «dal basso», non violenti (satyagraha), di donne,contadini, pe– scatori. Li aiuta a rendersi visibili an– che a livello internazionale,e l'istrui– sce nell'utilizzo degli strumenti di lot- ' ta democratica in ogni circostanza, sinoad arrivare alla Corte suprema federale. li «satyagraha dei gambe– retti»netestimonia il successo. Era un'azionediretta a limitare la coltiva– zione industriale di gamberetti lun– go i 7mila chilometri di costa del paese, poichéminacciava l'ecosiste– ma e lecomunità costiere.Nel 1996 la Corte suprema dell'lndia,a cui fu sottoposto il caso, diede ragione ai proponenti e il progetto di coltiva– zione rimase sulla carta. Donneenatura, entrambe sfruttate Ed èproprio incontrando il satya– graha del movimento delledonne di Chipko che abbracciano i tronchi che i tagliatori stanno per abbattere nelle foreste dell'Himalaya, cheVandana Shiva inizia la sua riflessione sulla re– lazionedonne-natura, sviluppo-tra– dizione, ecologia-femminismo e la ri– porta nel libro Stayingolive:Women, EcologyandSurvival, pubblicato in I– talia nel 1990 con il titolo «Soprawi– vereallo sviluppo» 3 • Spiega la scienziata:«La privatizza– zione della terra,che doveva favorire l'aumento della ricchezza,ha emargi– nato soprattutto ledonne,sottraen– do loro i tradizionali diritti d'uso sulla terra. L'espansione dellecolture da reddito ha pregiudicato la produzio- Vandana Shiva durante il Forum socialea Nairobi. sere umano,è uniforme emeccanici– stica, frammentata al suo interno, in– feriore, fatta per essere dominata. La scienziata ribatte che l'idea car– tesiana di sviluppo supportata dalla civiltà industriale ha provocatoeffet– ti nefasti all'equazionedonna-natu– ra, suggellando entrambecome pas– sive, inerti,materia prima da manipo– lare. Asuoawiso invece «ledonne sono ledepositariedi un sapere ori– ginario, derivatoda secoli di familia– rità con la terra; un sapere che la scienza moderna baconiana ema– schilista ha condannatoamorte».Per il patriarcatooccidentale la cultura è altro dalla natura,dalla donna e cosl gli uomini hanno creato uno svilup– po«privo del principio femminile, conservativo,ecologico» e fondato «sullosfruttamentodelle donne e della natura». Il femminile come principio vitale ne alimentare,espesso ledonne so- Vandana Shiva incalza ricordando no state lasciate sole con poche risor- che le antiche civiltà e le loro culture se per procurare cibo e beni primari sono soprawissute inmodo sosteni- ai bambini, agli anziani ed agli am- bile per secoli e secoli. Esse si fonda- malati...». Awerte che il principioche vano sul femminile come principio sottendeall'idea di sviluppo delle vitalee sul rapporto tra società ena- grandi istituzioni internazionali èfon- tura in termini di «umanizzazione dato«sull'idea cartesiana della natu- della natura edi naturalizzazione ra come ambiente e risorsa»,secondo della società». La scienziata,richia- la quale la natura è separata dall'es- mandosi alla filosofia indiana, sottoli- nea che tuttoèstatogeneratoda un'energia che si chiama natura «prakrti», la quale ha modellato tutte le cose viventi, uomocompreso, in modoassolutamente naturale ed e– quilibrato. Sicché nessun elemento in questocontesto èdominante su– gli altri,ognuno ha una funzione di naturaleequilibrio tra lecose. Chiarisce:«La classica divisione della società umana,nella quale l'uo– mo ècacciatore e la donna si cura dell'allevamento dei figli e della colti– vazione della terra,ha permessoalle , donne di mantenere un rapporto molto più solido con la natura.Non c'è nulla di biologico in questo:è il frutto dell'organizzazioneantropolo– gica della società umana».Sottolinea che le donne sono le depositarie di un sapere originario,derivatoda se– coli di familiarità con la terra,e quindi «esse possonoessere protagoniste della salvaguardia della biodiversità, proprioapartiredalleconoscenze e tradizioni che hanno conservato». Siccome gli uomini hanno perso questa conoscenza perché hanno smesso di occuparsene, delegandola alla donna nella maggior parte della società,è nella forza coalizzatrice del movimentodelle donne cheVanda– na Shivavede una nuova prospettiva euna nuova opportunità di sviluppo. Non solo in India.Infatti,nel 1995 ha scritto insiemeall'economista tede– sca Maria Meis il libro Ecofeminism, dimostrandochedonne di culture diverse possono capirsi e lavorare in– sieme.Come sempre più spesso ac– cade da dieci anni aquesta parte. ■ 1 In «Vacche sacre e mucche pazze», Edi– zioni DeriveApprodi,Roma 200 I. 2 Per «brevettazione del vivente» si in– tende il diritto acquisito da alcuni sog– getti su sequenze (parziali o complete) di aminoacidi oppure sulla sequenza di Dna che le codifica. Equindi il diritto e la proprietà sui «semi». 3 «Staying olive:Women, Ecology ond Sur– vival» è stato pubblicato in Italia nel 1990 con il titolo di «Sopravvivere olio sviluP– po». Nella traduzione italiana il titolo è stato totalmente privato di uno degli e– lementi centrali del saggio e fondativi della stessa teoria della scienziata india– na: è la parola«donne» (women). Diffici– le che l'omissione sia dovutaa strategie di vendita. Un buon segnale è che il te– sto, oggi riveduto e aggiomato, è stato pubblicato con il titolo di «Terramadre» (edizioni Utet, Torino 2002). ~------------------------------------------------------------------------------------------- 18 ■ MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007
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