Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
la sessualità,del matrimonio e divor– zio, edel fondamentalismo islamico. Nel 1980,durante il regime di Sa– dat, ea seguito del suocoraggiosoe instancabile impegno in favore dell'e– mancipazione edei diritti femminili, la Saadawi viene imprigionata.L'ac– cusa è di «crimini contro lostato». Il carcere non laconvince adesiste– re, anzi. L'anno dopo crea la Arab wo– men'sSolidarityAssociation (Associa– zionedi solidarietà per le donne ara– be. Awsa), la prima organizzazione femminista indipendente,con centi– naia di aderenti in Egittoe migliaia nel mondo. L'associazione èmessa fuori legge nel 1991: la Saadawi criti– ca la guerradel Golfo scatenata dagli Usa (i regimi egiziani sono fedeli al– leati degli Stati Uniti). In prigione,Nawal continua ascri– vere con unamatita nera per occhi - pennee carte leerano state,infatti, sottrattee vietate - e su un rotolo di carta igienica.Uscita dal carcere, l'an– no dopo, pubblica Memoriedallapri– gionedelledonne, in cui attacca il go– verno: «Quando uscii di prigione a– vrei potuto intraprendereduestrade. Avrei potutodiventare unodi quegli schiavi delle istituzioni,acquisendo sicurezza,benessere, premi statali e il titolo di"grandescrittore: Avrei potu– to vedere la mia foto nei giornali e in tv.Oppure,avrei potutocontinuare nel difficilesentiero,quello che mi a– veva portato in prigione... 11 pericolo fa partedellamia vita da quando ho preso in mano una pennae ho inizia– toascrivere.Niente è più pericoloso che la verità in un mondodi menzo– gne. Nienteè più pericolosoche la conoscenza in un mondoche,sin dai tempi di Adamo e Eva,considera la conoscenza stessa un peccato...Non esiste potereal mondo che possa portarmi via la scrittura». Uscita di prigione, riceve numerose minacce di morte ed è costretta avi– vere piantonata dalla polizia.All'inizio degli anni '90 si trasferisce negli Usa, dove insegna in diverse università. Nel dicembre del 2004 si candida alle eleziòni presidenziali in Egitto, che come risaputo non sono néde– mocratiche né libere. ■ Algeria, una donna alla guida di un bus, segno della rivoluzione silenziosa nelpaese imprigionato dalla tradizione e traumatizzato dalla recente insurrezione islamista. ALGERIA ASSIA DJEBAR A ssia Djebar, pseudonimo di Fatima– Zohra lmalayen, nasce nel 1936, a Cherchell, una cittadina costiera dell'Al– geria. Completa gli studi al Lycée Fénélon di Parigi, ed è la prima donna algerina a en– trare nell'Éco/e Normale Supérieure. Nel 1956prende parte allo sciopero degli stu– denti universitari algerini durante la guer– ra di indipendenza. Nel 1958 si sposa,ma divorzierà anni dopo. Nel 1980 sposa il fa– moso poeta Malek Alloula. Dal 1959 al 1965 è docente di storia moderna e con– temporanea del Maghreb all'Università di Rabat e poi diAlgeri. La produzione letteraria della Djebar comprende poesia, drammi, racconti, ro– manzi, saggi. li suo primo romanzo è La se– te, scritto nel 1957,che viene accolto con entusiasmo in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1958 pubblica Gli impazienti. Dopo la liberazione dell'Algeria, isuoi lavori faticano a uscire: i nazionalisti al– gerini condannano l'utilizzo, da parte sua, del francese, lingua degli oppressori. Una raccolta di novelle, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, segnerà la sua ripre– sa letteraria dopo dieci anni di silenzio. Dagli anni '80, la Djebar inizia a essere nota come «la scrittrice femminista del Maghreb». Nel 1991 scrive Lontano da Medina, che racconta la storia delle donne nella vita del profeta Muhammad. Durante la guerra civile algerina,scoppiata nel 1991, l'autrice si trasferisce ne– gli Usa, dove si occuperà del Centro di studi francofoni della University o(Loui– siana Baton Rouge. Attualmente vive e insegna a NewYork. La visione della Djebar nei confronti della capacità femminile di abbattere il maschilismo patriarcale è negativa, quasi senza speranze. A.La. ;l---------------------------------------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 81
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