Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007

denza araba edella sua sottomissionealle potenzestra– niere». Un uomo,un egiziano, nel 1899pose le basi del femmi– nismo arabo-islamico:era Qasim Amin,autoredi due libri chedivennero celebri: Tahrir al-Marah (La liberazione della donna), eAI-Marahal-Jadidah (La donna nuova). Nel pri– mo invitava ledonne atogliersi il veloe prendere parte alla vita attiva;nel secondo sottolineava che la liberazione femminile da lui incoraggiata era fondata sul rispetto del– l'islamenon sull'imitazionedellemodeoccidentali. Amin diede il via auna discussione ancora pienamente in corso:/'uso delvelo non è un obbligoesplicito,ma è frutto dell'imposizionesociale. Velo sl,velo no:una questioneannosa In concomitanza con la nascita del primo femminismo europeo,anche in Egitto le donne iniziarono a rivendica– re libertà di espressione e movimento. Un gestoclamoroso, nel 1923,diede l'awio ai movi– menti di emancipazione femminile:due intellettuali bor– ghesi, Huda ash-Sharawi eSiza Nabaraawi,si tolsero il ve– lo mentrescendevano dal treno al Cairo,di ritorno da un congresso femminile svoltosi aRoma. Esse rappresentavano l'alta borghesia occidentalizzata e un po'snob.La loroazioneestrema (vennero picchiate dalla polizia egiziana) convinse molte altre a rivendicare diritti negati per secoli. In un'ottica diversa si poneva invece la connazionale MalakHifni Nasif (1886-1918),nota come Baithat al-Ba– diya (Colei checerca neldeserto), una delle prime femmini– : stearabe: l'emancipazionedoveva giungereda una scel- : ta delle donne arabe emusulmane stesse,e non dall'imi- : tazione di modelli occidentali o dal suggerimento dei maschi «femministi». Ella sosteneva infatti che dovevano essere le donne a decidere se, quando e come«liberarsi». «La maggior parte di noi donnecontinua ad essereop– pressa dall'ingiustizia dell'uomo, che col suo dispotismo decidequel che dobbiamo fare e non fare,per cui oggi non possiamo avere neppure un'opinione su noi stesse. (...) Se ci ordina di portare il velo,noi obbediamo.Se ci chiede di toglierlo,facciamo altrettanto». Anche per lei,l'islam non dava regole sull'uso o meno dello hijab: «Portare il velo non significa essere più pudi– che rispettoaquelle che non lo indossano. li vero pudore non sta in questo». Islamiste:«No,al femminismooccidentale» La ricerca «La donna nel Mediterraneo»,condotta alcu– ni anni fa dall'Università Federico Il di Napoli,spiega: «Le islamiste riconoscono l'uomo come "tutore"della donna e restano molto legatealla realtà della loro condizione che accettano come predestinazione.(...) le donneche vogliono tornare all'islamoriginario sono ottimiste per– ché pensano di avere un ampiomarginedi movimento nella società enel campodel diritto,proprio come Kha– dija eAisha (duemogli di Muhammad).Quindi respingo- Donne palestinesi, due volte oppresse: dalla tradizione edalla guerra. no il femminismodi stampooccidentale perché lori– tengono uno strumentodel colonialismo e non condivi– dono il tipo di libertà offerta alledonne. Il frutto del femminismo occidentale è,secondo loro, quellodi trasformare la donna in un oggetto sessuale e in uno strumento pubblicitariodi capitalismo patriarcale. Esso èstato incapace di ritagliare un posto appropriato per il matrimonio e la maternità e non è riuscito amodifi– care il mercato del lavoro in risposta ai bisogni delledon– ne. In questomodo il femminismo occidentale ha trasfor– mato ledonne in cittadine permanenti di seconda classe, non riuscendo aportarle alla pari degli uomini. (...) l 'islamai suoi inizi ha fornito alle donne dei model– li esemplari e ha indicato un cammino che puòesseredi– gnitosamenteseguitoad ogni stadio: Fatima, in quanto figlia del profeta Mohammad emogliedi Ali, rappresenta un modello idealizzato e idolatrato dagli sciiti;Khadija è onoratada tutti i musulmani per la sua intraprendenza e per l'essere stata una moglie che ha sempresostenuto il marito;Aisha per il suo intelletto e per la sua leadership politica. Pertanto, le fondamentaliste islamiche non hanno biso– gno degli esempi occidentali, perché hanno un proprio percorso di liberazione che voglionoseguire». ■ -------------------------------------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 65

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=