Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
e 1 era una volta ... così cominciano tutte le favo le che par lano di donne povere e sfortunate che d'improvviso si ritrovano nei palazzi incantati come regine e principesse. Roba di altri tempi? Non del tutto, anzi, sembra che il tempo delle favole stia diventando una normalità. Di questo vog liamo parlare: di <<donne dell'altro mon– do» , non solo geograficamente, perché vivono nel cosiddetti paesi in via di sviluppo, ma anche perché le loro storie sembrano appartenere a un altro pianeta. Di donne abbiamo par lato spesso ne lla nostra rivista, del contributo che esse portano nella promozione allo sviluppo e al bene comune ne lle società in cui vivono, pur trovandosi in situa– zioni di emarginazione e povertà, vittime di guerre e vio lenze, oppressione e sfruttamento, analfabetismo e malat– tie, ingiustizie di ogni genere e negazione dei diritti più elementari. Tali situazioni continuano ancora per la maggio– ranza delle donne del pianeta, come sottolineano le testimonianze delle tre parlamentari italiane nelle pagine che seguono. Eppure molte cose sono cambiate e stanno cambiando, con scenari inediti e affascinanti, a favore e grazie all'altra metà del cielo. È finito il tempo delle regine solitarie, delle figure eccezionali dei decenni passati, come Gol da Meyer, End ira Gandhi, Margaret Thatcher: comincia ad essere normale che le donne siano ai vertici deg li stati. Oggi sono 11 le donne «al governo» del mondo; più della metà appartengono ai paesi del Sud del mondo. Tantissime altre donne in Africa, Asia e America Latina occupano posti di responsabilità in tutti i settori della vita de l paese. Di esse vogliamo parlare. Delle donne africane che hanno rotto il cerchio in cui per seco li la tradizione patriarcale le ha tenute chiuse; donne dell'Asia, impegnate nel cambiamento di una mentalità che le rifiuta so lo perché sono na– te femmine; donne dell'America Latina, che lottano contro le ingiustizie a cui sono sottoposte dal machismo impe– rante e violento; donne del mondo arabo, che st anno sviluppando un proprio femminismo, per vedere riconosciuti quei diritti che perfino Maometto garantiva loro. Parliamo di donne che, con competenza e professionalità, occupano posti di responsabilità nei campi più svaria– ti nei loro paesi: amministrazione pubblica, finanza, diplomazia, esercito, forze di sicurezza, sindacato, corti di giu– stizia ... Senza dimenticare i loro meriti in ambito scientifico, cultu rale e difesa dei diritti umani. li loro contributo è stato anche riconosciuto a livello mondiale: ad alcune «donne dell'altro mondo» è stato assegnato il premio Nobel e cariche di prestigio in vari quadri del l'Organizzazione del le Nazioni Unite. F inalmente il mondo comincia a capire - ha detto l'ex segretario genera le delle Nazioni Unite, Kofi Annan · (( che lo strumento più efficace pe r promuovere lo sviluppo è l'empowerment to women (dare potere alle donne), che aumenta la produttivit à economica. riduce la morta lit à materna e infanti le, promuove la sa– lute ... ». È vero: il processo della parità tra uomini e donne in fatto di diritti e responsabi lità è «cominciato». In alcuni paesi avanza con più celerità e convinzione. Ma nel resto del mondo, nonostante tutte le ufficiali dichiarazioni, riso– luzioni, piattaforme di azione emanate dall'Onu e sottoscritte da tutti i paesi, il traguardo della parità è ancora lon- · tanissimo: su 191 paesi membri delle Nazion i Unite, solo in 11 la carica di stato o di governo è affidato a una donna; anche in ambito Onu, su 91 inviati o rapp resentanti del segretario generale le donne sono una decina appena. Il mondo non può rinunciare a questa risorsa, che forma più della metà del genere umano. li cammino verso la cosiddetta «parità di genere» deve continuare. Ece lo auguriamo! Nella speranza che tale uguaglianza non si tra – duca in imitazione dei maschi nelle lotte di potere e ne lla corruzione. Tre donne ins ignite del Nobel per la pace, da sinis tra, Jody Wil/iams (1997), Shirin Ebadi (2003) e Wangari Maathai (2004). BENEDETTO BELLES I A\.f• ,,,,_ - , I - • I ., -·; ~ - , 1 1
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