Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007

BURUNDI: Marguerite Barankitse UNAVOCE DI SPERANZA SULLE COLLINE B urundese, di etnia tutsi, Marguerite Barankitse, detta Maggie,è una figura di primo piano nella difesa dei dirit– ti dei bambini e ragazzi, emarginati per vari motivi dalla so– cietà, e per il suo indomabile e coraggioso impegno a favo– re della pace e riconciliazione. Lo scorso 8 marzo, ha narra– to la sua esperienza e presentato i suoi progetti, a Milano, presso la Fondazione Università lulm. Maggie sorride mentre racconta la suavita,elegante in quel modo del tutto naturale, istintivo, come solo le donne afri– cane sanno esserlo, avvolta nel suo lungo abito tradizionale. Maggie ama i colori forti, vividi, sgargianti, forse perché nel– la sua vita ha rifiutato con determinazione il grigiore. Quattordici anni fa, una mattina di ottobre del 1993,Mar– guerite Barankitse fu testimone di un orrendo massacro di hutu, perpetrato dai tutsi nella sede del vescovado di Ruyigi, dove lei lavorava come insegnante: 72 persone uccise sotto i suoi occhi, mentre lei, legata a una sedia, era costretta ad assistere impotente alla violenza cieca della sua gente. Era l'inizio del genocidio interetnico che ha devastato il Burundi - così come il vicino Ruanda - sprofondato in una guerra civile che solo dal 2005, con l'ultimo accordo di ces– sate il fuoco e le elezioni generali, sta andando verso la fine. Quel mattino di ottobre,mentre la furia assassina divam– pava nella città, Maggie abbracciò Chloe, giovane hutu stu– dentessa di medicina, scampata miracolosamente al massa– cro, e prese con sé 25 bambini, incurante della loro etnia, mettendoli in salvo. Fu l'inizio di un'avventura, o forse di un miracolo: da allora, quel primo esiguo gruppo si è allargato, Maggie ha continuato a salvare e prendere con sé i piccoli scampati ai massacri,orfani,spesso loro stessi feriti o grave– mente mutilati. Nel 1994 è nata la Maison Sha/om, nella provincia di Ruyigi, una delle più povere del paese. Una casa dove Maggie ha ac– colto legiovani vittime del genocidio,curandole,offrendo lo– ro assistenza, educazione e istruzione, realizzando una serie di progetti nei settori del microcredito, dell'assistenza medi– ca, dellaprevenzione dell'Hiv/Aids,del sostegno psico-socia– le, della riunificazionefamiliare.del recupero dei bam- bini vittime di abusi sessuali e dell'educazione alla pace. Oggi l'organizzazione aiuta donne e bambi– ni che, dopo anni di esilio inTanzania, rientrano in Burundi per cercare di ricostruirsi una vita. In 14 anni, attraverso la Maison sono passati I O mila ragazzi. Sono le prime vittime del genocidio, ma anche della fame eAids.11 paese è al terzo po– sto nel mondo per la diffusione dell'Hiv e conta 660 mila orfani (di cui 200 mila acausa del virus). Poco tempo fa,una ragazza della Maison Sha– /om, che ha compiutogli studi all'estero.è rien– trata ed è stata eletta governatore provincia– le. Il sogno di Maggiee dei volontari della sua struttura è che la Maison aiuti a formare la nuova classe dirigente del Burundi, un paese che deve essere ricostruito. A Ila Commissione europea, dove era stata invitata a parlare, Maggie ha lan– ciato un messaggio: «L'Europa versa lacrime su di noi Africani.Ma per aiutare qualcuno non bisogna piangergli addosso. Quando l'Occi– dente parla dell'Africa.ne parla come di un con- tinente perduto. Ma io voglio dare voce alla speranza per– ché, sempre e comunque, la vita è una gioia». L'impegno della signora Barankitse è ampiamente rico– nosciuto. Il 18 marzo 2003 ha ricevuto il premio per la di– fesa delle persone rilasciato dal Cear (Comisi6n espano/a de ayuda al re(ugiado) e il 27 aprile dello stesso anno, a Stoc– colma il Premio Nobel dei bambini. li 2 febbraio 2004 è sta- ta insignita della Laurea Honoris Causa in legge dall'Univer– sità di Louvain-la-Neuve; ha anche ricevuto il Four Freedoms Award da parte dell'Istituto Franklin ed Eleanor Roosevelt e il Voices ofCourageAward da parte del Comitato femmini- le per le donne e i bambini rifugiati, che ha sede negli Stati Uniti. Il 30 aprile 2005 è stata insignita del premio Nansen per i Rifugiati.promosso dall'Alto commissariato delle Na- , zioni Unite. Nonostante le minacce alla sua incolumità, la signora Ba– rankitse ha continuato il proprio lavoro per promuovere pa– ce e riconciliazione. Ai suoi «figli» Maggie ha insegnato il per– dono, ha fatto incontrare le vittime del genocidio con i loro aguzzini, gli orfani con gli assassini dei loro genitori: perché, secondo lei, non ci può essere futuro senza una totale con– versione del cuore. li suo coraggio e la sua straordinaria vi– cenda umana sono ora raccontati nella biografia di Christel Martin,Madre di diecimila ffgli (Piemme), dalla quale stralcia– mo alcuni passaggi che illustrano la missione principale del– la Maison Shalom: fare nascere in Burundi una generazione, che porti la luce del perdono su tutte le colline. P er realizzare questa missione Marguerite Barankitse è riuscita a «sposare armoniosamente, nonostante le loro contraddizioni, i valori degli ordinamenti sociali che ha in– contrato. Ha saputo destreggiarsi con un certo buon senso tra i sistemi di riferimento tradizionali, i valori della religio– ne cattolica e quelli delle istituzioni pubbliche introdotte dal– la colonizzazione e poi dallo stato». È lei stessa a spiegare il suo impegno: «Cerco di prendere ciò che c'è di buono in tutte le culture, tanto nella mia tradizione quanto nello spi– rito occidentale. Ma è soprattutto la fede che mi ha aiutato ad avere un altro sguardo. La fede mi ha sostenuta nei momenti più atroci. Ho sempre custodito nel mio cuo- re la frase della bibbia: "Sarò con voi fino alla fine dei tempi". È questa certezza che mi ha permesso di di– re si e di accogliere ogni situazione incontrata nel– la vita ed è la forza che mi tiene in piedi. Ogni e- vento mi ha chiesto e mi chiede di dire si alla vita e no.all'odio fratricida,questadecisione presa gior– no dopo giorno richiede un'energia che supe– ra le semplici forze umane. Per me c'è una sola religione, quella dell'amore e del per– dono racchiusi nella fede biblica... Bisogna avere il coraggio di fare una rivoluzione d'amore, perché siamo stati creati per renderci felici a vicenda». Le parole di Marguerite Barankitse sono semplici, lineari e qualcuno po– trebbe definirle ingenue, ma la vita e le scelte di questa donna burundese dimo- strano che il coraggio, la solidarietà e so– prattutto la fede possono spostare le montagne. Maria Luisa Casiraghi ~--------------------------------------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 31

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