Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
RUANDA di Benedetto Bellesi Judith Kanakuze: presidente del Forum delle donne parlamentari Dopo il genocidio del 1994, le donne ruandesi hanno preso coscienza del loro ruolo nella ricostruzione del paese e occupano il 48,8°A> dei seggi in parlamento, facendo del Ruanda il primo paese al mondo per presenza femminile in politica. Tale presenza si traduce in lotta alla povertà e difesa dei più deboli, donne e bambini soprattutto. A Kigali,nell'atrio del parlamen– to nazionale, risuonano le ri– sate e il vociare di decine di donne.Sembra un'altra epoca ri– spetto a 13 anni fa,quandovi rim– bombava il suono dei mortai del Fronte patriottico ruandese,durante la guerra etnica scatenata dal regi– me hutu. Il Ruanda, infatti, è diventato il campione del mondo in fatto di pa– rità di genere:il 48,8% dei parlamen– tari (39 su 80) sono donne.In segui– to alle elezioni amministrative del 2006, la percentuale di donne che ri- coprono posizioni decisionali nel– l'amministrazione locale è passata dal 28% del 2003 al 40,2%. Inoltre, il 40% delle province sono governate da donne; nella magistratura le don– ne costituiscono il 44,4% dei giudici della Corte suprema,anch'essa pre– sieduta da una donna.Oltre il 30% dei posti nei ministeri governativi sono «al femminile»;i seggi delle 11 commissioni della camera dei depu– tati e 4 del senato sono spartiti alla pari tra uomini e donne. Per comprendere la «rivoluzione rosa» in Ruanda bisogna tener pre- LA RIVOLUZIONE è DONNA sente la distruzione del tes– suto sociale provocato dal genocidio perpetrato dall'esercito e dalla mili– zia hutu, tra aprile e lu– glio 1994,contro i tutsie gli hutu moderati. In quei mesi anche le donne fu– rono prese di mira non so– lo in base all'appartenenza etnica,ma anche amotivo del loro genere:moltissime fu– rono oggetto di sistematiche torture, molestie e violenze di o– gni tipo.Anche la prima e unica donna a ricoprire la carica di pri– mo ministro,Agathe Uwilingiyi– mana, negli anni che portaro- no al genocidio,fu dipinta dagli e– stremisti con vignette e articoli di i– naudita volgarità, finché fu una delle prime vittime a cadere sotto la furia assassina. Quando il massacro ebbe fine, la popolazione maschile tutsi era quasi dimezzata;le donne erano più nu– merose degli uomini in un rapporto di sette a tre. Le sopravvissute ave– vano perso mariti, figli, parenti eco– munità, oltre alte proprietà e mezzi di sussistenza. Testimoni di crudeltà indicibili e traumatiche, private della rete di relazioni tradizionali, esse hanno dovuto ripensare se stesse e il proprio ruolo nella nuova situazio– ne, sviluppando tante doti fino ad allora rimaste inoperose. Un manipolo di donne ruandesi si sono mobilitate e hanno organizza– to altre donne a prendere parte alla ricostruzione del paese,superando le differenze etniche.Sono sorti lo– calmente vari gruppi femminili indi– viduali e collettivi,che si sono poi coalizzati a livello nazionale,dando vita al Réseau de femmes (Rete di donne), Pro-femmes Twese Hamwe (Pro-donne tutti insieme) e altri di– namici organismi. Oltre a risolvere i problemi pratici più urgenti,le iniziative di tali orga– nizzazioni hanno permesso alle donne di scoprire,sviluppare e valo– rizzare te proprie qualità, preparan– dole ad entrare in lizza anche nel campo politico e sociale, fino ad as– sumere responsabilità nel governo e nell'amministrazione del paese. Net 1996,un gruppo di donne par– lamentari, determinate a guidare la causa femminile, hanno dato vita al ------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 35
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