Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
stata capodella sezione francese del– laRadio delle Nazioni Unite.Tra il 2003 e il 2004 ha ricoperto la carica di portavocedel presidentedell'As– semblea generale. Ban Ki-moon ha scelto Michèle, una donna delTerzomondo, un'atti– vista politica edei diritti umani,come sua portavoce. li segretario generale ha connotato le nomine della sua squadra come segnali di cambia– mentoe al contempodi continuità. MichèleMontas ha commentato cosl la sua nomina:«Suppongo,che la parte relativa al cambiamento si rife– risca ame.Pensoche il nuovo segre– tario volessequalcuno conesperien– za nelle Nazioni Unite,ma anche qualcuno con un bagaglio professio– nale differente e che fosse più vicino allagente». Oggi MichèleMontas è il voltoe la vocedelle Nazioni Unite, ha il ruolo di promuovere gli obiettivi e leazioni dell'Onu attraverso lo strumento più potente della globalizzazione: i me– dia. La comunicazione può diventare un grandealleato nella battaglia per leconquiste dell'umanità,che l'Onu vuole edeve condurre. JeanDominiqueeMichèle, una coppiada leggenda Oggi la storia di Michèle edi Jean Dominique vive in un documenta– rio: L'agronomo.Jean Dominique era un agronomo prima di aprire Radio Haiti. Voleva al suo fianco un'esper– ta di comunicazione poiché si era reso conto che per far conoscere la verità era necessario affidarsi a un prof essionista:Michèle.Che è poi di– venuta sua moglie.In questo docu– mentario due eroi appaiono come persone normali che rischiano la vi– ta ogni giorno senza attribuirsi al– cuna eccezionalità.Per Michèle e JeanDominique questo era sempli– cemente ciò che doveva esser fatto, anche acosto di andare incontro al– la morte.Quanto spesso ci si dimen– tica che ogni essere umano deve lottare per la dignità, i diritti e la ve– rità? Dall'alleanza tra un uomo e una donna,Michèle eJean Dominique è nata una leggenda che rappresen– terà per sempre un esempio per l'u– manità, per tutti coloro che lottano eper tutti coloro che credono che donne e uomini, uniti, possano dav- ' vero cambiare la storia. ■ Carol Bel/amy (Stati Uniti d'America) AIUTO, PROTEZIONE EASCOLTO L aureata in psicologia e in legge, Carol Bellamy ha lavorato per 5 anni nel se– nato di stato di NewYork. Nel 1978 diviene il primo presidente donna del Consiglio della città di NewYork. Ha ricoperto vari incarichi pubblici nel campo delle pensioni e trasporti;è stata vice-presidente della Lega nazionale delle città. Dal pubblico al privato: per I I anni lavora aWall Street, con funzioni dirigenzia– li come avvocato e bancario per vari istiwti finanziari, fino a divenire direttore della Morgan Stanley & Co. Dal 1963 al 1965 aveva lavorato come volontaria in Guatemala, producendo anche una trasmissione radiofonica per le aree rurali sulla salute e il cibo; quasi 30 anni dopo ( 1993) la Bellamy diveniva direttrice dei Corpi di pace: per la pri– ma volta un ex volontario ricopre la massima carica dell'organizzazione. D al 1995 al 2004, Carol Bellamy ha diretto il Fondo delle Nazioni Unite per i bambini (Unicef). Non è stata testimone silenziosa degli orrori consuma– ti sui bambini soprattutto nei paesi in guerra. Parola d'ordine del suo mandato è stata: guerra contro tutte le forme di abuso dei minori, analfabetismo, Aids, po– vertà. li lavoro condotto sotto la sua direzione ha fatto la differenza dapperwt– to. Centinaia di paesi e milioni di bambini sostenuti dall'operato dell'Unicef. Carol Bellamy ha viaggiato instancabile per dare un volto alle vittime.Delle im– magini che ha riportato da un viaggio nella Repubblica democratica del Congo quella di una bambina di pochi anni ricoverata in un ospedale assieme alla non– na. Un'immagine che dava il senso di un paese dove passato e fututo rischiava– no di venire annientati.Ma nei bambini Carol Bellamy non ha visto solo delle vit– time daaiutare,ma anche gli artefici del futuro: in un discorso indirizzato al Con– siglio di sicurezza citava l'esempio dei Consigli municipali dei bambini dei territori palestinesi occupati, dove i bambini portavano avanti veri e propri progetti. In questodiscorso rimarcava che più del 50% dei partecipanti ai consigli erano bam– bine. Nei bambini vedeva i protagonisti di un processo di riforma dell'agenda po– litica dei paesi, chiedeva che i bambini venissero consultati e che le loro opinio– ni fossero ascoltate. Carol Bellamy ha sensibilizzato e responsabilizzato i governi sul fenomeno dei bambini soldato,facendo conoscere al mondo le reali dimensioni di questa bar– barie: «In qualunque momento circa 300 mila bambini nel mondo vengono usa– ti come soldati. Questi bambini sono la prova vivente del nostro sistematico fal– limento nel proteggerli».Carol Bellamy non ha avuto timore nel parlare delle ac– cuse di abuso sui minori rivolte al personale impiegato in operazioni di mantenimento dellapace. Della crudeltà e dell'indifferenza in Ruanda.Sierra Leo– ne, Sudan, Afghanistan, Kosovo eTimor East dove gli adulti hanno ucciso, muti– lato e stuprato bambini. Componenti essenziali del lavoro di Carol Bellamy: la capacità di creare al– leanze per costruire fronti compatti e l'informazione. Carol Bellamy ha costan– temente rilanciato l'appello alla creazione di alleanze internazionali per la pro– tezione dei bambini. li suo lavoro si è im– prontato al principio di responsabilità collettiva e di partecipazione. L'informa– zione ha giocato un grande ruolo nel suo lavoro: far conoscere l'entità dei proble– mi e far crescere la consapevolezza. O ggi Carol Bellamy è presidente e di– rettore generale di World Leaming, un'organizzazione privata che opera in 75 paesi nel campo degli scambi inter– culturali intemazionali,dello sviluppo so– stenibile, della didattica.del peacebuilding e della gestione di Ong. I programmi di World leaming si propongono di prepa– rare persone, istituzioni e comunità af– finché diventino attori del cambiamento. S.C.-M.M. ------------------------------------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 113
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