Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
dei diritti umani e il rispetto delle li– bertà fondamentali. Ed ancora: la cooperazione internazionale in cam– po economico,sociale, umanitario, culturale,scolastico e sanitario. L'Assemblea generale approva il budget dell'Onu.Ha inoltre il manda– todi eleggere i membri non perma– nenti del Consigliodi sicurezza e di preparare le raccomandazioni per l'elezione del segretario generale. Il ruolo dell'Assemblea generale nel lavorodelle Nazioni Unite è cen– trale: anche se emette raccomanda– zioni che non hanno valore vincolan– te per gli stati può tuttavia awiare in– terventi politici,economici, umanitari,sociali e legali che incido– no sulla vita di milioni di persone. settembre 2007.Riforma del Consi– glio di Sicurezza e del Segretariato,la nuova Commissione di peacebuiding e il Consiglio per i diritti umani, la protezione dell'ambiente, la Conven– zione sul terrorismo, la prevenzione dei confilitti e infine la rivitalizzazio– ne dell'Assemblea stessa sono state le priorità di questo anno che ha vi– sto come presidente la prima donna musulmana. ■ Sheikha Haya Rashed Al Khalifa verrà ricordata per aver guidato il la– voro dell'Assemblea generale fino a Carla Del Ponte (Svizzera) IN DIFESA DELL'UMANITÀVIOLATA e aria Del Ponte,magistrata svizzera,è pro– curatore capo delTribunale penale inter– nazionale delle Nazioni Unite per la ex Iugo– slavia (Tribunale dell'Aja). La sua storia profes– sionale è testimonianza delle attuali battaglie per lagiustizia ed esprime la tenacia di unaper– sona che non si è mai fermata di fronte agli o– stacoli. Fin dall'inizio della sua carriera si è con– frontata con un universo maschile che non ac– cettava donne: per I O anni hadovutoattendere la nomina a magistrato, nonostante le prove di grandi capacità. Nel 1981 Carla Del Ponte diviene giudice i– struttore; tre anni dopo è nominata procura– tore del CantonTicino. Inizia a istruire cause contro la criminalità economica,traffico inter– nazionale di droga e crimine organizzato. Aspetto rilevante del suo lavoro è la cooperazione internazionale. «Carlita la peste», come viene soprannominata per la sua determina– zione, ricostruisce i passaggi di denaro riciclato da un paese all'altro,dialogando con le procure straniere.Con Falcone se– gue le indagini su traffico di droga e riciclaggio di denaro e sfugge a un attentato a Palermo nella casa del giudice. Nel'94 è nominata procuratore generale della Confedera– zione elvetica e membro della Commissione federale per la , criminalità economica. Inizia un lavoro capillare per cambiare le leggi che mettevano al riparo le banche svizzere da indagi– ni, promuove la trasparenza e continua la sua battaglia con– tro il riciclaggio: dopo dure battaglie vengono introdotte leg– gi che impongono alle banche di collaborare nelle indagini. Nel 1999 diviene procuratore del Tribunale penale inter– nazionale per la ex Iugoslavia; in contemporanea, e fino al 2003, la sostituisce LouiseArbour alla guida delTribunale in– ternazionale per il Ruanda. P er anni Carla Del Ponte ha bussato alle porte dei gover– ni per chiedere l'estradizione dei latitanti e raccolto pro– ve degli orrori che si sono consumati nella ex Iugoslavia. Fa– mose sono le sue liti con i generali della Nato per mettere in atto azioni di arresto-più efficaci. Per questo infaticabile procuratore la giustizia prima di tutto. Condannare i colpevoli è una delle principali condi– zioni per la riconciliazione e la stabilità. Oggi i tribunali pe– nali ad hoc per la ex Iugoslavia (ali'Aia) e il Ruanda (adAru– sha, Tanzania), la cui operatività viene garantita anche dalla cooperazione giudiziaria internazionale, sono il presuppo– sto per la rielaborazione collettiva dei crimini contro l'u– manità: «Perdonare, ma non dimenticare». Si affida ad essi il compito di giudicare persone accusate di gravi violazioni del diritto umanitario, di dare giustizia alle vittime,ma anche un'azione sanatoria e pre– ventiva per evitare nuovi conflitti attraverso i processi di riconciliazione. La riconciliazio– ne diviene fondamentale per promuovere una pace duratura. L'esperienza della «Commissione per la ve– rità e riconciliazione» in Sudafrica ha contri– buito a far rimarginare le ferite dell'apartheid. Carla Del Ponteafferma che «il processo ser– ve anche per questo: per sapere la verità dei fatti. Non si tratta solo di portare i responsa– bili davanti alla giustizia, ma anche di stabilire la verità, i fatti. Ciò è importante per le gene– razioni future e fondamentale per la riconci– liazione». Dodici anni fa il Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia emetteva un atto d'accusa contro Ratko Mladic e Radovan Karadfic; oggi Carla Del Ponte definisce inaccetta– bile il fatto che i più famosi imputati per crimini di guerra sia– no ancora a piede libero. I ITribunale non può operare senza lacollaborazione dei pae– si. La giustizia internazionale può essere esercitata solo at– traverso il principio di cooperazione internazionale e di assi– stenzagiudiziaria.Essa incarna il l'idea di una competenza sen– za frontiere,il principio di unagiustizia universale che instaura un nuovo rapporto tra giustizia e sovranità. Il recente summit delle Nazioni Unite ha segnato un pun– to fondamentale: l'impegno dei paesi membri di intervenire attraverso il Consiglio di sicurezza, contro il genocidio, cri– mini contro l'umanitàe pulizia etnica, laddoveazioni pacifiche e stati falliscono. È una conquista del diritto internazionale u– manitario: la sovranità di uno stato lascia il passo alla difesadell'umanità violata. La storia dell'umanitànon do– vrebbe più dover registrare tragedie come quella degli 800 mila civili massacrati in Ruanda nel 1994. Kant nel Progetto di pace perpetua immagina «un diritto co– smopolita con la comunanza (più o meno stretta) tra i popoli della terra...al punto che la violazione di un diritto commes– sa in una parte del mondo viene sentita in tutte le altre par– ti». Tale ideale di giustizia universale riecheggia duesecoli do– po in una frase di Dag Hammarskjold (ex segretario genera– le dell'Onu): «Il dolore causato da una ferita nel mondo è sentito al contempo nel corpo dell'umanità».Moltastradari– mane ancora da fare per promuovere la giustizia internazio– nale; Carla Del Ponte è sicuramente tra coloro che verran– no ricordate per aver guidato parte di questo commino. S.C.-M.M, -------------------------------------------------------------------------------------------- MC OTTOBRE-NOVEMBRE2007 ■ 109
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