Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007
li segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, e l'incaricata delle relazioni esteredel Parlamento europeo, Benita Ferrero-Waldner. Parlaredi donne nelle Nazioni Unite non significa ri– marcare l'eccezionalità di queste personeed enfatizzare la loro posizione in quanto donne,bensì portare il loro e– sempiocontro il pregiudizio di unmondo nel quale le donne sonoancora discriminate, ridotte al silenzio ealla schiavitù. Il «valore aggiunto»delledonne Le donne che lavorano nelle Nazioni Unite rappresenta– no un numero infinitodi altredonneche in ogni parte del mondo danno il lorocontributoalla pace, alla giustizia,al– la scienza ealla politica.Moltedi lorohanno lottatoe lot– tano contro il pregiudizioe lediscriminazioni.Moltedi lo– ro hanno dovuto lavorare più duramente per raggiungere i risultati che un uomo,aparità di capacità,avrebbe rag– giunto. Ma nel fare ciò hannocontribuito con un valore aggiunto:la capacità di leggere il mondo nelle sue infinite sfaccettaturee l'incontenibileforza della determinazione edell'impegno. Molti studi presentanoanalisi sulledifferenze tra uomi– ni edonne nella societàmoderna:c'è chi scrivecheper un uomo incarriera ciò che conta è il controllo sugli altri, mentre per una donna in carriera ciò che conta è il con– trollo sulla propria vita.C'èchi dice che le donne cercanò un bilanciamento tra carrierae vita affettiva,e viadicendo. Dal mio puntodi vista ogni singoloessere umanoèdiver– so dall'altro ed è la somma di tante componenti. Tra que– ste la propria storia di vita e lacultura che regola la società in cui vive.Non c'èalcun determinismo,ma solamente molte variabili. Nella storia dell'umanità ci sono state cui- ture matriarcali epatriarcali,modelli maschili efemminili. Innegabileè che perlopiù si sia sviluppato unmodello che consegnava auomini edonne ruoli fissi,che prevede– vano per la donna una posizione di subalternità.Modelli che sonooggi anacronistici,ma che purtroppo condizio– nanoancoramoltesocietà,anche le più avanzate. La speranza èche nel mondo, che queste donne stan– no contribuendoa costruire, l'uguaglianza di genere non sia più un argomento di discussione,ma un valoreacqui– sito. Che le donne non siano più costrette adover dimo– strare quelloche sono. Il giorno in cui le Nazioni Unitesaranno guidateda una donna,spero che questa persona non rappresenti il sim- • bolo di una battaglia ancora da combattere,ma che la sua posizione sia percepita come un fatto ordinario. NadiaYounes, uccisa a Baghdad Tra tutte le donneche hanno lasciato un segno nelle Nazioni Unite un posto speciale spetta aNadiaYounes. Dopo 33 anni al servizio dell'Onu ha perso la vita aBagh– dad durante l'attentatoalla sede delle Nazioni Unite nel 2003.Unadonnacheè stata la voce e il volto dell'Onu, che ha portato la suadeterminazione e la sua testimo– nianza nellezone più pericolosedel mondo.Di lei i suoi colleghi hannodetto:«Quello che ci rimane sono il suo coraggioe il suo stimolo, i suoi insegnamenti e le sue convinzioni che ci daranno forza per andareavanti nel nostro lavoroquotidiano(...) il ricordo della sua risata riempie ancora la stanza nella quale ha lavorato».Di lei Kofi Annan ricorda la capacità di portare ovunque il sen– sodella giustizia, la sua grandegenerosità, il lucido reali– smo eun'incredibileconsapevolezza politica. Di lei si è scrittoche era una donna egiziana che ha de– dicato la sua intera vita alla pace,una donna che ha rap– presentatomolto di più delle questioni di genere.Una donna che èunmodello nel processodi transizione ver– so la modernità del MedioOriente. Lavorare con donnecome NadiaYounes nelleNazioni Unite èunonore.Hanno superato traguardi che sono per tutti un esempio.Questi traguardi vanno ben al di là delle questioni di generee sono i traguardi cheogni essere u– mano hadavanti asé nella conquistadi un mondodove le battaglie per losviluppo, il benesserecollettivoe lo sta– todi diritto sono le unichevere sfide per l'umanità. NelleNazioni Unite non c'è un pensiero maschileeun pensie– ro femminile,c'è sem– plicemente il pensiero degli esseri umani in cammino, nella loro infinita e ricca diver– sità come singoli indi– vidui. ■ Nadia Younes, vittima dell'attentato alla sede Onu a Baghdadnel 2003. ------------------------------------------------------------------------------------------ -- 104 ■ MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007
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