Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2007

del Consiglio di sicurezza delleNazio– ni Unite,assegnando nuovi percorsi alle storie personali e collettive con mezzi diversi dalla forza, dall'imposi– zionee dall'esclusione. InColombia,ogni mattina ci alzia– mocon la speranza che cessi lavio– lenza, che donne e uomini seque– strati o detenuti acausa dei conflitti ritornino acasa, che gli sfollati possa– no fare ritorno alla loro terra d'origi– ne, che lecomunità indigenevedano rispettati i propri territori e i diritti, che le comunità di afrodiscendenti ' resistano alla perdita d'identità,che le sindacaliste e i sindacalisti non vengano assassinati né subiscano la violazionedei loro diritti. Ci alziamoogni mattina con la spe– ranza che leviolenze contro donne, bambine e bambini nelle lorocase, sul posto di lavoro e nei campi o per le strade smettanodi essere un fatto abituale,si spezzi il silenzio complice delle atrocità delleviolenzee finisca la guerra,che pare non averfine,si ri– spetti e protegga il diritto a unavita dignitosa,siano garantiti i diritti so– ciali, economici e culturali, e tutta la gente senta che è possibile vedere un'alba nuova. Donne per la pace: condivisionedi esperienze Il conflitto sociale e armato ha dan– neggiato enormemente la situazione della donna sia negli ambiti della vita privata sia in quella pubblica,accre– scendone l'emarginazionee sfrutta– mento. Tale situazione ha peròdato vita alla mobilitazione eorganizza– z.ione di donne in diversi settori so– ciali, popolari e critici che, sulla base di esperienze locali,elaborano nuovi processi di resistenza civile. Alcune di esse sviluppano strate– gie di autonomia alimentare,altre cercano forme collettive di alimenta– zione per contrastare la denutrizione e neutralizzare l'aumentodell'esclu– sionesociale.Altredonneancora si organizzano perfronteggiare la vio– lenza politica regionale e locale, creando spazi collettivi che possano diventare laboratori di dialogo e di Alcuni slogan delle donne colombiane contro la guerra e la violenza: ccNessun esercito difende la pace», cc/I corpo non è bottino di guerra», cc/ guerrierise ne vadano... ». pace; altre ancora, poi,elaborano nuovi modi di fare politica,secondo modelli che riscattino l'autorità fem– minile e ne favoriscano autonomia, incidenza negli spazi di potere eca– pacità decisionale. Da sempre, noi donne ci impegna– mo e lottiamo per ottenere condizio– ni dignitose di vita. Nel 2005, pur nel contesto di un governoautoritario e repressivo comequello attuale,ci sia– mo unite e abbiamo risposto a un appello mondiale, partecipando al progetto «Mille donne del mondo per il premio Nobel della pace 2005». , Noi donnecolombiane siamo 22 mi– lioni emolte di noi portano avanti a– zioni individuali e collettive per il be– nesserecomune, l'uguaglianza dei diritti e pari opportunità. Al di là del significato specialeche profilodi qualche donna colombia– na, a suo tempo candidata al Nobel per la pace, degna di essere ricorda– ta. Maria Eugenia lavala. La sua e– sperienza econdizione di vittima su– scitano rispetto e ammirazione. È una donna di grande forza cheoggi si dedica in modo particolaread atti– vità di appoggio e organizzazione dei desplazados, in particolaredelle donne.Ha il carisma del leader e rap- presenta con grande dignità la po– polazione contadina colombiana. li suo lavoro s'incentra soprattutto sull' enpowerment delledonne e sulle attività organizzative da esse dirette. Principi guida della sua azione sono: il dialogo e la convergenza di varie e– sperienze come fattori di costruzione di un nuovo processo; il non coinvol– gimento con i gruppi armati che le loro esperienze rivestono per le lo– ro regioni di appartenenza, per il paese e per il mondo,questedonne rappresentano quel grande gruppo di donne anonime alle quali, attra– versoqueste pagine,vogliamo tra– smettere il nostro saluto e la nostra ammirazione.Una stima cheesten– diamo a tutte le donne che,dai tem- , mantengono il controllodella zona; il rifiuto di guerra e violenza come strumenti di lotta. pi della conquista spagnola fino a oggi,si sono levate contro l'ingiusti- zia e la barbarie, contro l'impunità e l'oblio e in difesa dell'identità,della convivenza edella pace.Una lotta portata avanti attraverso la giustizia socialee quella di genere, strumenti capaci di interrompere alla base il ri– prodursi della violenza. Ecco, allora, il Virgelina Chara.Afro-colombiana originaria di Suarez, nella regione del Cauca. Ha vissuto in prima persona lo sradicamento dalla sua terradi origi– ne.Oggi vivee porta avanti il suo pro– gettodi vitaaBogota,capitale della Colombia. li lavorodiVirgelina si in– centra su temi quali dialogo interetni– co, difesa del territorioe dirittoal ritor– nodelle famiglie costrettead abban– donare i loro luoghi di origine.La sua azione indifesa dei diritti delledonne MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2007 ■ 101

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