Missioni Consolata - Settembre 2007

sta scritto lA PARABOLA DEL «FIGLIOL PRODIGO» ( 13) NEL POZZO PROFONDO DELLE RAGIONI DEL CUORE «Cambiatementalità/pensiero e credeteal vangelo, cioèGesù Cristo, il Figlio di Dio,, IMe 1,1.4) 16 Avrebbe voluto riempire il suo stomaco con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno ne dava a lui. 17• Verso se stesso quindi ritornando, disse: b «Quanti salariati di mio padre hanno ab­ bondanza di pani, mentre io qui me ne sto a morire di carestia». MANGIARE ÈCOMUNICARE L'ANIMA Per la cultura semitica «mangiare con qualcuno- signi­ fica condividernela vita in uno stato di uguaglianza. Ge­ sùsubitodopol'ultimacena,dichiaraespressamenteque­ sta condizione: cNon vi chiamopiù servi... ma vi ho chia­ mato amici- (Gv 15,15). La ragione di tale dichiarazione sta nel fatto che hannomangiato insieme quel pasto«sin­ golare•, espressione unica dell'alleanza con Dio: «Questa è la mia carne... questo è il mio sangue• (Le 22,19-20). Mangiare è diventare unacosasolacon chi si mangia. ll giovane figlioarriva fino al puntodi «desiderare-di essere con i porci, come i porci, uno di loro pur di acquietare i morsi della fame:cVoleva riempire lostomaco/saziarsidel­ le carrube chemangiavano i porci, ma nessuno ne dava a lui• (v. 16). Il livellodella bassezza morale nonpuò essere più profondo perché il giovane giudeo non solodimenti­ ca la prescrizione della Toràh, che dichiara impuro il por­ co (Lv 11,7; Dt 14,8) e chiunque ne entra in contatto, ma fa addirittura «comunione• con l'impurità, volendo man­ giare le stesse carrube che mangiano i porci. SIMBOWGIA DEL PORCO La Mishnàh (Vll,7) è tassativa neiJa proibizione di alle­ vare porci: cln nessun luogo si possono allevare porci»; il Talmudbabilonese (Baba Qama - Prima Porta 82b e So­ tah -Adultera 49b) dichiara: •Maledetto chi alleva porci». Al tempodi Gesù, il porco era anche simbolo dell'op­ pressore romano sia perché la X legione «fretense» aveva come mascotte un cinghiale, sia perché i soldati romani, quando potevano, mangiavano spudoratamente i maiali rastrelJati nei villaggi greci. Mangiare porco significava quindi simbolicamente assoggettarsi all'invasore che de­ rideva la sacralità dell'insegnamentodella tradizione. Per un giudeo quindi finire tra i porci era peggiodellamorte. lontano dal Dio di suopadre, impuro fino al midollo dell'anima, senza più dignità umana, sprofondato nel peccatopiù radicale rappresentatodall'intimità che cer­ ca con i porci, il figliogiovaneha raggiunto il fondodi se stesso. La libertà che cercava e per la quale aveva ucciso il padre, abbandonato Dio, lasciato il suo paese e la sua storia, ora diventa il suo abisso di desolazione e la sua condanna. Una condanna a morte, se perfino i porci so­ no nutriti meglio di lui. ILSUO«DIO» È fLVENTRE Nel versetto si trovano tre verbi, tutti all'imperfetto in­ dicativo attivo che indica un'azione continuativa, abi­ tuale o tentata nel passato. Non è il desideriodi una vol­ ta, ma il desiderio costante e sistematicamente espresso, divenuto ormai un'esigenza di sopravvivenza. È l'ostina­ zione di chi non vuole rassegnarsi a morire di fame. C'è tutta la disperazione di chi si trova nella disperazione, so­ litario e isolatonel mondo che bramava e nontrovaaltro rimedio che sprofondare ancora più in basso. U primo imperfetto «desiderava• è certamente un im­ perfetto di conato, cioè un'azione sistematicamente ri­ petuta,ma sempre frustrata. Ci troviamodavanti aunuo­ mo che tenta e riprova pur di raggiungere il suo scopo: calmare la fame. Il desiderio di «riempire lo stomaco» è permanente come durevole è la carestia e la fame. Sfamarsi oriempirelapancia? Alcuni codici antichi del sec. IV-V hanno una variante del v. 16: «Desiderava riempire il suo stomaco/la pancia», chepare sia laformapiù originale, adifferenzadi altrico­ dici di primissimopiano che invececercanodi addolcir­ ne la crudezza, modificando il testo in•desideravasaziar­ si/sfamarsit. Quest'ultimaespressione, da unpuntodi vi­ sta deiJa sintassi, è più perfetta: l'imperfetto seguito dal­ l'infinito [desiderava (di) sfamarsiJ è una costruzione propria di Le (cf 16,21; 17,22; 22,15; cfanche Mt 13,17). U biblista francese }acques Dupont osserva che l'e­ spressione riempire lo stomaco è cosl volgare che forse i copisti e i traduttori hanno cercato di sminuirne la cru­ dezzacambiandolacon saziarsi, sminuendo anche il con­ testo di abiezione nel quale il giovane è piombato (Il pa- dre del figliol prodigo in PSpV. n.10 pp.120-l34). : La frustrazionede ll 'isolamento Crollano tutti i sogni e progetti di indipendenza, se­ polti nel porcile del proprio isolamento che nemmeno i porci vogliono condividere! «Riempire lo stomaco/la pancia• è l'ultima prospettiva che è rimasta al giovane fi­ glio, ormai in balia della fame più radicale, diventata os­ sessione del presente con la paura di non arrivare a do­ mani. Il figlio che non ha esitato a uccidere il padre pri­ ma del tempo, pervivere alla grande, vede la vita sfuggir- MC SETIEMBRE 2007 • 5J

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