Missioni Consolata - Settembre 2007

25 l � DOSSIER cd GIOVANI DELLA SPERANZA,, C ome fare per trattenere i giovani in Ubano? Per dare loro una�nza e una pro�:>pettiva concreta? Abuna Toufik Bou Hadir, responsabile della pastorale giovanile d . i Jbeil.. qualche idea ce l'ha. Anzi, la sta già mettendo 1n pratica. Con un'�ia inesauribile e una carica di enrusiasmo contagiosa, sista dando da fare su più fronti. t:esodo è mass1ccio, se ne rende conto, e dunque occorre rim­ boccarsi lemanicheperfrenarlo. Così, da un lato, ha promosso una serie di attività a Jbeil, l'antica Biblos, uno dei siti archeoloa ici più interessa nti del Ubano. Dall'alb-o , ha creato a livelfo nazionale il movimento «Gesù mia gioia», che, stando alla foltissima partecipazione all'incontro nazionale presso il santuario mariano di Harissa, pare ri­ scuotere grande successo . Da una parte come dall'altra, padre Toufik è sempre circondato da una moltitudine d1 ragazzi pieni di voglia di vivere. Ad Harissa, lo scorso 29 aQrile, erano più di 2 mila e lui era particolarmentesoddiSfatto. Perun giorno intero hanno riempito l'enorme sanruario, hanno partecipatoal­ la messa, cantato e danzato, assistito alle rappresentazioni teatrali, ascoltato le testimonianze di alt:ii giovani e anche quelle di un gruppo di italiani , legati alla pastorale giqJenile della Cei e arMovimento giovanile missionario (Mg_m). Un'esperienza di festa con alcuni momenti forti di rìflessione, perfettamente organizzata dai giovani, sotr to l� guida di padre Toufik. «E un impegno fondamentale quello di offrire a guasti ragazziun'opporb.mità di restare nel loro paese-affèfma il prete libanese -. Molti se ne vogliono andare, perché qui la situazione è precaria : non vedono prospettiVe per ir futuro, spesso hanno un buon livello di istruzione e non trovano un lavoro adeguato... E così cerchiamo di dare loro qualche stimolo e un sup porto morale, oltre a fare qualche proposta eone� . E una grande sfida. Non so­ lo per loro, ma per tutti non• . Molti ragazzi sono delusi, pensano che nessuno si oc­ cupi di loro e del loro awenire. Sono disincantati di fronte alla politica, sanno benissimo che ci sonogiochi di po­ tere_piu grandi di loro, all1ntemocomeaN'estemo del pae­ se. ::;peSS!J hanno parenti e conoscentiall'estero. E illoro sogno è di raggiungerli. <<Noi invece vogliamo che restino qu1 per: il loro bene e per quello del paese - dice con forza padre Toufik -. Perquestoc erc hiamo di i nfondere loro un senso di a�nenzanonsolocristiano , ma patriottico. U chiamo i giovani della speranza", perché da loro dipende il futuro di questo paese». Gruppodiitalianichehannopartecipatoalraduno nazionaledeigiovanilibanesiadHarissa. PadreToufikBouHadir,responsabiledellapastorale giovaniledelladiocesidiJbeil(Bibios). D alle parole ai fatti. Padre Toufik non è certo il tipo che si abbandona solo alle teorie. A Jbeil ha creato un piccolo baNistorante, il SawaCafè, che significa «insieme». «Un posto - spi�a - dove i giovani siritrovano, chiacchierano, si scamb1ano idee e conoscenze, par­ lano anche dei temi forti della cultura e della religione, della loro terra e di cosa significa essere libanesi oggi». l ragazzi che lo freauentano sonomoltovivacie aperti. Parlano dei loro studi, del loro essere cristiani, ma anche dei rappo_rti con gli altri ragazzimusulmani. Raccontano delle Iniziative ctie stanno organizzando, dei progetti .. . Sono tutti poliglotti: conoscono l'arabo, parlano d libenese e lomischianoconringlese e il fra ncese. Qualcuno sa anche qualche parola di italiano ... <<Qui - dicono - tro­ viamo un ambiente "sano" dove incentrarci e divertirci, ma anche dove discutere delle cose che ci stanno più a cuore: di questo paese e dei suoi proble�!,... di politica e del nostro futuro, dei nostristudi e della dimcoltà di tro­ vare un lavoro» . l l lavoro, ap unto, è uno dei temi ricorrenti, anche perché è una delle principali difficoltà: ancheperquesto � dre Toufiksi è dato da fare molto conaetamentè. Oggi so­ no circa200 i iovani che lallorano nei diversi �che ha creato: dal� r-ristora nte al negozio di sowenir. dalla Biblos ba�, un ruppe musicale che ha giè inciso delle canzoni. alle · che accompagnano i turisti nell'antica Biblos. « iamo di dare loro un'occupazione per pa- garsi almeno le tasse scolastiche e perché possano ca­ Varsela da soli» . Alorovolta, poi, questi ragazzidiventano testimoni po­ sitivigresso gli altri giovani. «Testimoniano che qualcòsa si pu e si devefare anche in questo paese - conclude padre Toufik -. Per questo abbiamo scelto come emblema la speM!nza:�ranza di unaconvivenza possibile e di un futUro di pace . Da costruire insieme». ---�----------------------------------------------------------------· 46 • MC SETIEMBRE 2007

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