Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007

segnalate nel continente africano tre principali epidemie: fra il 1896 e il 1906, nel 1920 e nel 1970, quest'ulti– ma non ancora sotto controllo. In occasionedell'epidemia del 1920, l'utilizzo di squadre mobili per monito– rare le popolazioni a rischio aveva per– messo di arrivare al controllo della dif– fusione dell'infezione a metà degli anni '60. Ma il venir meno dei controlli ha permesso al tripanosoma di tornare a manifestarsi negli anni successivi in diverse regioni: i dati del 2005 conta– no fra i 50 mila e i 70 mila casi. La diffusione della malattia varia fra i diversi paesi e, anche all'interno degli stessi, fra le diverse zone. Nel 2005 sono state segnalate epidemie impor– tanti in Angola, Repubblica Democrati– ca del Congo e Sudan, e la tripanoso– miasi umana africana rimane un proble– ma di salute pubblica per Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Costa d'A– vorio, Guinea, Malawi, Uganda e Tanza– nia. In altri paesi il numero di casi ripor– tati è più basso o non vi sono segnala– zioni, ma non si hanno certezze, perché manca una sorveglianza adeguata con diagnosi dei possibili casi. Vi sarebbero tuttavia segnali positivi: l'Oms riporta che gli sforzi da lei com– piuti insieme con quelli dei governi e di organizzazioni non governative hanno permesso di interrompere la continua salita nel numero di nuovi casi. IL RITARDO PEGGIORA LA PROGNOSI l'.ambiente in cui è maggiore il rischio di essere infettati dal tripanosoma è anche quello che condiziona l'anda– mento peggiore della malattia. Infatti i malati spesso vivono in zone isolate, lontano dai centri sanitari e quindi dal– la possibilità di essere visitati e di ave– re una diagnosi nelle prime fasi della malattia. Il ritardo nella diagnosi restringe le possibilità di cura, perché le prospettive di guarigione diminui– scono con il procedere dell'infezione. Dal punto di vista terapeutico infat– ti, i farmaci indicati per la prima fase della malattia del sonno non solo sono più efficaci, ma hanno anche meno effetti collaterali dannosi per il pazien– te e sono più semplici da somministra– re. Viceversa, una volta che il tripano– soma ha superato la barriera ematoen– cefalica ed è arrivato al sistema nervo– so centrale, i farmaci a disposizione --------- LA SORELLA AMERICANA E siste un'altra tripanosomiasi, quella umana americana, diffusa quasi esclusivamente neUe Americhe, soprat– tutto in 15 paesi del Centro e Sud Ame– rica. Conosciuta anche come malattia di Chagas, è causata dal Trypanosoma cruzi, trasmesso alruomo da un insetto (triatoma). Viene riferita anche La pos– sibilità d'infezione dalla madre al figlio in gravidanza, con trasfusioni di san– gue o trapianti d'organo, accidentale in laboratorio o con cibo contaminato da feci infette dell'insetto. Il triatoma si trova in particolare in case povere, nelle crepe e buchi delle pareti, e punge durante la notte. Il tri– panosoma si trova nelle feci dell'inset– to, che possono essere inawertitamen– te fatte penetrare dalla persona stessa in ferite, negli occhi o nella bocca. Dopo una prima fase acuta, che in genere si risolve in qualche settimana o mese (ma che può essere mortale nei bambini), La malattia può non dare particolari segni della sua presenza per molti anni e le persone restano incon– sapevoli della presenza del tripanoso– ma; nel tempo possono però manife– starsi complicazioni (cardiache o inte– stinali), anche mortali. le caratteristiche di cronicità dell'infe– zione, con il lungo periodo o tutta la vita senza sintomi, insieme con gli spostamenti delle popolazioni dell'A– merica Latina verso le città o altri pae– si, hanno portato a una maggiore dif– fusione geografica della malattia di Chagas al di fuori dell'America Latina. Secondo gli ultimi dati dell'Oms sono 9 milioni le persone con malattia di Cha– gas, di cui la maggior parte bambini. Rhodrriusprolixus; insetto vettore di .ChogfiS. possono arreèare maggiore danno al paziente e sono anche più complicati come modalità di somministrazione. Uno, per esempio, è un derivato dal– l'arsenicoe può causare un dannogra– ve al cervello, che può essere mortale EYITE PRESENCIADE CHINCHE PICUDAEN SU CASA c-.....,nn,--. Honduras: manifestoperprevenire la malattiadi Chagas. in una percentuale che varia dal 3 al 10% dei casi. Proprio nell'ottica di migliorare la diagnosi e anticiparla si colloca l'an– nuncio, dato a febbraio del 2006 dal– l'Oms e dalla Fondazione per la dia– gnostica innovativa (Find, Foundation {or Innovative New Diagnostic), della partenza di ricerche per arrivare a nuovi esami per la diagnosi. Infatti, nei , primi stadi della malattia la diagnosi è , più difficile per la presenza di pochi sintomi, tanto che si ritiene sia identi– ficato correttamente solo un paziente su dieci. lo scopo delle nuove ricerche è arri– vare a esami che migliorino le possibi– lità di una diagnosi precoce e con esse di un trattamento tempestivo e con maggiori possibilità di successo. Fotm • Berrong Ford L, <ivr1 conflict and s/eepit1g sidcness in Africa in genero/ ami Uganda in partirolar. Conllict ond Heolth 2007; 1: 6. • Centers for Diseoses Con!rol ond Prevenlìon: http://www.cdc.gov • Drugs for Neglected Diseoses lniliolive: http://www.dndi.org • Medici S8IIIO frontiere: http://www.msf .n • Or izzozione mondiale de8o sonilò: http »www.who.int • Peocelink: http:/ /llaly.peocelink.org/kimbou/orti• des/ort_20925.html MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 61

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