Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007

MISSIONI CONSOLATA ■ ■ ■■ ■■■ ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- nel suo villaggio natale Gouécké, vicino a Nzérékoré, che ho conosciuto l'orfanotrofio St. Kisito. Qui ven– gono accolti bimbi che hanno perso la madre du– rante il parto. Nella mentalità della popolazione della zona que– sti bambini sono maledetti e quindi abbandonati. In generale nella famiglia allargata africana gli orfani sono sempre accolti da un parente, ma in questo ca– so la paura è troppo grande. Dopo il mio ritorno in Alto Adige le suore africane, che gestiscono l'orfa– notrofio, in un momento di emergenza (diffusione di malattie mortali) si sono rivolte a me per chiede– re aiuto. È così che ho organizzato una piccola rete di donatori per appoggiare St. Kisito, in particolare nella prevenzione sanitaria. Sono tornato nel 2002 e poi nel 2006 per fare vi– sita all'orfanotrofio. La cosa più bella del viaggio era l'essere tra amici dal primo fino all'ultimo momen– to. Già all'aeroporto mi ha accolto un'amica che su– bito mi ha fatto riposare in una stanzetta riservata, grazie a sue conoscenze nella guardia doganale. 1 1 viaggio da Conakry a Gouécké dura normalmen– te circa 22 ore in taxi brousse, ma l'ultima volta ne abbiamo impiegate 30. La ragione fu un guasto al motore dopo dieci ore di viaggio. Per fortuna il guasto si è verificato in una città, quindi anche alle dieci di sera è stato possibile trovare un meccanico. Il resto fa parte delle esperienze in– credibili, che ti lasciano stupefatto per la ca– pacità di improwisare e di arrangiarsi con i mezzi più semplici: un bastone di legno, ap– pena sufficientemente solido, e una corda per smontare il motore dalla macchina, una decina di attrezzi di base per ripararlo, sotto l'illumi– nazione debole di una torcia scadente, e ri– montarlo, infine, alle cinque di mat– tina! A Nzérékoré assieme a suor Cathérine Thea, la responsabile del– l'orfanotrofio, ho fatto una visita al ve– scovo monsignor Vincent Kouroumah. Mi ha spiegato la situazione delicata degli orfani. È difficile integrarli nella famiglia di provenienza o anche tro– vare famiglie coraggiose per acco– glierli. Il vescovo è riuscito a far na– scere un'attività di accoglienza di questi bambini. O gni viaggio in Guinea e l'incon– tro con gli amici mi fa parteci– pare alle sofferenze di un paese to– talmente assente dai nostri me- dia. Da anni l'inflazione crescente continua a schiaccia– re la popolazione in modo pe– sante. Ad esempio il prezzo del riso, alimento base, è au– mentato enormemente. Le in– frastrutture stradali continua– no ad essere scadenti e il costo del trasporto influisce sull'atti– vità economica, anche per il prez– zo del carburante. La Guinea è circondata da paesi che negli ultimi anni hanno vissuto crisi violente e guerre civili terribili: Sierra Leone, Liberia, Costa d'A– vorio, Guinea-Bissau. La Guinea ha generosamente accolto numerosi rifugiati da questi paesi, dove spesso vivono le stesse etnie. La popolazione della Guinea ha accettato per an– ni, con pazienza e un certo fatalismo, il governo for– te e autoritario di Lansana Conté, arrivato al potere nel 1984 e tuttora in carica. «Poveri, ma almeno in pace», era ed è un pensiero comune. Solo recentemente, di fronte al continuo peggio– ramento della situazione economica e la vecchiaia del presidente, attraverso ripetuti scioperi generali il popolo ha cominciato a rivendicare dei cambia– menti. Nel paese vivono più di trenta diversi gruppi etnici, (alcuni maggioritari, vedi scheda), ma spero nel sentimento di unità e orgoglio nazionale, che i guineani hanno fatto loro dopo il radicale distacco dalla Francia, con il governo autoritario di Sekou Touré. Regime segnato da oppressione e terrore, ma che ha esaltato e valorizzato la tradizione e la cul– tura africana. Non so quanto io abbia potuto aiutare durante il mio soggiorno in Guinea, ma so che per me questa esperienza è stata un grande privilegio e una tappa fondamentale per la mia crescita personale, professionale e spiri– tuale. Infatti, ho poi deciso di riprendere gli studi e mi sto lau– reando in Studi europei e internazionali con l'o- biettivo di lavorare nella cooperazione allo sviluppo. Andreas Lochmann (**) andre.asmoruba@hotmail.com -------------------------------------------------------------------------------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 59

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