Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007

MISSIONI CONSOLATA ■ ■ ■■ ■■■ -•------------•--------•-••-----------•------------------------•-••••------•••••-----•-•••----•-•----••-•• nomina di un «governo di unità na– zionale» formato da tecnici esperti che potesse portare il paese fuori dalla crisi e una riduzione del costo della benzina edel saccodi riso. CAMBIOONON CAMBIO? Per svariate settimane (tra gennaioe febbraio 2007) in tutto il Paese si so– no registrate manifestazioni popola– ri guidate dai sindacati e dal Colletti– vo della società civile che chiedeva– no «le changement et le départ» (il cambiamentoe la partenza) del pre– sidente Lansana Conté, al potereda 23 anni.Manifestazioni spesso re– presse violentemente da partedella polizia edella guardia presidenziale, , provocando centinaia di morti e fe– riti. li tutto nel silenzio pressoché to– tale della comunità internazionale. La popolazione indignata eferita, ha vissutoquestocalvario con senti– menti di frustrazione, ingiustizia e rivolta.Le numerose vittime vengo– nomartirizzate e i giovani continua– vanoa dirsi pronti amorire per il proprio paese. Quando a iniziofebbraio il presi– denteConté accettò la richiesta dei sindacati di cedere parte del suo po– tere ad un primoministro di largo consenso, la crisi sembrava essersi ri– solta. Dopoalcunesettimanedi attesa, il presidente tenta un colpo di mano. 119 febbraio nomina alla primatura Eugene Camara,suo fedele alleato e da tempo al suo fianco anche nei precedenti governi già contestati. È subito indignazione.I giovani in– vadono le strade in quasi tutto il paese per manifestare il lorosde– gno: pneumatici bruciati, negozi raz– ziati, creazione di barricate per im– pedire l'ingresso e l'uscita ai veicoli. Gli edifici pubblici sono stati sac– cheggiati e completamente distrutti emolti prefetti egovernatori sono stati costretti alla fuga. SCONTROGENERAZIONALE Atti di violenza unica,senza il mini- mocontrollo sociale, in cui anche i sindacati e la società civile hanno perso il controllo della situazione. I giovani agivano irrazionalmente, spinti da un'incontrollabile voglia di distruggere qualsiasi simbolo del governo,cercando di ricavare anche un minimo beneficio dalla situazio– ne. Inutile il difficile compito degli an– ziani (i saggi) edei capi religiosi che cercavano di dialogarecon i rivolto– si, nel tentativo di far capire loro che ciò che stavanodistruggendo erano dei propri beni. El Hadji Barry, segretario della lega Sopra: un venditore di vestiti usati almercato di Mamou. A lato: tipica cucina di villaggio nei pressi di Kankan. islamica di Mamou (città dell'inter– no), ci ha detto: «Ho vissuto giorni veramente difficili, vedevo i miei "fi– gli" distruggere quel poco che ab– biamoe nonostante le innumerevoli ore passate in moschea nella spe– ranza di dissuaderli, lorocontinuava– no. La sera ci avevano promessodi non attaccare l'edificio del comune e il mattino seguente tutto era di– strutto. Ci dicevano che noi non li capiamo,che anche noi siamo stati corrotti dal governo».«Siamo stati di fronte ad una profonda crisi politica e sociale»,continua El Hadji «non c'era né religione, né ragione che te- (continuaapagina 60) --------------------------------------------------------------------------------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 5l

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