Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007
di Maria Helena Granada www.missioni <onjolotoonlus.it VIAGGIANDO IN AMERICA I.ATINA lATITUD BARRILETE I I I I I I I I È possibile descrivere l'America latina partendo dalla quotidianità della gente? ! Sì, è possibile, come dimostra l'esperienza di Martin Flores e Ano Sofia Quintana. j N ell'immaginario di ciascuno di noi ci sono luoghi peri- co nel mondo, poiché qui si sono sviluppati processi stori- ' colosi e dunque poco indicati per essere visitati o ci che non si sono visti in altri angoli del pianeta. Per lo 1 esplorati. Proprio da quest'immaginario nasce la paura per scontro tanto drastico tra due culture che non si conosce- , le strade e i sentieri dell'America Latina. Per confutare tale vano; per il processo di meticciamento tra indigeni, afcica- : visione, ho parlato con Martin Flores e Ana Sofia Quinta- ni ed europei, che ha prodotto una realtà vasta e profonda. : na, due viaggiatoti che, partendo da una proposta di gior- Senza ~enticare la sua quotidianità donchisciottesca, la : nalismo alternativo chiamato «Latitud Barrilete», ci rega- forza uruca della sua cultura, la sua natura esuberante; e, : lano una visione meno stereotipata del continente latinoa- dall'altro lato, le suemusiche, i suoi balli e i suoi colori, che ' mericano. fanno di questa terra una metafora collettiva, sempre can- , Parlando con loro, prima di ogni altra cosa cerco di sape- giante, rinnovata e feconda». ; re in cosa consiste il loro progetto e quando è nata l'idea. A questo punto, non posso non chiedere a Martin e Ana , Risponde Martin: <<Latitud Barrilete è, prima di tutto, il Sofia cosa pensano dei fenomeni socialilatinoamericani dei , desiderio di avvicinarsi alla gente che fa la storia, giorno quali siamo stati testimoni in questi anni: «L'America non dopo giorno. In pratica, vuole essere un progetto di. gior- si rassegna a quella visione tradizionale che le hanno attri– nalismo poetico-documentale senza fini di lucro, che si buito, quella cioè di continente satellite dei grandi centri ' propone di testimoniare le problematiche esistenti nella mondiali. Non siamo stati sconfitti, né siamo un conti– nostra America Latina e soprattutto i modi in cui esse sono nente povero. Sefinora non abbiamo ottenuto ciò che cer- , affrontate dalla gente. Noi cerchiamo di fare un lavoro sul cavamo non è perché siamo rassegnati, ma perché ci siamo campo. Ci avviciniamo ai barrios e alle comunità e cerchia- persi lungo la strada. Tuttavia, se c'è una qualità che ci , mo di convivere con le persone, in modo da poter capire la distingue come latinoamericani, è la nostra volontà di , loro realtà e quotidianità. Il progetto nasce durante un lun- cominciare di nuovo». , go viaggio attraverso la Patagonia effettuato tra il 2005 e il «Davanti alle continue convulsioni sociali e alla resisten- : 2006, quando ci proponemmo di diffondere nei grandi za della gente, i nuovi governi adattano le loro strategie ' centri urbani le realtà che non diventano notizia. Ci ha apparentemente per generare aspettative di cambiamento, profondamente coinvolti essere testimoni di avvenimenti ma in realtà perché tutto rimanga eguale: il saccheggio del– che, per una ragione o perl'altra, il sistema nasconde o fal- le risorse, la disoccupazione, la distruzione dell'istruzione silìca. Anche se avevamo sulle spalle già 10 anni di viaggi (pubblica), con il conseguente risultato della povertà e del- : per l'America Latina, sempre confrontandoci con la storia la marginalità. In ogni caso, è confortante vedere come la , e con la gente, fu là nel Sud che cominciò a prendere for- gente risponde a questa ripetizione di un modello oramai , ma quello che più tardi chiamammo LatitudBam'lete». esaurito. L'organizzazione autonoma, orizzontale e parte- ' Ascoltando Martin e Ana Sofia mi coglie una sorta di cipativa cresce nei bam'os e nelle comunità, perchéuna par– «invidia», soprattutto venendo a conoscere i territori che i te sempre maggiore della popolazione non crede nella due viaggiatori hanno percorso (magari gli stessi che, per capacità della politica tradizionale di trasformare la realtà». : paura, io non sperimentai quando ancora vivevo in Colom– bia). Continua Martin: «I nostri viaggi sono stati come onde che crescono e poi si rompono, ogni volta più gran– di, ogni volta più lontane. Ogni volta cercando di raggiun– gere una visione propria e di conoscere i protagonisti dei fatti che non diventano notizia per un sistema che produce soltanto solitudine e paura>>. Martin e Ana Sofia hanno viaggiato attraverso il Cono Sud (Argentina, Cile, Uruguay) e la regione andina (Boli– via, Perù, Ecuador), ma si sono spinti anche in Colombia, Venezuela e Brasile. H anno viaggiato senza p rogrammare una via precisa. Sono andati e tornati varie volte, ma sem– pre avendo Buenos Aires come base che permette a loro di lavorare, studiare, diffondere ciò che fanno. C ome ognuno di noi, anche Martin e Ana Sofia hanno una loro idea sulla propria terra d'origine, un'ideamol– to bella: «L'America Latina rappresenta uno scenario uni- A chiusura del nostro incontro, Martin e Ana Sofia mi confermano con felicità che, dopo aver viaggiato per tanto tempo, hanno avuto la conferma che la gente più : amabile è quella più umile. «È una costante - spiegano -: la ' solidarietà si trova maggiormente tra le persone che pos– siedono meno. È molto comune che qualcuno ti ceda il proprio letto o ti chieda di dividere con lei l'unico pe.zzo di pane che h a>>. • I I I ,-------- ----- - -------~ I COME CONTATTARE «LATITIJD BARRJLETE)>: • Web: www.latitudbarrilete.blogspot.com • E-maiJ: marrinflores07@hotmail.com fotolatitud@gmail.com I I I I I I I I I I I I I I I L-------- - ---------- - -...J I I --•"'••- -- - ~--•- ....._,5'__ ----- - ----- _..,_ ---------a1-~------- ............._.... r- --- -- -- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 53
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