Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007

Radio di carta Nel mondo di « Tropico Utopico» ( www.radioflash.to , www.tropicoutopico.org ) di José Corlos Bonino EL SALVADOR NELLA PRIGIONE DEL DOLLARO 1 Nei paesi in via di sviluppo, dollaro è quasi sempre sinonimo di ricchezza. Ma ci sono situazioni in cui la realtà è opposta, come nel caso della cosiddetta «dollarizzazione»... A San Salvador, capitale dd paese centroamericano, tutte le mattine il centrocittà viene invaso da una marea di ambulanti, che occupano le strade tra povertà, cantilene e commerci, più o meno legali. Mentre il macel- } !aio squarta la carne ai piedi della chiesa in stile coloniale, , nella strada di fronte, accanto alla succursale della banca ' nazionale, s'improvvisa un ristorante all'aperto di piatti ' tipici, largo quanto il marciapiede. Il centro storico e que- sto mercato improvvisato sono diventati un tutt'uno, , immersi in una moltitudine ondeggiante, che si muove come al ritmo d'un vecchio bolero popolare salvadoregno. In Salvador, la dollarizzazione del)'economia è arrivata il , 1 ° gennaio 2001, accompagnata da varie promesse, come , l'aumento degli investimenti stranieri e delle esportazioni I di prodotti nazionali. Da allora invece sono aumentati sol– , tanto il costo della vita e la disoccupazione, con sullo sfon– l do un paesaggio sociale che si deteriora giorno dopo gior- no. La mancanza di lavoro si è tradotta in un aumento dd settore informale, che evidenzia la incongruenza tra la dol– larizzazione e il Doa di un paese povero comeEl Salvador. , Come risposta ai problemi economici, il governo di Elias , Antonio Saca ha approvato il tanto discusso «articolo 15» ' che penalizza la vendita informale. A metà maggio, i • 17.000 ambulanti della capitale hanno realizzato manife– stazioni di protesta, chiedendo l'abrogazione della legge e la liberazione di Vicente Ramirez (dirigente dell'«Associa– zione dei lavoratori, venditori e piccoli commercianti sal- ' vadoregni», accusato di atti terroristici) sotto lo slogan «Siamo venditori, non terroristi». In un paese come questo, la dollarizzazione ha significa– to non soltanto la moltiplicazione della povertà, ma anche • l'impossibilità di svalutare la valuta nazionale. Pertanto, l'unico modo per accrescere la competitività del paese a livello internazionale (cioè per aumentare le esportazioni) è quello della «deflazione» (ridurre i prezzi delle merci). Per diminuire i prezzi delle merci occorre però precariz– zare ancora di più le condizioni dei lavoratori, dando sem– pre più potere alle maquilas del settore tessile e alle multi– nazionali della frutta, che non pagano neppure il salario 1 minimo. Nella situazione attuale, con le importazioni che superano le esportazioni, il mercato nazionale è letteral– mente invaso da prodotti importati, specialmente norda– mericani, dalle scarpe fino ai prodotti cerealicoli a basso prezzo (perché sovvenzionati) e geneticamentemodifì.cati. Questa invasione ha spazzatovia l'autosufficienza allineo- • tare: i contadini salvadoregni non producono più per il 1 mercato interno, perché i cereali importati costano meno; questa situazione spinge i contadini ad abbandonare le campagne (dove ormai si concentra il 97% ddla povertà). D'altra parte, migliaia di artigiani e di piccoliproduttori dd settore calzaturiero sono rimasti disoccupati: le scarpe sta– tunitensi costano meno, perché sono prodotte in quantita– tivi enormi e quasi sempre in Asia, dove i salari sono anco– ra più bassi che nd Salvador. S ugli effetti quotidiani prodotti dalla dollarizzazione par– liamo con la dottoressa Beatrice Alamanni de Carrillo, procuratore generale per i diritti umani della Repubblica del Salvador. «Come difensore dei diritti umani inSalvador - ci spiega - posso dirle che, per la gente, la dollarizzazione è stato un colpo terribile che si è ripercosso sulla vita quo– tidiana di ognuno. In pratica, si è passati all'equivalenza tra colon salvadoregno e dollaro Usa, una cosa insostenibile, perché le retribuzioni sono sempre calcolate in colones. Questo significa che i salari hanno perso 8 volte di valore, un fatto insostenibile per la gran maggioranza della popo– lazione. Con un salario minimo pari a 140 dollari è impos– sibile sopravvivere. Purtroppo, la tragedia della dollarizza– zione pare un fatto irreversibile. Occorre affrontarla con interventi economici adeguati e con molta creatività». La minoranza ricca dd Salvador, assieme alla classe poli– tica attualmente al potere, hanno voluto a tutti i costi la dol– larizzazione dell'economia, per tutelarsi da un'eventuale salita al potere dd Fmln («Farahundo Martl per la libera– zione nazionale», la ex guerriglia ora diventata un partito politico di opposizione). Attraverso la dollarizzazione costoro possono controllare il paese anche dall'esterno, manovrando i flussi e deflussi di capitale. In sintesi, la dol– larizzazione dell'economia non ha fatto che accrescere gli squilibri preesistenti, traducendosi a livello di macroeco– nomia in una camicia di forza, dato che l'economia salva– doregna ormai funziona come un «pilota automatico» alle dipendenze dei poteri economici statunitensi. • IL GLOSSARIO DI «RADIODI CARTA» • Dollarizzazione: è Ja sostituzione della valuta nazionale con il dollaro statunitense; oJtre che a El Salvador, la dolla• rizzazione è ufficiale in Ecuador e a Panama. • Deflazione: in economia, è Ja diminuzione del livello genera1e dei prezzi, l'opposto dell'inflazione; le imprese, non riuscendo a vendere i beni e i servizi prodotti, ne ridu– cono i prezzi, ciò comporta una riduzione dei ricavi che esse cercano di compensare attraverso una riduzione dei costi (del lavoro, dei beni intermedi, eccetera); gli effetti negativi della deOazione tendono quindi a diffondersi, pro– vocando una situazione di depressione economica. ---•• •-~•-•-• -~ --------~----~~~-- .~-~--- •••-----w-•--••-•••-••--•-•-•••••-----•• 52 ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2007

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