Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007

MISSIONI CONSOLATA ■■ ■■■■ ■ Superficie: 75.517 kmq Capitale: Panama Popolazione: 3,2 milioni di abitanti (stima 2004) GrupJ?i etnici: meticci 58%, neri e mulatti 14%, bianchi 9%, amerindi 7%, asia– tici 5%, altri 7% , Lingue: spagnolo, inglese Religioni: cattolici 80,2%, protestanti 14,5%, altri 5,3% Ordinamento politico: indipendente dal 1903, oggi è una repubblica presiden– ziale Presidente e primo ministro: Martin Torrijos, del «Partito rivoluzionario demo– cratico», dal 2004 Economia: l'ogricoltura produce mais, riso, manioca, ~tate per il consumo in– terno; molto e stese sono le colture da esportazione (banane, caffè, cacao, canna da zucchero); è imJ)C?rtonte anche l'attività peschiera (gamberi da espor– tazione); quasi assente l'industria, il settore terziario produce entrate attraverso la consistente flotto mercantile (tutta di armatori stranieri, attratti dalle grandi agevolazioni concesse dallo stato) e la piazza finanziaria (con molte banche e società offshore, attratte dagli scarsi controlli e dall'assenza di tasse) Canale di Panama: la zona del Canale - lu!'QO 84 km, larga 16 - è stata affit– tata da Panarnà agli Stati Uniti dal 1903 al 2000; i diritti ai transito generano entrate cospicue per le casse statali. ne (conducendo una vita durissima, data l'impossibilità di commerciare i loro prodotti) una trentina di anni fa chieserodi essere t rasferiti aPa– nama. La difficoltà di inserimento in un contesto urbanospinse il loro ca– po (cachique) a chiedere al governo di potersi installare nella regione del fiume Chagres, ricca di foreste e ac– qua, lo stesso fiume che fornisce l'acqua al canale.Gli embera conti– nuaronoa condurre cosl la loro vita di cacciatori,conarco e frecce, vi– vendo anche grazie alla pesca, alla semina di yucca,fagioli emais e a qualche animale da cortile.Da quan– do il Chagres è diventato parco pro– tetto tutto questo è interdetto, per cui sono stati aiutati dal governo a prepararsi ad accogliere i turisti cu– riosi di awicinare le popolazioni in– digene. Ora la loro vita sta cambiando, hanno scuole primariee sanità,ma cercano di mantenere il più possibile le tradizioni.Anche noi facciamo l'e– sperienza embera, risalendo il fiume sulle loro primitive imbarcazioni, guidateda uomini seminudi,col pe– rizoma rosso.Veniamoospitati in un villaggio di case costruite su palafit– te, condividendo ìl pranzo con le lo– ro famiglie.Parlandocol capo villag– gio, vengo a sapere che suo nonno era quell'Emiliano che lasciò il Da– rién per lavorare nel cantiere del Ca– nale. La sua storia sta scritta nel mu– seo di Panama:era unodegli indige– ni che lavorò alla costruzione delle canoe espandé (a un solo albero) u- sate durante i lavori. Fu lui che negli anni '70 scelse di trasferire la tribù in questa regione,sul sito dove sorge– va una base scientifica americana. Morì in questovillaggioa 96 anni. L'artigianato che viene offerto in vendita è molto raffinato.Si tratta di lavori in un legno pregiato,il cocobo– /o, preziosi intagli in avorio vegetale, datodalla noce di una specie di pal– ma. Lavorando una rafia molto soffi– ce e lucida,tinta con colori vegetali, gli embera fanno un tipo di cesteria e di mascheremolto belle.Queste sono usatedagli chaman (il perso– naggio più importante,che sovrin– tende alla salute della tribù) per le guarigioni.Nel villaggio vi è la scuo– la, costruita dagli indigeni sulla base della struttura donata dal governo. Nascoste dagli alberi sono duechie– se protestanti,frequentate dagli abi– tanti, che comunque rimangono a– nimisti. Nella foresta dove tutto è sa– cro si trovano ciboe medicamenti e il botanicoè un personaggio impor– tante, di supportoallo chaman. La nomina a chaman viene fatta nei primissimi anni di vita di un bambino. Segni premonitori lo indi– cano come il futuro chaman del vil– laggio, sin dalla nascita.La luna pie– na, un terremoto, un awenimento speciale durante la gestazione,il mo– do in cui è venuto alla luce,i primi movimenti.Sovente il fanciullo tenta di rifiutare questo ruolo impegnati– vo, vorrebbe essere un bambino normale,come tutti.Dopo una lun– ga, impegnativa preparazione,a 15 anni viene mandato nella foresta, dove dovrà passare 5 anni soloe nu– do. Si unirà profondamentealla na– tura, utilizzando le conoscenze ac– quisitedagli anziani,approfonden– dole e vivendo in stretta comunicazione con il mondo selvag– gio. I kuna di San Blas: una societàmatriarcale Hannodovuto fare guerra al go– verno, negli anni '20, per ottenere l'autonomia della loro Comarca (di– stretto). I kuna sono indigeni prove– nienti dalla Colombia che trovarono rifugio nei secoli scorsi sulla sottile striscia di terra che si affaccia sul ma– re dei Caraibi e sulle isole che gli spa– gnoli chiamarono di San Blas. Piccoli di statura mamolto forti e determinati, hanno un loro governo autonomo e cercano con fermezza di mantenere i loro costumi e le tra– dizioni. La società dei kuna è ma– triarcale, anche l'eredità passa per via femminile.Quando una ragazza si sposa è il marito a trasferirsi nella casa dei suoceri e in casodi divorzio deveandarsene. Le donne sono molto laboriose e forti come i loro uomini e oggi riescono aguadagna- (continua apagina 50) --------------------------------------------------------------------------------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 41

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