Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007
Per quasi l O anni le comunità cri– stiane rimasero praticamente sen– za preti e senza vescovo, costret– to all'esilio, per le sue prese di po– sizione contro l'arabizzazione e islamizzazione forzata imposta dal governo di Khartoum. Per tutta la durata del conflitto, i nuba furono oggetto di una re– pressione così feroce da sfociare nella «pulizia etnica». Bombarda– menti sistematici hanno distrutto scuole, ospedali e tutti i luoghi di culto cristiani nei Monti Nuba e va– rie moschee, poiché i musulmani nuba erano considerati eretici per– ché si opponevano all'imposizione della sharia (legge islamica). Le in– cursioni militari si sono accanite soprattutto contro i cristiani, fa– cendo parecchi martiri. I documenti raccolti da Human Rights provano che, dal 1993 al 1995, sono «scomparsi» circa 200 FAME DI EUCARISTIA O urante una celebrazione eucaristica a tarda notte, con una comunità di gente malnutrita e vestita di stracci, ho domandato cosa potevo fare per loro. La risposta corale, travolgente è stata: «Vo– gliamo l'eucaristia, desideriamoavere un prete e sentirci parte della chiesa». Fu difficile non commuoversi davanti alla fede di questa gente semplice epiena di dignità, che sopporta la persecuzione nel nome della fede e che non chiede alcun aiuto. Tale richiesta da parte della co– munità fu talmente insistente, che alla fi– ne due diaconi,capito che non avevo fat– to tutta quella strada fino ai Monti Nuba per giudicarli, decisero di parlare aper– tamente. Mi raccontarono come aveva– no pensato aqualcosa per soddisfare la fame di eucaristia. Sapendo di non aver alcun mandato per celebrarla, escogitarono un surrogato dell'eucaristia, un segno di un segno. Ec– co la descrizione: «Le ragazze pre-ado– lescenti vanno a mietere la durra, che viene macinata in farina eusata per pre– parare il kisra !un pane piatto non lievi– tatol. I più anziani e il resto di noi si riu– niscono fuori della cappella epregano so– pra il kisra. Chiediamo aDio di renderlo un segno del suo amore edella sua pre– senza fra noi. Poi distribuiamo e man– giamo il kisra durante il servizio di pre– ghiera. Sappiamo, come sanno pure ife– deli, che questa non è l'eucarestia, ma è il nutrimento che ci aiuta ad andare a– vanti. finché un giorno avremo un prete che ha l'autorità di saziarci con il Corpo di Cristo». Renato Ki1ito Snana mila nuba, vittime di «genocidio». Bombardamenti, incursioni e rap– presaglie governative sono conti– nuate anche negli anni seguenti. Nonostante l'isolamento, il ter– rore e la persecuzione, tre diaconi, un gruppo di catechisti e altri lea– der laici, hanno mantenuto vivo il messaggio cristiano anche in as– senza dei sacerdoti. Hanno ammi– nistrato e registrato centinaia e centinaia di battesimi di adulti e fondato nuove comunità in villag– gi lontani, dove l'annuncio del van– gelo non era mai arrivato. In alcu– ni luoghi i diaconi hanno inventa– to un «surrogato» dell'eucaristia (vedi riquadro). Con la firma del cessate il fuoco nel 2001 e dell'accordo di pace nel 2005, missionari, preti locali esuo– re sono tornati a Gidel, Kauda, Lu– mon e altre missioni distrutte du– rante la guerra civile. È cominciata la ricostruzione di chiese, scuole, ospedali, insieme all'attività di e– vangelizzazione. O ggi, su un milione circadi a– bitanti presenti tra i Monti Nuba, 330 mila sono mu– sulmani (33%), 320 mila seguono la religione tradizionale (32,22) e 350 mila sono cristiani (35%), cui 65% cattolici. Il fatto più straordinario dal pun– to di vista umano e cristiano è che musulmani, cristiani protestanti e cattolici, seguaci delle religioni tra– dizionali convivono in pace e nel mutuo rispetto per tutte le religio– ni. Non di rado si incontrano fami– gli formate da genitori musulma– ni, due figli cristiani, due figli di re– ligione tradizionale, altri due o tre figli che seguono l'islam. E tutto ciò senza che costituisse un pro– blema per nessuno. Una grande lezione di civiltà, in un mondo dove si cerca di fare di– ventare Dio un Dio di parte e le re– ligioni vengono usate per dividere più che per unire. La chiesa cattolica ha sempre go– duto di stima e prestigio tra la po– polazione nuba, grazie alle sue at– tività in favore della pace e della promozione umana. Ora che è tor– nata la libertà di azione e di movi– mento, si moltiplicano le iniziative di promozione umana e sociale, tanto che il governatore della re– gione di Gidel, Abdel Aziz, musul– mano e uno dei leader dello Spia, ha detto al vescovo di El Obeid: «La chiesa è la nostra speranza». • Testi e foto di questo dossier sono parte del libro «Nuba», curato per «Sorriso per il Sudan Onlus» ed edito I da Bertelli Editori. ! MICAH R!Glll'i, FadngGenoàde: the NubaofSudan, lon- 1 don 1995. BAUMAH G., Nationallntegrationond LOCDI lntegrity. The Miri ofthe Nuba MountainsintheSudan, Oxford 1987. DABIIZ G., Gesthithteder erforsdwng der Nuba-Berge, Stuttgort I985. Dusois E. •DUBOIS P., Soudan Pays des Noubo, lousonne 1980. F.uis J.C., South Eost-Nuba Socio/ Relations, Aochen 1989. IBRAHIM A.U.M., The Dilemmao/BritishRule in the Nu– bo Mountains 1898-1947, Khartoum 1985. Ktsrro SEwlA P., /o sono nuba. Dofla parte di un popolo che lottopernonscomparire, Milano 2004. MANGER LO., From themountainslo the plains:inlegra– tionofthe Lafofa Nuba inia Sudanese society, Uppsolo 1994. NAoa S.F., The Nuba: AnAnthropologicolStudy ofthe Hifl Tribes in Kordafan, New York, 1978. RAHHAtS.M. (o curodi), The ~Ilo be Nubo. The Story ofaSudanese People's struggle lor Survival, Asmara 2001. RIEFENSlAHL L, DieNubo van Kou, Miinchen 1976. RIEFEHSTAHL L, Die Nubo. Menschen !rie von einem an– deren Stem, Miin<hen 1973. ROOGER G., Village ofthe Nubas, London I 999. STEVEIISON R.C., The Nubo People ofKordofan Province. An EthnagraphicSurvey, Khòrtoum 1984. I ÙMlllO BAwN, // CristoeilMohdi, Bologna 2001. J I GIOVANNI MEREGHETTI, I• e: diplomato in arti visive e fotografia, 20 an- Q ni di attività professionale, ha visitato 80 .._ paesi e pubblicato fotografie e servizigior- :) nalistici nelle più importanti riviste italiane ,. e strarnere. V STEFANO BELLUCCI, • - insegna Sistemi politici africani comparati -– all'Università di Pavia ~ Massimo Zaccaria, insegna Storia e istituzioni del mondomu– sulmano all'Università di Pavia -------------------------------------------------~-------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 43
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=