Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007
DOSSIER Celebrazionedella messanellacomunità cristianadi Gidel. N el frattempo, però, in segui– to al rifiuto di mons. Silve– stri, il governo di Khartoum si rivolse ai protestanti perché la– vorassero tra le popolazioni dei Monti Nuba. Alcuni membri au– straliani della Sudan lnterior Mis– sion accettarono subito l'invito e, nel 1930, aprirono il loro primo centro missionario a Heiban, per poi estendere la loro presenza nel– la parte orientale della regione. La parte occidentale, invece, fu occupata dagli anglicani della Church MissionarySociety, che nel 1933 aprirono il loro primo centro a Sellara, vicino a Dilling, e 1 O an– ni dopo a Katcha. Aiutati dal governo, i centri pro– testanti aprirono scuole elementa– ri e varie «bush schoo/s» (scuolet– te nella foresta) affidate ai catechi– sti. Se si eccettua le due scuole Un sarto del villaggio di Kurghi. medie aperte a Katcha e Sellara, i protestanti fecero ben poco per of– frire ai nuba una formazione su– periore. Parallelamente all'attività scola– stica cercarono di portare avanti anche un certo lavoro di evange– lizzazione, senza però offrire una profonda formazione cristiana: l'i– struzione si riduceva spesso alla presentazione di qualche brano della bibbia. Nonostante il soste– gno governativo e la lunga perma– nenza nella regione, i risultati fu– rono deludenti, specialmente tra gli evangelici della Sudan lnterior Mission: il loro rigorismo calvini– sta, che proibiva ogni bevanda i– nebriante e perfino le danze tradi– zionali, non attirava i nuba alla fe– de cristiana. Per cui, pochi furono i battezzati, rari i cristiani formati con una educazione secondaria o universitaria, capaci di impegnarsi nel campo politico e sociale. N el 1954, due anni prima del– l'indipendenza del Sudan (1956), il vescovo di Khar– toum riuscì ad ottenere dal gover– no il permesso di aprire due cen– tri: Dilling e Kadugli. Bisognò co– minciare tutto da capo. Poi, con lo scoppio della guerra tra il governo di Khartoum e le popolazioni del Sud Sudan, tutti i missionari stra– nieri furono espulsi dal paese. Nel frattempo, El Obeid era di– ventata sede vescovile (1 960), con la creazione dell'omonimo vicaria– to apostolico, distaccato da quello di Khartoum, successivamente fu elevato a diocesi (1974). A partire dal 1969, la concessio– ne di qualche autonomia ammini– strativa a territori meridionali, il cli– ma politico divenne più sereno e fu possibile imprimere nuovo slancio all'attività missionaria: fu possibi– le aumentare il numero del perso– nale (missionari e suore) e opera– re liberamente su vasto raggio e senza paura. Mentre tra i Monti Nuba l'attività missionaria procedeva a singhioz– zo e tra innumerevoli ostacoli, es– sa riscuoteva maggiore successo tra i nuba emigrati nelle grandi città del Nord Sudan, come El 0 - beid, Kosti, Khartoum. Relegati nelle periferie, impiegati nei lavori più umili, essi furono da sempre al centro dell'interesse e del lavoro di evangelizzazione. A Khartoum, soprattutto fu mol– to attivo padre Muratori, fino alla sua morte, awenuta nel 1959. Egli scrisse catechismi nelle più diffu– se lingue nubane, istruì e battezzò centinaia di nuba e si dedicò alla preparazione di maestri e catechi– sti dei più importanti gruppi nu– bani. Tale lavoro, imitato da altri missionari, specie nella diocesi di El Obeid, è stato prowidenziale per la chiesa sui Monti Nuba: mae– stri e catechisti ne sono diventati la «spina dorsale», come afferma mons. Macram Max Gassis, vesco– vo della stessa diocesi. e on la ripresa della guerra ci– vile tra Nord e Sud Sudan, nel 1983, buona parte dei Monti Nuba si venne a trovare sot– to il controllo dell'Esercito di libe– razione popolare del Sudan (Spia) e gli abitanti (cristiani e musulma– ni compresi) si unirono ai ribelli. -~----------------~------------------------------------------------- 42 ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2007
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