Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007

■ MISSIONI Penetrazione del cristianesimo tra i nuba • • • A PROVA DI BOMBE Su un milione circa di abit.anti della regione dei Monti Nuba, il 33% segue rislam, il 35% il cristianesimo (di cui 65% cattolici), il 32,22% la religione tradizionale. L'attività di evangelizzazione è stat.a condizionat.a dalle vicende storiche del paese, con lunghi periodi di int.erruzione: una storia esemplare di fedeltà e martirio. Solo ora si è riapert.a la possibilità di una evangelizzazione più efficace. 1 11871 potrebbe essere la data dell'inizio della penetrazione del cristianesimo tra i nuba, con l'apertura di una stazione di mis– sione a El Obeid per opera di Da– niele Comboni. La località doveva diventare la base di lancio per por– tare il vangelo nel cuore dell'Afri– ca e continuare la sua lotta contro lo schiavismo. La strada attraverso la regione dei nuba era preferibile a quella del Nilo, per raggiungere le popolazioni più meridionalì del Sudan, denka e shi/luk. Nel 1874, infatti, a Delen (oggi Dilling, sei giornate di cammino a sud di El Obeid), fu aperta una sta– zione di missione, la prima tra i Monti Nuba. Il lavoro missionario ebbe un rapido sviluppo, anche se la missione dovette chiudere i bat– tenti per due anni, dal 1875 al 1877, per l'ostilità dei mercanti a– rabi. Nel maggio 1881, mons. Comboni visitò per l'ultimavolta la missione di Dilling, dove ebbe la gioia di battezzare i primi 40 nu– ba. Il quel viaggio visitò altre zone dei Monti Nuba e progettò l'aper– tura di una seconda stazione mis– sionaria, per intensificare l'opera di evangelizzazione e la lotta con– tro gli schiavisti. Di ritorno dal viaggio, così scri– veva a Roma: «Fra un anno, o an– che meno, l'abolizione totale della schiavitù presso i nuba sarà un fat– to compiuto. Non si possono de– scrivere la gioia e l'entusiasmo del– le popolazioni che, dopo la mia vi– sita, non si sono visti strappare né un figlio, né una figlia, né unamuc– ca, né una capra; riconoscono u– nanimemente che li ha liberati la chiesa cattolica». Quello stesso anno, però, il Com– boni moriva (ottobre 1881, a soli 50 anni) e in Sudan scoppiava lari- volta di Mohammed Ahmed Mah– di. E fu la catastrofe. Nel 1882 la missione di Dilling venne distrut– ta, i missionari (2 padri, 2 fratelli, 3 suore) furono fatti prigionieri. A– vrebbero voluto portare con sé i lo– ro cristiani «un centinaio tra don– ne e ragazzi», ma non vi riusciro– no: la piccola comunità cristiana fu risucchiata nel vortice mahdista, come il resto della popolazione. La stessa sorte toccò ai missionari e missionarie presenti a El Obeid. Q uando le truppe anglo-egi– ziane, nel 1 898, riconqui– starono il Sudan, ponendo regime mahdista, i missio– nari poterono ritornare e riprende– re il lavoro missionario interrotto da 18 anni. I primi comboniani ar– rivarono aOndurman nel l 899, ma mutarono strategia: invece di ri– prendere la strada dei Monti Nuba, per avanzare verso la regione dei Grandi Laghi, scelsero la via del Ni- DI 8ENEomo Beu..esl lo. Anche perché il governo non permetteva attivitàmissionaria nel– le regioni abitate dalle popolazioni africane, classificate come «di– stretti chiusi», in cui era compresa anche la regione dei Monti Nuba. Nel 1913 alcuni missionari del vi– cariato di Khartoum riaprirono la missione di Dilling, ma l'anno se– guente i missionari furono inter– nati in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale. Dieci anni dopo, si presentò una nuova opportunità, quando il go– vernatore inglese del Kordofan do– mandò al nuovo vicario apostolico di Khartoum, mons. Paolo Tran– quillo Silvestri, se intendeva ri– prendere possesso dei terreni del– la missione di Dilling e El Obeid, ma monsignore rinunciò sponta– neamente, per intensificare l'e– vangelizzazione al sud, presso gli shilfuk, nuer e denka. I nuba furo– no dimenticati per altri 20 anni. Kauda, una croce ricorda ilmartirio subito da maestri e alunni nel2000. --------------------------------------------------------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 41

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=