Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007
biani esistono due ulteriori scuole di pensiero. Da un lato, coloro che ritengono che i nubiani sono di– scendenti dei nuba; dall'altro quel– li che sono convinti del contrario. La tesi più accreditata oggi con– sidera i nuba come un popolo au– toctono (dei Monti), senza legami specifici con i nubiani, a parte quel– lo dei «nobatae» (i nuba dei testi classici antichi), i quali portarono le lingue nuba a nord, fuori dal Kordofan verso la valle del Nilo, da cui deriverebbe il legame linguisti– co di cui sopra. In seguito questi nuba sarebbero stati «assorbiti» dai nubiani fino a scomparire. Viceversa, i barabra (popoli nu– biani inviati dagli arabi a conqui– stare Dongola e sottomettere gli abitanti dei Monti Nuba), non riu– scirono a penetrare le popolazio– ni nuba: queste, se da un lato as– similarono certi aspetti della loro lingua, non furono influenzate in nessun altro modo nei costumi e cultura. Per cui, anche in questo caso l'ipotesi di un legame, sia «razziale» che culturale, è stata e– sclusa. In conclusione, i nuba sarebbero il popolo originario del Kordofan meridionale. La stessa parola «Kor– dofan» sembrerebbe descrivere i– noltre la storia antica di questa re– gione. «Kordu» significa uomo, «fan» paese: le due parole potreb– bero essere state assemblate per significare «terra dell'uomo», cioè «paese abitato» e quindi «coltiva– to», il che presume una statualità antica, contemporanea a quella dell'Etiopia o di Meroe. Tuttavia, bisogna tenere presen– te che i nuba non sono una popo– lazione omogenea e una statualità nuba non è mai esistita. I nuba si sono uniti solo militarmente e di recente (a partire dagli anni '20 dell'Ottocento), per resistere alle ingerenze esterne durante il do– minio turco-egiziano, mahdista, anglo-egiziano e del governo del Sudan indipendente. I Monti Nuba, potrebbero essere anche chiamati «Mondi Nuba» o, come ha fatto notare qualcuno, «Arcipelago Nuba», per via dell'in– dipendenza tra le storie delle di– verse realtà nuba. Ogni montagna ha espresso delle statualità a sé stanti, che non comunicavano su basi sistematiche con le altre. Que– sta diversità «intra-nuba» spiega ulteriormente le difficoltà di trova– re dei legami tra nuba e nubiani. LA RELIGIONE NATIVA Il «kujurismo» è la religione au– toctona dei nuba. I nuba venerano i propri antenati e questa usanza è così persistente nella società, che la venerazione dello spirito del– l'antenato è diventata una religio– ne in sé stessa. Secondo certi osservatori, il kujurismo spiegherebbe anche certi tratti del «patriottismo» dei nuba, la loro riluttanza a lasciare la terra dei padri (la patria, appunto), il loro rispetto per gli anziani e il culto dei morti da parte dei giova– ni. Il kujur è l'intercessore presso gli antenati e quindi lo Spirito o Dio. Il kujur può assumere nomi diversi, secondo il gruppo nuba a cui si fa riferimento. I kujur si distinguono dalle figu– re sacerdotali di altre realtà africa– ne per il fatto che, come interme– diari, non cercano di controllare gli eventi, bensì di propiziarli a favo– re dei credenti; essi usano il pro– prio potere per indurre lo spirito antenato a benedire o punire, a se– conda dei casi. La punizione o il premio dipende invece da Dio. I kujur sono dei «servi di Dio» o de– gli dei, secondo l'usanza di cia– scuna delle comunità nuba. In certi casi, attraverso il kujursi può anche intercedere presso gli spiriti «famigliari» (considerati spi– riti minori rispetto a quello del– l'antenato). Questo ha portato nel tempo a forti legami nella comu– nità i cui membri sono attenti a non contrariare i singoli spiriti fa– migliari (degli altri). Gli spiriti delle diverse famiglie che formano una comunità posso- ■ MISSIONI no essere richiamati dal gruppo per propiziare ciascuno un diverso evento: pioggia o guerra, caccia o raccolta, alberi o fertilità, ecc. A questi spiriti minori corrispondo– no kujur minori, che sottostanno tutti al grande kujur, il quale li coordina, anche attraverso la con– sultazione. Il grande kujur può anche pre– siedere il consiglio degli anziani di una comunità, diventando egli stesso una figura patriarcale (e po– litica). Il potere laico quindi si può fondere con quello religioso eque– sto si riscontra di più tra quei grup– pi di nuba che hanno sviluppato forme di statualità di tipo «comu– nitaristico» (senza re o mukuk). In– vece, la fusione di funzioni (reli– giosa e laica) è meno incombente tra quelle comunità che si sono co– stituite in regni (come i dilling, a– fitti, nyimang, kadero, kalero, ecc.), con un sovrano, casta re– gnante, gerarchie nobili, ecc. In questi casi il potere del grande kujur (spirituale) resta distinto da quello del re e dell'amministrazio– ne (temporale). I kujur sono figure sacre e con– ducono una vita appartata e soli– taria; il loro ruolo non è ereditario e non è a vita (il ruolo può decade– re e chiunque, spesso senza pre– requisiti fissi, può assumere que– sto ruolo nella società). In alcuni casi anche alle donne è concesso di potere ricoprire tale carica, ma per loro, in genere, esiste il requi– sito della maternità e della succes– sione (maritale o familiare). Dei se– gni distintivi, che cambiano da gruppo agruppo, caratterizzano la dimora del grande kujur, essa de- --------------------------------------------------------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 37
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