Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007
■ MISSIONI - . -·· ·- - . ~- - - --- - - - - - - - - - - - - .. - - - -· - -· - - - --· -- - - -- - - - - - - - - - - - - gli arbusti spinosi della savana e la gente assume tratti somatici più decisi. La porta verso il mondo Nu– ba è vicina. Bastano poche ore di fuoristrada e Kaduglì è ormai a portata di ma– no, anche se l'asfalto finisce per la– sciare il posto alla pista, a tratti sconnessa, a tratti ancora ben per– corribile in quanto levigatadal pas– saggio degli automezzi. DI FRONTE ALLE 99 MONTAGNE Kadugli è una città tipicamente africana: solo la via principale è a– sfaltata, il resto delle strade è un bazar polveroso a cielo aperto, do– ve la vita pullula dall'alba al tra– monto, senza tregua. Situata nel Sud Kordofan, questa città è anche la porta per accedere alle Monta– gne Nuba: qui si sbrigano le prati– che burocratiche e si ottengono i permessi necessari per poter su– perare i mille controlli che la blin– dano come in una cassaforte. I numerosi posti di blocco della Security rallentano il viaggio, ma ormai ci siamo: le 99 montagne narrate dalla leggenda locale sono davanti a me. Le chiamano montagne, ma an– che se hanno delle pareti molto scoscese non possono essere de– finite tali: sono solo un mosaico di colline che raggiungono al massi– mo i 1.500 metri s.l.m. Quando si lascia Kadugli le stra– de non esistono più, anche se so– no segnate sulle carte: sono state inghiottite dai bombardamenti e, quelle rimaste, cancellate dall'ulti– ma stagione delle piogge. Faccia– mo fatica a trovare la direzione giusta per Luere; la individuiamo quando è quasi buio e dopo qual– che ora di pista siamo costretti a cercare un posto dove montare la tenda e passare la notte. Arrivare a Kauda significa supe– rare decine di posti di controllo presidiati dai militari dell'Splm (Su– dan Peop/e 'sLiberationMovement). I giovani in uniforme cont rollano attentamente i permessi, a volte ne richiedono altri, a volte, semplice– mente, mi invitano nelle loro ca– panne per bere un tè. Sono sempre gentili e sorridenti, sanno che la comunità internazionale sta lavo– rando per loro, sanno che lo stra– niero che si muove da queste par– ti non lo fa solo per turismo. A Lue– re mi fanno perdere un pomeriggio per i controlli, ma questa, si sa, è SEGRETI IN «BIANCO E NERO» e he cosa è un viaggio per noi viaggiatori moderni? Forlle il piacere di una vita, o foNe un desiderio cullato fin dallrinfanzia, o furN ancora un modo di - re. Preparare lo zaino e l'ettn.zzatu.-a fotoga-afica, salutare famiglia • emici, eof. ~ frire la sete e a volte la fame, dormire in un letto cl fortuna. Ma che Nll90 ha tut,. ~ to qweto? Perch6 ho viaggiato? La ragione di quNto mio.,.._ per I mondo, del ;:I: mio m~ è IIOlo una ricerca interiore, una ricerca nella ricerca dell"ID, vi8lt' V giatoNI del terza mllennio. ! Quando si è bambini, lii è vuoti, non lii ha nulla dentro cl 96; poi con una «can– nuccia• si inizia a ....,.._ la vita, le esperianzll poeitiua • negatilla, le situazioni diwl'IMt dal mondo in cui si vive, lii conoeca gente nuova, non rniglore o peggiol• di noi, ma diullraa, per lngua e cultura: il ,-t;ro •io• si modella, cambia ci giorno in giomo, dillllnta Nmpre più pieno e BNUme le forme che noi vagliamo dargli. H tem– po paeaarè e, finalmente, un giorno, potl'91UO recc:ontare qualcNa, magari - plicemente quello che _..nno visto i .-tri occhi, WIZ8 filtri, WIZll lmpedmenti. Il viaggio non è llOlo un modo per""-'- I carpo. Vieggiere ci esalta, ci ricari– ca, ci fa pensare, ci fa aentire viui, ci fa eognare cl ~ la chàMt che apre la porta di tutti i eegreti... • quell'aggeggio .:he alcuni tengono al collo, quelfllllll"' to catturaluce, quelfarma, è aolo uno atrumento, a volta necn■ario o compie■ per fieeare un IIDl'l'ÌIID, a volta, invece, indiapenaabile per reccantaNt un mondo che lii vorrebbe cambiare. N eU'ere del digitala, aono partito per questo viaggio con pellicole bianco e ne– ro, quelle tradizionali, quelle di «una volta•, che lii &Viluppawno nella t.ank • gitandola. I volti di questa gente aono troppo intensi e penetranti e, le loro rughe, segnate dal tempo, trasmettono aanaazioni • storie di vita. La visione ci unr– magine a colori sarebbe farsa troppo superflua, o magari ~ l'oeeerv. tore a distral'lli • • concentrarsi su altri elementi più estetici. Per trasmettere il mauimo della emozioni, che ci volte in volta prova, chiedo Nmpre aiuto alle mli– la sfumature ci luce che ml offre qmsto angolo di mondo. Quando le ombre lii al– lungano, con un Nmplice clic, potrei flasare l'Istante di uno sguardo cornplce, ma non basta. Voglio awicinarmi al aoggetto, ancora di più... ecco, l'anima del pDf»' lo delle montagne è davanti a me: due toni, Il bianco e il nero, nel mezzo i colori dalla vita. Prova sempre una certa eanaazione emotiva quando ~ una fotografia del paeaato. Cerco cl immaginarmi la situazione In cui è stata 8Cllttata, i ~ menti del fotografo al aoggetto, perch6 è stata inquadrata in un certo modo, ae I risultato dalla etampa finale è atato manipolato o rapprnenta la realtà villiva delfuomo. È proprio vero che, come diceva DianeArbus, la fotografia è un aagreto intorno a un eegreto, più rivela • meno lascia capire. la roccaforte dell'Splm e i militari non scherzano, devono fare il loro lavoro fino in fondo. Arrivo a Gidel al tramonto. La missione dei padri Comboniani ap– pare come un miraggio nascosto dagli alberi che la circondano. Il cancello si apre: mi sento quasi a casa. UN POPOLOMITE EFIERO Nonostante la ricchezza naturale di queste terre, lagente Nuba è sta– ta costretta ad abbandonare que– st'area per l'impoverimento dovu– to al conflitto; la popolazione, sti– mata in circa 2 milioni, per metà, è sfollata a Khartoum e quella re– stante si è divisa sotto il controllo dell'Splm e il governo centrale. Le autorità governative sono riuscite per anni a isolare la regione da un punto di vista umanitario, econo– mico, mediatico, educativo. Durante il conflitto solo poche e coraggiose organizzazioni umani– tarie riuscivano a lavorare sui Mon– ti Nuba; ma da qualche anno le a– zioni di solidarietà si sono molti– plicate. Nonostante le difficoltà di comunicazione non siano affatto finite, si è aperto uno spiraglio e si sta cercando di far fronte a questo isolamento attraverso rischiosi e costosi voli illegali in partenza dal Kenya. In questa terra, dove man– cava anche l'essenziale, ora arri– vano medicinali, sale, sapone e so– prattutto attrezzi agricoli, che per– mettono alla gente del posto di non dipendere dagli aiuti esterni. Le terre dei Nuba sono tra le più fertili del Sudan, anche un occhio poco attento non può non notare le falde delle montagne, a tratti ac– curatamente terrazzate; da queste parti, anche nella stagione secca, crescono cipolle, tabacco, pomo– dori, arachidi e sesamo. • • I --------------------------------------------------~------------------ MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ 29
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