Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2007

MISSIONI CONSOLATA ■ ■■■ ■■■ ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- nella Piccola Casa un certo timore che le suore potessero in qualche modo perdere l'ispirazione carisma– tica originale,diventando poi di fat– to una congregazione religiosa se– parata. Un altro elementoche per certo creò notevoli difficoltà fu lostile di vi– ta impostodamons.Perloallesuore, ai padri e ai fratelli, fatto di privazioni eccessiveedifficilmentesopportabi– li.Egli era un uomo radicale,esigen– tissimo con se stessoeanche un po' troppoduro congli altri chenonera– no fatti con il suo stessostampoe ri– schiavanodi ammalarsi conducendo un'esistenza modellata sulla sua. Nel 191OI'Allamano fondò lesuore missionariedellaConsolata che,fini– ta laguerra,sostituironogradual– mente le suoreVincenzine.Queste lasciarono allenuove venute i frutti del loroapostolato: case avviate, chiese ricche di ricami e paramenti e soprattuttodellecomunità cristiane già iniziate,anche seancora in tenera , età equindi bisognose di cure per : crescere sanee robuste. LeVincenzine hanno dissodato il terreno.Non hanno potuto vedere molteconversioni ebattesimi,ma i successi riportati nei decenni se– guenti affondano le radici nel loro sa– crificiodi consacrate. Esse hanno «se– minato nel pianto» lasciando poi ad altri la gioiadi raccogliere «i loroco– voni». EREDITA RIPRESA Sotto la spinta del rinnovamento impressa dal ConcilioVaticano li la Piccola Casa è ritornata in terra d'A– frica. li Cottolengo riprese coscienza che il seme sparso da tante sorelle in missione,era ormai prontoagermi– nareeafare frutto:quando si trattò di decidere in quale partedel mondo iniziare,fu chiaro per i superiori della Piccola Casa che la nostra avventura missionaria avrebbedovuto ricomin– ciare là dove,per motivi storici,era stata interrotta.Mancava soltanto l'occasione per partire,o un segno particolare della divina Provvidenza, che aiutasse acapire in che modo il Cottolengo potesse reinserirsi nella chiesa del Kenya. Nell'Africa equatoriale,e in partico– lare in Kenya,la poliomielite era,ed è tuttora,una fonte di grandi problematiche sociali,in quanto normalmente non uccide le personeaffette,ma le rende grave– mente handicappate,impedendo lo– ro sia una vita autonoma,sia la possi– bilità di lavorare per provvedere alla famiglia. Nel 1963, padre Franco Soldati, missionariodella Consolata,comin– ciòa raccogliere i piccoli poliomieliti– ci della zona di Tuuru, nel distretto di Meru. L'opera prosperò notevolmen– tee la struttura dovette esseream– pliata, fino ad una capienza di 250 posti letto:assieme ai poliomielitici venivano accolti anche portatori di handicapmentaleeaffetti da paralisi spastiche. Ingenti erano le spese di manteni– mento. Aquesto si aggiunse il pro- ' blema dell'approvvigionamento idri– co: l'acqua veniva raccolta in unvici– no corso d'acqua e trasportata alla missione con taniche caricate sulla LandRover.Tale problema trovò solu– zioneapartiredal 1971,ad opera di frateIGiuseppe Argese, che riuscì a costruire un gigantesco acquedotto, ancora oggi considerato una meravi– glia dell'ingegno umano. L'opera diventava sempre più diffi– cile da gestire per cui padre Soldati chiese la collaborazionedella Pic– cola Casa. PadreLuigi Borsarel- ------------------------------- MC LUGLIO-AGOSTO 2007 ■ n

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